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Oggi i segretari e le segretarie sono passate di moda: si parla di assistente di direzione oppure di office manager quasi che la parola segretario sia quasi una deminutio.
Eppure ancora oggi nei partiti il segretario è una figura più importante del presidente.
Fa chiarezza in tal senso un bel libro di Marcello Simonetta dal titolo “Rinascimento segreto – il mondo del Segretario da Petrarca a Machiavelli”, edito da FrancoAngeli Storia.
Il Segretario fu una figura fondamentale nel Rinascimento perché era colui che dava forma ai desideri e ai progetti del Principe o, a volte, era proprio lui che li ispirava. Questa funzione fondamentale aveva forse più oneri che onori visto che nella storia ricordiamo decapitazioni come quella di Cicco Simonetta oppure carcerazioni come nel caso di Nicolò Machiavelli*.
I documenti prodotti dai segretari (dispacci diplomatici, lettere, minute e libri) sono oggi fondamentali per consentirci di entrare nelle “segrete cose” del Rinascimento e comprendere meglio lo svolgimento dei fatti. Il libro di Marcello Simonetta in tal senso è prezioso perché ci racconta delle vite esemplari da Dante a Petrarca, da Poggio Bracciolini a Enea Silvio Piccolomini (che diventerà papa con il nome di Pio II), per finire con i Simonetta (ma soprattutto Cicco) al servizio degli Sforza, Baldassarre Castiglione e Niccolò Machiavelli. Naturalmente davanti (o dietro vista la statura politica di alcuni di questi segretari) stanno i signori e i principi: da Francesco Sforza ai suoi discendenti che magra figura faranno, Lorenzo de’ Medici e i suoi discendenti e parenti e anche i mantovani con in cima Isabella d’Este.
Ebbene devo dire che i capitoli che mi hanno appassionato di più sono stati quelli su Enea Silvio Piccolomini, Francesco Sforza e i suoi successori e su Niccolò Machiavelli.
1. Enea Silvio Piccolomini – potrebbe essere l’emblema del segretario. Enea Silvio infatti prima di diventare pontefice fu segretario di tre vescovi e tre cardinali, di un concilio, di un antipapa e di un imperatore e infine di tre papi**. Senza contare che quando diventerà papa sarà, come san Pietro, segretario di Cristo. Leggendo le pagine dedicate a Pio II viene voglia di smettere di leggere qualsiasi altra cosa e di dedicarsi alla lettura dei Commentarii di Enea Silvio Piccolomini.
2. Francesco Sforza e i suoi discendenti – in questi capitoli ci sono forse i due brani che mi hanno colpito di più perché consentono davvero di essere al fianco dei protagonisti di queste storie e soprattutto danno l’idea di come la parola e il saper scrivere fosse già allora fondamentale. Parlo della risposta di Francesco Sforza agli uomini di lettere e ai segretari che lo invitano a non trascurare lo stato perdendosi dietro a cose meno importanti. Eccola qui:
“io mai non hebbi, posso dire, hora di bene; sempre per questo, e sempre per quello stato a diffendere, et offendere; mandato e comandato per quelle signorie che m’assaldarono; come sacchomanno della fortuna son giorno e notte stato senza distintione di tempo in su la sella armato e disarmato in mezzo i ferri, tra insidie de’ nimici, e anchora d’amici: quando al vin, quando a l’acqua, hora a starne a boni capponi, et hora alle rape: et voi et gli altri potentati per cui le guerre mie si agitavano, nelle murate terre vostre ben sicuri, in feste et in solazzo dispensati il tempo, a fonti et a giardini con belle donne, spargendo acqua con mano ne’ chiari visi, quando i soldati miei spargeano sangue; arpe e liuti chiamavano voi al ballo, quando la tromba noi chiamava a l’arme; al suono del tin tin tin voi entravi in danza, noi col tan ta ra ra fora a fare carne … (pagina 105)
Ecco, per me quel Tan ta ra ra vale la lettura del libro e la distinzione tra chi parla e chi fa, tra il tin tin tin e il rumore delle armi è ancora oggi riscontrabile, anche se le guerre più pericolose oggi non fanno rumore come ai tempi del duca.
Il secondo brano è tratto da una lettera di Giangaleazzo Sforza, il primogenito di Francesco, che risponde alla madre Bianca Visconti quando è già diventato duca. Ecco il brano:
“Hogi ho ricevuto una littera de vostra signoria data ad xxiiii del presente, continente alcune parte et una gli n’è ad mi è stata non pocho molesta perché fin che  son stato in minore età et vivendo mio patre sempre de ligiero vostra signoria credeva ad chi diceva mal de mi. E così alhora io ne prendeva grande molestia. Ma dapoy che è morto mio padre et io non ne ho quella molestia che haveva perché per dio gratia sono in età et in grado che nesuno me ha ad dare de le scurriate sul culo. Pur nondimeno me turbo anchora che’l para la signoria vostra creda sì facilmente al presente che gli dice cosa sinistra de mi come faceva alhora…(pagina 115)
Anche qui l’immagine delle scurriate sul culo ci portano immediatamente nel rapporto madre-figlio.
3. Niccolò Machiavelli e Giovanni delle Bande Nere – Machiavelli era un politico letteratissimo e Petrarca un poeta politicissimo. Inizia da qui Marcello Simonetta la sua caccia alle prove (ma sono più indizi) del fatto che il fiorentino fosse un lettore di Petrarca. Qui l’aneddoto divertente su Machiavelli che fu più uomo di lettere che di armi è preso da Matteo Bandello. Il segretario fiorentino è impegnato da tre ore sul campo di battaglia a ordinare tremila fanti secondo l’ordine che aveva scritto. Ma solo l’autorevole voce del figlio di Caterina Sforza, Giovanni delle Bande Nere, in un batter d’occhio mette fine all’imbarazzo di Machiavelli e permette ai commensali di andarsene a desinare (pagina 239).
E’ un libro denso e fitto di riferimenti con una lettura complessa per la miriade di riferimenti ma che alla fine ripaga facendoti entrare nel dietro le quinte e le segrete stanze dei segretari.

* Anche Pier delle Vigne, Severino Boezio o Tommaso Moro furono incarcerati e non conobbero il ritorno in libertà come nel caso del segretario fiorentino.
** Nella prosa di Giannantonio Campano ecco la descrizione del cursus honorum di Pio II che oggi potremmo mettere nel riepilogo di linkedin:
“in turbatissimo schismate, in tanta conflictatione orbis Christiani uno ipse, uno contextu Secretarius Concilii, Secretarius Felicis, Secreatarius Federici, Secretarius Eugenii, Secretarius inquam duorum Pontificaum diversa atque inimica sentientium, Secretarius unius novi Imperatoris, multa ardua, difficilia Cesarea molientis, Secretarius olim Christianorum Principum, quos Concilii turbo complectebatur…” (pagina 66)

Rinascimento privato – Il mondo del Segretario da Petrarca a Machiavelli
Marcello Simonetta – FrancoAngeli Storia – 2004