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Giornata mondale della poesia 21 marzo 2020, Giornata Mondiale della Poesia, Irlanda, John Ford, Silvana Ranzoli, The Lake Isle of Innisfree, The quiet man, Un uomo tranquillo, WILLIAM BUTLER YEATS

Non sono così convinto che l’iniziativa delle giornate mondiali sia utile a qualcosa. Però oggi che si festeggia la poesia ho provato a pensare a quale poeta mi sarebbe piaciuto rileggere e mi è venuto in mente un irlandese* che ho recuperato da questo sito Poetry Foundation: The Lake Isle of Innisfree – WILLIAM BUTLER YEATS
I will arise and go now, and go to Innisfree,
And a small cabin build there, of clay and wattles made;
Nine bean-rows will I have there, a hive for the honey-bee,
And live alone in the bee-loud glade.
And I shall have some peace there, for peace comes dropping slow,
Dropping from the veils of the morning to where the cricket sings;
There midnight’s all a glimmer, and noon a purple glow,
And evening full of the linnet’s wings.
I will arise and go now, for always night and day
I hear lake water lapping with low sounds by the shore;
While I stand on the roadway, or on the pavements grey,
I hear it in the deep heart’s core.**
Anche a me piacerebbe andare a Innisfree, che è un luogo immaginario (ma potrebbe essere anche la riva del lago Superiore a Belfiore), e sentire questi suoni, questa pace.
E visto che non mi faccio mancare nulla oggi riguardo anche Un uomo tranquillo (The Quiet Man di John Ford), un’Irlanda stereotipata e che forse non è mai esistita ma che la magia del cinema ci regala come luogo dove rifugiarci in tempi difficili (poi si torna tutti indietro eh…).
* Questa poesia me l’ha fatta leggere Silvana Ranzoli, la mia professoressa di inglese del Liceo. Per me è stata ed è tuttora un mentore. Molto di quello che scrivo e faccio è anche un modo di restituire tutto quello che mi ha donato e insegnato.
** Eccone una traduzione
L’isola del lago di Innisfree
Io voglio alzarmi ora, e voglio andare, andare ad Innisfree
E costruire là una capannuccia fatta d’argilla e vimini:
nove filari e fave voglio averci, e un’alveare,
e vivere da solo nella radura dove ronza l’ape.
E un po’ di pace avrò, chè pace viene lenta
Fluendo stilla a stilla dai veli del mattino, dove i grilli cantano;
e mezzanotte è tutta un luccicare, ed il meriggio brilla
come di porpora, e l’ali dei fanelli ricolmano la sera.
Io voglio alzarmi ora, e voglio andare, perché la notte e il giorno
Odo l’acqua del lago sciabordare presso la riva di un suono lieve;
e mentre mi soffermo per la strada, sui marciapiedi grigi,
nell’intimo del cuore ecco la sento.
(Traduzione tratta dalle poesie di Yeats, Edizione Mondadori, a cura di Roberto Sanesi)