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Cosa fare in questo tempo di sospensione? C’è chi riscopre di avere un divano, chi conoscendo il divano riscopre la voglia di uscire (il piacere del proibito) e chi prova a mettere ordine nei suoi pensieri, libri e file.
Mentre stavo facendo la terza cosa dopo aver sperimentato le prime due mi sono accorto di non avere ancora scritto una recensione di Social Classici e ho voluto colmare la lacuna. Tra l’altro ho partecipato a ben due presentazioni dal vivo e ho deciso di mettere a disposizione di tutti l’audio di quella tenutasi a Luzzara, al Centro Culturale Zavattini un sabato 18 gennaio che adesso sembra lontano anni luce per divertimento e spensieratezza.
Chi volesse ascoltare la presentazione QUI PUO’ SCARICARE IL PODCAST mentre per chi ha voglia di leggere la recensione la trova di seguito.

SOCIAL CLASSICI: GIOCARE E DIVERTIRSI TRA IMMAGINI E PAROLE
E’ un libro da sfogliare, è un libro per giocare ed è un libro che ti invita a cambiare il tuo punto di vista. Basterebbero queste tre cose per decidere che Fabio Veneri e Victor Cavazzoni hanno realizzato un piccolo gioiello ma ne aggiungo un’altra: il libro è proprio bello!
Alla base di Social Classici (edizioni Clichy) c’è proprio la voglia di giocare e il primo gioco è scoprire quali classici sono stati inseriti e quali no e provare a capire perché. La scelta nasce dal voler privilegiare la letteratura occidentale e dal decidere di fermarsi agli anni ’30. Ma davvero dopo aver sfogliato le pagine viene voglia di chiamare gli autori e chiedergli, come avrebbe fatto il giovane Holden (è escluso dai 50, troppo recente), perchè ad esempio non c’è Tre uomini in barca.
L’altra cosa che colpisce subito è il corto circuito che si crea tra testo e immagini. E’ infatti interessante provare a sfogliare il libro guardando solo le immagini e provando a capire di che classico si tratta, ma altrettanto interessante è leggere i testi e vedere se ci si ritrova (nel caso abbiate letto il libro) oppure se vi viene voglia di leggerlo per verificare se anche voi lo avreste sintetizzato nello stesso modo.

Fabio Veneri ha fatto davvero un grande lavoro di lima e di ironia per riuscire a condensare questi classici che sono dei monumenti della letteratura di ogni tempo in poche battute e per regalarci un sorriso con cui affrontarli. Con questo libro l’approccio “social” che è sinonimo di scarso approfondimento e poca attenzione fa emergere invece quello che dovrebbe essere il suo vantaggio: lavorare sulla sintesi e in levare e soprattutto rimanere leggeri (anche solo in apparenza). Ci si diverte davvero tanto a leggere le piccole rubriche del testo: l’opera in 140 caratteri, la Community, il commento dei follower, le geolocalizzazioni e l’hacker (luogo dove ci sono le battute e i giochi di parole che vi faranno amare il libro). E accanto ai testi Victor Cavazzoni è stato davvero bravo a sintetizzare graficamente le opere in modo nuovo e divertente, rielaborando tutte le immagini che classicamente si utilizzavano per queste storie e spostando il punto di vista. Provate a sfogliare il volume guardando solo le pagine a destra e senza sbirciare il testo a sinistra che svela subito di che classico si tratta. La mia esperienza che penso sarà anche la vostra è stata questa: guardo, rifletto, cortocircuito ed eureka, ho trovato!. Poi in realtà spesso ho sbagliato il titolo del classico ma così è ancora più divertente. Le immagini di Victor Cavazzoni sono dei fuochi d’artificio a orologeria: ogni volta che pensi di aver visto tutti i particolari, ne scopri altri e vieni così invitato a sfogliare il libro più volte.
Le parole e le immagini di SOCIAL CLASSICI ti invitano a fare un viaggio (tanto più bello oggi* che viaggiare non si può) cambiando il tuo punto di vista. E’ proprio questo uno degli aspetti più interessanti del libro. Provate a farvi queste domande:
1. Cosa succede a sintetizzare un classico in 140 caratteri: a) si perde o b) si guadagna?
2. L’hacker scherza con i classici e li prende bonariamente in giro: a) si può ironizzare sui classici o b) è una lesa maestà?
3. Le immagini di Social Classici sono moderne, colorate e spensierate (non tutte ovviamente): a) è possibile disegnare un classico in modo irriverente senza mancargli di rispetto oppure b) meglio evitare?
Secondo me le risposte sono 1. b; 2 a; 3 a. e questo conferma la mia convinzione che SOCIAL CLASSICI è davvero un piccolo capolavoro di impegno, passione e divertimento e vi invito davvero a leggerlo per divertirvi e a regalarlo perché a sorridere da soli si sembra pazzi.

Vi regalo inoltre due ulteriori punti di vista su SOCIAL CLASSICI:
– le 5 domande da farsi sul libro
– le statistiche

LE 5 DOMANDE DA FARVI
Ho fatto queste 5 domande a Fabio Veneri e a Victor Cavazzoni  durante la presentazione e le loro risposte le trovate nel podcast. Qui di seguito trovate invece le mie di risposte.
1.Qual è il vostro classico preferito? I Tre Moschettieri
2.Qual è stato più difficile da escludere? Tre uomini in barca
3.Qual è stato il più difficile da affrontare? La Divina Commedia
4.Di quale siete più soddisfatti? Orgoglio e pregiudizio
5.Quale vi ha cambiato la vita? Cyrano de Bergerac

E per voi? Sarebbe bello conoscere le risposte dei lettori.

LE STATISTICHE DI SOCIAL CLASSICI
Ho provato a fare un po’ di conti per capire cosa c’è dentro il libro ed ecco quello che ho scoperto.
Questioni di genere: gli autori dei classici sono 44 maschi e 6 femmine
Tipologia di classici: 6 opere teatrali, 37 romanzi, 7 poemi
Geografia letteraria: 46 classici sono europei e 4 vengono dagli USA. Se ci focalizziamo sull’Europa: 17 sono inglesi, 11 italiani, 8 francesi, 4 tedeschi, 3 per Russia e Grecia.
Avanti e dopo Cristo: solo 3 classici sono stati scritti avanti Cristo e 37 dopo Cristo. Di questi 37 eccolo la suddivisione per secoli: 3 XIV sec, 3 XVI sec, 1 XVII sec, 2 XVIII sec, 24 XIX sec, 20 XX sec.
Quanti classici ho letto io di quelli scelti per Social Classici:
20 dalla A alla Z; 18 sfogliati e 12 accarezzati

E per chiudere una battuta sui classici di Gilbert Keith Chesterton:
“Un grande classico è uno scrittore che si può lodare senza averlo letto”