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E’ come se dicessi che la rubrica telefonica (che non c’è più se non on-line) è più interessante di un romanzo!
Oppure che lo stradario del titolo (che si è trasferito sui navigatori e su Google) è più stimolante di una guida del TCI.
Sembra un paradosso eppure forse per capire Mantova e lasciarsi stimolare ad approfondire ancora di più non c’è niente di meglio che questo libro di Gilberto Scuderi che raccoglie informazioni sui quartieri, sulla struttura urbanistica della città e racconta di come siano cambiati i nomi delle vie.
Provate a sfogliarlo (per chi non ce l’ha in casa lo trova in biblioteca): si va da Via Accademia a Vicolo Zappetto e ovviamente andrebbe aggiornato visto che è stato chiuso al dicembre del 1983.
Ad esempio manca Via Maria Bellonci che, morta nel 1986, non poteva avere una via a lei dedicata.
Sfogliando il volume si scoprono anche le zone dedicate ai grandi avvenimenti come ad esempio la Grande Guerra e qui ci sono tutti i monti e i nomi delle battaglie ma anche località francesi dove combatterono gli italiani come viale Bligny.
Le informazioni sono scarne ma aprono a percorsi di approfondimento e soprattutto raccontano di come la toponomastica sia questione di storia e di mode e non semplicemente un modo per orientarsi a Mantova.
Prendiamo il caso ad esempio di Piazza Canossa.
Ecco cosa troviamo nello stradario:
88 Piazza CANOSSA Matilde (di)
da Via Verdi a Vicolo  Albergo – zona Centro
Toponimo ufficiale (1787) Piazza del Fieno
Denominazione popolare (1778) Piazzola  del  Canossa
Contrada Leopardo
Note  sul  toponimo odierno – Matilde  contessa  di  Canossa (1046- Bondeno 1115)  marchesa di Toscana, figlia di Bonifacio l e di Beatrice di Lorena. Appoggiò Gregorio  VII nel conflitto con l’imperatore Enrico IV e lasciò alla chiesa i suoi domini dando   origine all’annosa contesa tra il papato e l’impero il quale avrebbe a  lungo rivendicato  i beni feudali matildici. Nella piazza  si  trova il palazzo  della  famiglia Canossa (sec. XVII).
Nel  1551  era  chiamata Plateola cum uno puteo (piazzola con un pozzo).

E potremmo scoprire che l’Albergo di cui si parla nel nome del vicolo era quello voluto dagli stessi Canossa.
O riscopriamo i vicoli che partono da via Trieste e sono in sequenza tra i più suggestivi di Mantova (naturalmente per me).
E finiamo con vicolo Solitario, che non so quanti mantovani conoscano, ma a me fa venire in mente una Mantova dove ancora si può immaginare ci fossero vie a metà tra città e campagna.

Per approfondire sui temi degli stradari potete leggere anche questi articoli:
– Le strade di Ercolano
– Le strade di Ercolano (II)

Per Piazza Canossa invece leggete qui: Piazza Canossa: la piazza più cinematografica di Mantova

Giacomo Cecchin