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Se guardiamo ai nomi dei Gonzaga della linea principale che sono diventati capitani del popolo, marchesi o duchi possiamo osservare che ci sono alcuni nomi che si ripetono* mentre altri vengono utilizzati solo una volta. Ce ne sono cinque che ritroviamo senza il numero due al fianco. Spesso sono dati ai secondogeniti (Guglielmo e Ferdinando) che non avrebbero dovuto prendere il potere e in altri casi invece semplicemente non si ripetono se non in rami collaterali della famiglia (Luigi, Gianfrancesco e Guido).
Eccovi allora i 5 Gonzaga che non ebbero un numero due con alcune informazioni sulla loro vita e sul ruolo nella storia della famiglia.

Luigi (1266?-1360) – è il capostipite della dinastia e un personaggio che ha dell’incredibile. Prende il potere nel 1328 a sessant’anni e muore a novant’anni, un’età miracolosa per l’epoca e per il tipo di vita che si conduceva. Nel 1340 addirittura si sposa la terza volta e celebra il matrimonio insieme a quello di un figlio e di due nipoti. Due ultime curiosità: per alcuni storici non mantovani il nome di Luigi è una volgarizzazione del nome di Ludovico e per questo si legge in alcuni articoli di un Ludovico III (quello della Camera degli Sposi) invece che di Ludovico II. L’altra è che ci sono altri due Luigi da ricordare nelle linee cadette dei Gonzaga: Luigi Rodomonte, il papà di Vespasiano e San Luigi, dei Gonzaga di Castiglione delle Stiviere.
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Guido (1290?-1369) – è il primogenito di Luigi che salirà al potere (vista la longevità del padre) solo a settant’anni. Fu quindi una sorta di principe Carlo d’Inghilterra, sempre pronto ad intervenire dalla panchina, o di Re Lear, visto che associa al potere i tre figli Ugolino, Ludovico e Francesco. Sarà il suo più grande dolore quello di vedere Ludovico e Francesco uccidere Ugolino e poi assistere anche alla morte di Francesco (probabilmente per opera del fratello di mezzo). Per non ricordare i 9 anni del governo di Guido solamente con degli omicidi  vi diciamo che fu grande amico del poeta Francesco Petrarca, cui chiese anche di procurare libri per la biblioteca di famiglia.
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Gianfrancesco (1395-1444) – è il primo marchese di Mantova ed è figlio della seconda moglie del padre Francesco. E’ un grandissimo personaggio perché mette le basi al grande balzo in avanti della dinastia. Dietro ogni grande uomo c’è una grande donna e la moglie Paola Malatesta sarà davvero fondamentale per Mantova. Quando stipula il contratto con l’imperatore per acquistare il titolo di Marchese, ci infila dentro come benefit anche il matrimonio del primogenito Ludovico con un’esponente della famiglia imperiale, Barbara di Brandeburgo. Ultime due curiosità: forse è lui che commissiona a Pisanello il ciclo di affreschi sui cavalieri della tavola rotonda (uno dei capolavori di Palazzo Ducale); organizza una scuola per i figli chiamando a Mantova Vittorino da Feltre e affidandogli la Ca’ Zoiosa (un tempo edificio destinato a luogo di feste e banchetti). Leggi la biografia sulla Treccani

Guglielmo (1538 – 1587) – è un duca per caso perché come secondogenito sarebbe dovuto diventare un ecclesiastico importante. E invece il destino ci mette la mano e il duca Francesco III muore senza figli dopo una caduta nel lago. Allora tocca a lui nonostante non abbia il fisico (è gobbo e sgraziato rispetto al terzogenito Ludovico) ma ha sicuramente la testa. Sarà il duca che trasforma gli edifici isolati della reggia gonzaghesca nell’attuale Palazzo Ducale. Guglielmo è colto, è un musicista, un oculato amministratore e un appassionato collezionista di titoli e di reliquie. Lascerà a suo figlio Vincenzo una vera e propria fortuna e la nemesi vorrà che quest’ultimo li esaurisca nel giro di trent’anni portando la dinastia sull’orlo della rovina.
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Ferdinando (1587-1626) – è come il nonno Guglielmo un altro duca per caso. E’ il secondogenito di Vincenzo I e ne eredita la voglia di strafare e di vivere al di sopra delle sue possibilità. Viene eletto cardinale e governa Mantova con la porpora dal 1612 dopo la morte del fratello maggiore Francesco IV. Pensate che nonostante abbia già almeno tre palazzi estivi da abitare (Palazzo Te, la villa di Poggio Reale e il Palazzo di Marmirolo) decide di investire tutto per costruire La Favorita (un’idea, quella di spostare la corte fuori città che anticipa Versailles). Tra un finto matrimonio, un figlio naturale, accuse di stregoneria alla moglie del fratello Vincenzo II e una passione per l’arte contemporanea (Caravaggio, Domenico Fetti e Guido Reni) Ferdinando non si fa mancare nulla.
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* Ecco invece i Gonzaga che si ripetono: Ludovico (sono due: il fratricida e quello della Camera degli Sposi), Francesco (addirittura quattro: il marito di Agnese Visconti, il marito di Isabella d’Este e i due che governarono poco stroncati da malattia), Federico (il gobbo della Camera picta e il marito di Isabella d’Este), Vincenzo (il donnaiolo e il becchino della linea principale), Carlo (i tre Nevers e anche Ferdinando Carlo l’unico, è vero, col doppio nome ma siccome la dinastia finisce con lui troppo facile non avere un numero 2).

Abbiamo scritto dei Gonzaga anche in molti altri post su questo blog. Li trovate qui:
– 690 anni fa i Gonzaga prendevano il potere a Mantova: storia di un bambino e del suo sogno
– Mantova2016: 5 Gonzaga da non dimenticare tra colpi di stato, cardinali e prove di virilità
– I Gonzaga al potere: quattro secoli tra manager, condottieri e capitani di ventura
– Vincenzo Gonzaga, tra letteratura e cinema
– Porto 1616: la Favorita ovvero l’ultimo fuoco d’artificio dei Gonzaga

Giacomo Cecchin