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Il 17 gennaio è la festa di Sant’Antonio Abate, un santo molto popolare a Mantova e nelle zone agricole.

E’ considerato il protettore degli animali domestici, tanto che in molte stalle è ancora appesa la stampa che rappresenta il santo circondato dagli animali.

A Mantova per la sua festa si fa il chisol, un dolce, e si mangiano i tortelli di zucca. Alcuni lo confondono con Sant’Antonio da Padova (che è tutto un altro santo e ne abbiamo parlato qui).

Ecco allora 5 cose da riscoprire su Sant’Antonio abate e una curiosità sulla sua chiesa a Mantova.
Luce – Sant’Antonio è anche il santo della luce perché la durata del giorno si allunga dopo la festa di Santa Lucia che cade il 13 dicembre. C’è un proverbio mantovano che dice:  par Santa Lùsia [13 dicembre] na punta ’d gùciapar Nadal (25 dicembre) on pe ‘d galpar Pasqueta [Epifania, 6 gennaio] n ‘oretapar Sant ‘Antoni [17 gennaio] n’ora bonapar San Gioan [Giovanni Crisostomo 27 gennaio] na gamba ‘d scan. La traduzione per gli extramuros: Per Santa Lucia la punta di un ago, per Natale la zampa di un gallo, per l’Epifania un’oretta, per sant’Antonio abate un’ora buona e per San Giovanni una gamba di sgabello. E quindi oggi la luce del giorno dovrebbe essere allungata di almeno un’ora. In questa giornata è tradizione accendere fuochi per ricordare, secondo alcuni, il fatto che il santo disputasse le anime al demonio direttamente all’inferno. Ma di fuoco parliamo nel prossimo punto.

Fuoco – Sant’Antonio è invocato come santo ausiliatore per il cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio, l’herpes. Per questo uno dei suoi attributi è il fuoco o la fiaccola. Questa malattia veniva curata negli ospedali che l’Ordine degli Antoniani aveva in tutta Europa (dal 1095 fino al XVIII secolo si arrivò a contare oltre 370 ospedali). Si utilizzava per questo un cambio di alimentazione e anche il grasso dei maiali allevati dai frati dell’Ordine per alleviare il prurito e dare sollievo alla pelle. Come mai c’era disponibilità di carne di maiale per i frati? Ne parliamo al prossimo punto. 

Porcellino – Sant’Antonio nell’iconografia classica è sempre accompagnato da un porcellino. Per questo a Mantova viene anche detto “gugiuler” (il gugiol è il maiale nel dialetto locale). Questo ne fa il protettore degli animali domestici e la tradizione voleva che durante la notte della vigilia di Sant’Antonio gli animali nelle stalle si mettessero a parlare. Tra l’altro il 17 gennaio non si poteva macellare il maiale. L’attributo del maiale deriva dalle tentazioni del santo e dal diavolo che si presentava a volte sotto forma di questo animale, simbolo di lussuria e ingordigia. Da tentazione passò a suo attributo iconografico e i frati Antoniani furono allevatori di maiali che potevano pascolare e girare liberamente per le città marcati dal Tau o con al collo una campanella di cui parliamo nel prossimo punto.

Campanella – la campanella la si trova a volte al collo del maiale che accompagna il santo a volte nelle mani del santo. E’ un segno di riconoscimento che utilizzano anche i frati dell’ordine per annunciarsi quando arrivano per la questua. La campanella è anche di regola un attributo degli eremiti che la usano per scacciare il demonio e allontanare le tentazioni. Si pensava inoltre che i frati Antoniani la usassero per effettuare delle benedizioni a difesa dagli spiriti maligni. A volte la campanella è attaccata al bastone del santo, ma ne parliamo nel prossimo punto.

Bastone a forma di Tau – Sant’Antonio Abate si appoggia abitualmente ad un bastone fatto a forma di TAU, un simbolo che utilizzerà anche San Francesco. Questo bastone è tipico degli eremiti ed a forma di T, la “tau” ultima lettera dell’ alfabeto ebraico e quindi allusione alle cose ultime e al destino. Il bastone ricorda anche la croce del Cristo e serve al santo non solo per muoversi (Antonio morirà in età secolare) ma anche per difendersi dalle tentazioni.

Dov’era la chiesa di Sant’Antonio a Mantova? Era nel luogo dove oggi troviamo la Biblioteca Baratta. Qui c’era anche l’ospedale degli Antoniani. E’ interessante che nello stesso edificio dove oggi si consultano i libri c’era il macello comunale e pensare che gli Antoniani allevavano i maiali. E’ i talento dei luoghi che rimane.

Per approfondire su questo blog
– Sant’Antoni dalla barba bianca, fame catar quelo che me manca
– S.Antonio abate: protettore degli animali e guaritore! Perchè?
– S.Antonio Abate in Cattedrale: presenze ed assenze

Per approfondire su internet
Sant’Antonio abate su Famiglia Cristiana
Sant’Antonio abate su wikipedia
L’abbazia di Sant’Antonio a Vienne

Il quadro utilizzato a corredo di questo articolo è di Fermo Ghisoni ed è conservato al Museo Diocesano. Sant’Antonio appare dietro san Giorgio sulla destra. Si vede anche la campanella nella mano del santo e un maiale che assomiglia però ad un cinghialotto.