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Ogni volta che arriviamo alla fine dell’anno mi ricordo che i calendari sono delle convenzioni. Per assurdo se uno volesse potrebbe festeggiare il capodanno quasi una volta al mese, in relazione allo stato, alla religione o semplicemente a come hai deciso di contare gli anni.

A Firenze ad esempio, all’epoca di Dante l’anno iniziava il 25 marzo, il giorno dell’Annunciazione. E pensiamo anche che il calendario che applichiamo in Europa è quello gregoriano che risale all’intervento del papa Gregorio XIII nel 1582.

Sergio Valzania: I venti personaggi che hanno fatto l’Italia

Ho ritrovato questa storia in un bel libro di Sergio Valzania dal titolo “I venti personaggi che hanno fatto l’Italia”. E’ davvero un testo interessante perché le scelte non sono scontate e anzi offrono la possibilità di essere discusse come accade per tutte le liste.

Uno di questi personaggi è proprio Ugo Boncompagni che sarà eletto papa il 13 maggio 1572 in un conclave che durerà solo 2 giorni. Gregorio XIII aveva già settant’anni eppure sarà un pontefice molto attivo. Ad esempio pubblicò il Martirologio romano, la riorganizzazione delle festività cattoliche alla base di tutti i calendari liturgici (in buona parte ancora in vigore) e fece costruire l’attuale Palazzo del Quirinale.

Gregorio XIII e la riforma del calendario: il trucco dei 10 giorni scomparsi

La sua riforma più importante però fu quella del calendario che si chiama gregoriano proprio per il suo autore. Questa riforma doveva correggere i problemi del calendario giuliano istituito da Giulio Cesare nel 46 A.C. che aveva inserito gli anni bisestili per recuperare il ritardo tra l’anno di 365 giorni e il calendario solare.

Ai tempi di papa Gregorio XIII il calendario giuliano non solo aveva recuperato il ritardo ma era in anticipo di 13 giorni sul sole e questo comportava problemi anche per il calcolo della Pasqua, una festa mobile legata ai cicli lunari.

Ecco come Sergio Valzania descrive la riforma gregoriana:”Gregorio XIII, ormai ottantenne ma ancora molto attivo, intervenne in due modi e con grande determinazione. Ordinò la soppressione dei dieci giorni compresi tra il 4 e il 15 ottobre del 1582, che per quell’anno non esistettero, e stabilì che da quel momento in poi fossero bisestili gli anni multipli di 100 e non di 400: come conseguenza gli anni 1600 e 2000 non avrebbero incluso il 29 febbraio, in quanto secolari ma divisibili per 400. Seguendo questa regola si saltano tre anni bisestili ogni quattrocento anni e il sistema risulta quasi perfetto. L’errore viene così ridotto a soli 26 secondi in eccesso e la discrepanza equivale a circa un giorno ogni 3.323 anni. Vero è che il papa abolì dieci giorni e non tredici, come sarebbe stato astronomicamente corretto, ma se lo fece fu perché il suo intento era ripristinare e conservare la situazione esistente all’epoca del Concilio di Nicea, in occasione del quale erano state fissate le modalità di calcolo del giorno di Pasqua, e l’ormai “vecchio” calendario giuliano aveva già accumulato tre giorni di ritardo sul moto del Sole.”

Cambiare il calendario però è un’operazione non solo astronomica ma anche culturale e l’applicazione non fu (e non lo è ancora) accettata da tutti. Riprendiamo sempre il libro di Sergio Valzania: “L’introduzione del nuovo calendario gregoriano non fu né rapida, né agevole. I Paesi protestanti non erano disponibili ad accettare di buon grado un’imposizione pontificia, quale ne fosse la ragione, e la soppressione di dieci giorni nel 1582 fu accolta inizialmente solo nei territori oggi compresi in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Polonia-Lituania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. L’Austria, la Boemia, la Moravia e i cantoni cattolici della Svizzera si adeguarono negli anni immediatamente successivi, mentre Svezia e Unione Sovietica lo fecero secoli dopo, con meccanismi complessi che giunsero a prevedere l’inserimento non solo del 29 ma anche del 30 febbraio nel calendario di alcuni anni. Anche il Giappone e l’Egitto, tra il 1873 e il 1875, hanno accolto il calendario gregoriano; la Cina ha invece atteso il 1912 e la Turchia la metà degli anni Venti. Il calendario giuliano è ancora in vigore in Etiopia e rimane in uso nelle chiese ortodosse per la celebrazione di alcune liturgie“.

Una curiosità sul 23 aprile la giornata mondiale del libro

Da ultimo riporto una curiosità legata alla scelta della data in cui festeggiare la Giornata Mondiale del Libro: “Fra le stravaganze che questa lunga vicenda comporta c’è l’istituzione della giornata mondiale del libro il 23 aprile, scelto perché nel 1616 si spensero in quella data due grandi della letteratura, Shakespeare e Cervantes. La cosa curiosa è che non morirono lo stesso giorno, ma a dieci giorni di distanza l’uno dall’altro. Questo perché nel 1616 Inghilterra e Spagna impiegavano due calendari differenti e la prima era in ritardo di dieci giorni sulla seconda.”

Giochiamo con i calendari: convertire le date

E allora oggi 31 dicembre 2022 noi in Europa festeggiamo San Silvestro e la fine dell’anno e gli altri?
Qui trovate un convertitore molto completo per divertirsi un po’: CONVERTITORE
Per gli ebrei: 7 Tevet, 5783 (convertitore)
Per gli arabi: Sabato 7 Jumâda Ath-Thânî 1444 (convertitore)
Per i cinesi: 9 dicembre Ren Yin Year(2022) – anno della Tigre (convertitore)

Quindi nel 2023 quali sono i capodanni degli altri?
Capodanno ebraico: 15 settembre 2023
Capodanno islamico: 19 luglio 2023
Capodanno cinese: 22 gennaio (inizia l’anno del Coniglio)

Un’ultima curiosità: proprio perché il calendario è una convenzione possiamo ricordare che il cambio di numerazione e di nomi può essere legato ad un periodo storico ben preciso come scelta politica. Basti pensare al calendario dell’era fascista (potete approfondire qui) o a quello della Francia rivoluzionaria (lo trovate qui): se fosse ancora vivo Robespierre invece del 31 dicembre 2022 parleremmo del 10 Nevoso 231.

Per approfondire

Per tanti popoli l’anno non comincia domani (articolo da ILPOST.IT)
I calendari degli altri (articolo da IL POST.IT)

Buon anno, ma in quale anno siamo?

Il calendario perpetuo: come scoprire che quando i Gonzaga presero il potere a Mantova era un martedì! Il sito di Eugenio Songia http://calendario.eugeniosongia.com/