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Il ponte di Via Massari

Quando si parla di trekking a tutti viene in mente un percorso lungo, di media difficoltà e che ti mette alla prova. Per i mantovani invece l’idea è quella di una passeggiata in centro a Mantova, che ti consenta di scoprire il mondo senza allontanarti troppo dai luoghi familiari.

So già che qualcuno avrà da ridire o sorriderà a questa mia affermazione. Eppure per noi mantovani è proprio così. Quando andiamo al Santuario delle Grazie è un po’ come il pellegrinaggio a Santiago de Compostela e se arriviamo fino alla Madonna della Corona è come andare a Gerusalemme.

Siamo fatti così e quindi se vogliamo cambiare dobbiamo farlo a piccoli passi. Ecco allora per questi giorni di feste 5 itinerari di trekking urbano da provare. Un suggerimento: nello zainetto mettete sicuramente una borraccia di lambrusco, dei pezzetti di grana e una fetta di Anello di Monaco. Non dimenticate la sbrisolona che dovrete utilizzare, come le briciole di pane nella favola di Pollicino, per essere sicuri di rientrare a casa in serata.

Da Palazzo Ducale a Palazzo Te

E’ l’itinerario più conosciuto e anche più facile: non servono mappe e non si può sbagliare perché è un itinerario quasi rettilineo, se si esclude l’innesto a baionetta tra via Broletto e piazza Mantegna. E’ bello percorrerlo come se fosse il Canal Grande a Venezia, osservando le facciate dei palazzi, leggendo le lapidi e cercando le case degli artisti. Si parte da piazza Sordello, che non era una piazza, e si attraversano piazza Broletto e piazza Erbe, si sfiora la facciata di Sant’Andrea e poi via verso il Rio che si attraversa sul ponte di San Silvestro. Le ultime tappe prima di Palazzo Te sono la casa di Giulio Romano e quella di Mantegna oltre al San Sebastiano, sia la chiesa che il palazzo.

Indicazioni di viaggio: solo per chi abbia il coraggio di attraversare il Rio. Partire all’alba per evitare cattivi incontri.

Da Piazza Virgiliana a Bosco Virgiliano, l’onda verde

E’ una specie di onda verde che collega i giardini pubblici di Mantova e parte dal primo, quello di piazza Virgiliana. Voluta dai francesi con l’interramento dell’Ancona di Sant’Agnese, la piazza dedicata a Virgilio è la prima tappa di un percorso che si chiude al Bosco Virgiliano. Qui non ci sono vie precise da percorrere ma semplicemente dei punti fermi come il giardino del Lungo Rio con le sue 30 varietà di rose e uno splendido bagolaro, i giardini valentini, imprigionati tra le vie ma di grande suggestione e poi tutti gli spazi verdi ricavati dalla demolizione delle mura. Dal verde di Porta Pradella si arriva con un tunnel ai giardini di viale Piave e qui superando la rotonda con l’unico vero grattacielo di Mantova si arriva all’isola verde di Palazzo Te con il nuovo parco. Basta poi passare la ferrovia per entrare nel bosco Virgiliano.

Indicazioni di viaggio: per chi ama la natura ma non troppo. Portarsi il cestino da pic nic per evitare di dare nell’occhio.

Sopra i ponti sul Rio

Quanti sono i ponti sul Rio? Come si chiamano i ponti sul Rio? Sono domande cui è difficile rispondere a botta sicura. Alla prima perché dopo la copertura del Rio e la costruzione del ponte su porto Catena a volte i conti non tornano (sono 8 se consideriamo anche quello del Lungolago e dividiamo in due quelli uniti negli anni ’50). Per i nomi invece non tutti sanno come si chiama “quell’ultimo ponte” (a proposito voi lo sapete) e non c’è accordo tra su come definire quello di via Pescheria (ponte delle Pescherie o ponte di San Domenico?). Ma non spaventiamoci di fronte al quiz e per rispondere occorre andare a toccare con mano, anzi con i piedi, questo itinerario che parte dall’Anconetta e finisce in vicolo stabili vicino a San Francesco o viceversa.

Indicazioni di viaggio: per chi ama i luoghi di confine visto che il Rio separa la Mantova centro dalla piena periferia. Non dimenticare la borraccia: il continuo scorrere dell’acqua mette sete.

Sotto i portici di Mantova

Mantova è una città di portici e il gioco più divertente sarebbe quello di trovare un algoritmo che li colleghi tutti senza soluzioni di continuità (da fare nei giorni di pioggia e rigorosamente senza ombrello). Questo invece è un suggerimento messo in pratica durante l’ultima edizione di Fumana: palazzo della Cervetta, via Broletto, piazza Alberti e piazza Canossa, i portici nuovi di corso della Libertà, i portici sottosopra delle Beccherie/Pescherie, la Camera di Commercio, i portici scomparsi di via Giustiziati, il teatro dei portici (il Bibiena), piazza Santa Barbara, piazza Castello e piazza Sordello. Provateci la prossima volta che passate per Mantova e aggiungo, solo per i più coraggiosi, i portici di San Pio X che ricordano quelli berniniani di piazza San Pietro.

Indicazioni di viaggio: per chi ama stare all’ombra. Da fare nei giorni di sole estivo e nelle ore centrali della giornata: ogni volta che si torna all’ombra si prova un sollievo paradisiaco.

Sulle tracce dei Sacri Vasi

E’ il percorso che più si avvicina ad un pellegrinaggio e collega due tra le chiese più caratteristiche di Mantova: Santa Maria del Gradaro e Santa Barbara. Si parte proprio dal luogo dove la tradizione vuole subisse il martirio Longino e dove speriamo torni la colonna che si trova a Palazzo Ducale. Da qui si passa per l’area di San Nicolò e attraverso via Cardone si incrocia una delle tante formelle dedicate ai Sacri Vasi sparse per Mantova. Circumnavigata la Rotonda di San Lorenzo (il santo Sepolcro) si entra in Sant’Andrea per scendere nella cripta e poi si arriva in Duomo, fino alla sagrestia dell’Incoronata (dove si conserva un frammento della reliquia). L’itinerario si chiude in santa Barbara e da qui, attraverso un corridoio segreto, si arriva alla sede della Compagnia del Preziosissimo Sangue. E’ una camminata da fare soprattutto vicino alle festività pasquali, per recuperare una tradizione forte di devozione per la reliquia e scoprire luoghi incantevoli e segreti di Mantova.

Indicazioni di viaggio: per chi vuole fare un pellegrinaggio a chilometro zero. Preparatevi una scusa da tirare fuori se vi incontra qualcuno in un quartiere della città diverso dal vostro (e no, uscire per andare a comprare le sigarette non è più di moda).