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Campanili medioevali, Cattedrale di San Pietro, Duomo di Mantova, Giovan Battista Vergani, Giovanni Battista Marconi, Nicolò Baschiera, Ognissanti, San Leonardo, Santa Caterina della Ruota, Santi Gervasio e Protasio
Tra il 1700 e il 1800 molte delle chiese mantovane hanno cambiato faccia, o dovremmo dire facciata. I parrocchiani e i sacerdoti volevano avere un luogo di culto aggiornato ai dettami dell’epoca e quindi al tardo barocco o al neoclassico.
In alcuni casi si è trattato di un semplice maquillage, ovvero di appiccicare una facciata adesiva alla chiesa senza modificarne l’assetto interno (ad esempio il duomo).
In altri casi invece si è proceduto anche ad una ricostruzione dell’intero edificio sacro, mantenendone eventualmente cappelle più antiche o lasciando traccia degli affreschi. In tutti i casi invece è rimasto il campanile, risalente all’epoca della costruzione o comunque ad un tempo antico. Ecco 5 chiese dove una facciata adesiva non ha nascosto tutti gli elementi che caratterizzavano in precedenza l’edificio sacro.
La cattedrale di San Pietro – la facciata è l’ultimo ingrediente di quel vero e proprio cocktail architettonico che è il duomo di Mantova. E’ per volontà del vescovo Antonio Guidi di Bagno che tra il 1756 e il 1761 Nicolò Baschiera costruisce la nuova facciata tardo-barocca. L’ispirazione è quella delle chiese romane del periodo e il rifacimento sembra nascere dal fatto che la precedente facciata gotica fosse troppo deteriorata per restaurarla. Ma forse è più facile pensare che il vescovo abbia voluto lasciare un segno di sé e forse un indizio in tal senso è il suo stemma che troviamo al centro del timpano. Il ricordo della facciata precedente sta nel coronamento di statue che sostituiscono le guglie e i pinnacoli che troviamo ancora nella fiancata gotica, unico ricordo dell’intervento dei Dalle Masegne. Senza dimenticare il possente campanile che appartiene alla prima fase di fondazione della cattedrale.
San Gervasio e Protasio – è la prima chiesa che si incontra alla fine del ponte dei Mulini e la facciata in questo caso inganna davvero il viaggiatore. E’ un intervento neoclassico dell’architetto Giovan Battista Vergani che operò in altre chiese della provincia e a Mantova realizzò la facciata del municipio di via Roma e del Seminario in via Cairoli. Eppure basta girare sulla sinistra della chiesa per scoprire le tracce dell’antico edificio romanico con le finestre tamponate e soprattutto il più romantico ed elegante campanile di Mantova. La chiesa nasce come lazzaretto per il vicino ospedale.. San Gervasio e Protasio fu pesantemente danneggiata dai bombardamenti aerei della II guerra mondiale destinati al vicino ponte dei Mulini.
San Leonardo – San Leonardo è una delle chiese di più antica fondazione a Mantova. Eppure anche qui abbiamo una facciata che risale al 1793 e all’intervento dell’architetto Giovanni Battista Marconi, assistente di Paolo Pozzo che costruì anche il vicino Albergo Reale, oggi detto Palazzo Barbetta. All’interno della chiesa si conserva l’antica cappella Cavriani che risale al XV secolo con affreschi coevi. E’ però ancora una volta il fianco destro a riportare tracce della fondazione romanica con la decorazione ad archetti e a mantenere il campanile gotico coerente con quelli di Santa Caterina e con quello del duomo. Due ultime curiosità: la posizione della facciata è diagonale rispetto al sagrato e si vede chiaramente la chiesa nel film Il Portaborse, girato a Mantova nel 1991 da Daniele Luchetti.
Santa Caterina – è una delle facciate settecentesche più interessanti di Mantova perché si inserisce tra le facciate delle case senza soluzione di continuità (forse per questo pochi la notano). E’ curvilinea e più avanzata rispetto rispetto alla posizione di quella originaria, visto che andò ad occupare lo spazio dell’antico cimitero. Questo ha comportato che l’abside della chiesa attuale si trovi molto staccata dal campanile gotico. Per vederlo occorre andare in via Santa Caterina ed entrare nel cortile di un condominio. Il campanile presenta bifore con archi a tutto sesto, archetti pensili e cornici marcapiano a dente di sega. Un’ultima curiosità: gli alberi che la fronteggiano impediscono di vedere la facciata in modo completo, un problema attuale ma che fu già sollevato dai parrocchiani il 26 agosto del 1889 in una lettera spedita al comune di Mantova.
Ognissanti – la chiesa di fondazione molto antica era una dipendenza del monastero di San Benedetto in Polirone. I monaci benedettini saranno presenti in Ognissanti fino al 1797 e alle soppressioni napoleoniche. La facciata tardo barocca attuale risale ad un periodo di poco precedente, tra il 1752 e il 1755. E’ inserita tra le case, in una posizione completamente diversa rispetto alla chiesa più antica che fu abbattuta quando venne completata la chiesa attuale. Anche qui è il campanile, in una posizione staccata rispetto alla chiesa a segnalare l’antica fondazione con le sue forme gotiche. Proprio nella base della torre campanaria troviamo la Cappella dei Morti che è ciò che rimane dell’antica chiesa benedettina dotata di ospizio e infermeria.