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Il colpo di stato dei Gonzaga a Mantova ha una serie di caratteristiche che lo rendono unico. Il vero nome della famiglia era Corradi e Gonzaga si deve ad una sorta di rebranding. Luigi ha 60 anni quando prende il potere ed è una rarità per l’epoca, non solo essere vivi ma avere la tempra di organizzare una congiura.

Certo nessun dubbio sul fatto che quel martedì 16 agosto 1328 cambia la storia di Mantova che per almeno 4 secoli sarà governata dai Gonzaga.

Chi c’era prima dei Gonzaga? Tra Casaloldi e Bonacolsi

Mantova dopo i Canossa diventa un libero comune e parteciperà tra le altre iniziative alla Lega Lombarda che sconfiggerà l’imperatore Federico Barbarossa a Legnano. Poi arrivano i Bonacolsi ma… C’è un ma perché Dante quando si fa raccontare la storia di Mantova da Virgilio inserisce un particolare. Ecco la terzina dal XX canto dell’Inferno:
“Già fuor le genti sue dentro più spesse, 
prima che la mattia da Casalodi 
da Pinamonte inganno ricevesse.”

C’erano quindi i Casaloldi che governavano Mantova fino a quando Pinamonte Bonacolsi con un inganno sfrutta una qualche follia della famiglia. Il passaggio dal comune alla signoria non avviene bruscamente ma con una serie di modifiche graduali. I Bonacolsi sono capitani del popolo come lo saranno i Gonzaga dopo di loro. Saranno loro a costruire il Palazzo del Capitano e anche la Magna Domus, tutto a spese del comune. C’è ancora il loro palazzo di famiglia in piazza Sordello che all’epoca non era ancora una piazza ma un quartiere medioevale. L’ultimo dei Bonacolsi è il Passerino che in realtà si chiamava Rinaldo e non era uno stinco di santo.

I Gonzaga e la congiura: è sempre questione di rebranding

I Corradi vengono da Gonzaga e ad un certo punto decidono di lasciare cadere il cognome e usare solo il toponimo del loro luogo di origine. Forse è un modo per far dimenticare le loro origini popolari come grandi proprietari terrieri cresciuti all’ombra del monastero di San Benedetto in Polirone. Sicuramente oggi lo chiameremmo rebranding: Luigi decide infatti di far cadere il primo cognome e di utilizzare un nuovo brand. Certo che fa fatica a far dimenticare che la presa del potere è un vero e proprio omicidio a sangue freddo anche se i congiurati invocano la libertà del popolo di Mantova come causa delle loro azioni. Sarà nel 1494 che il marchese Francesco II Gonzaga commissionerà un quadro al pittore veronese Domenico Morone: è la Cacciata dei Bonacolsi che già nel titolo mette in evidenza che i cattivi sono i perdenti. Il dipinto racconta il momento cruciale della congiura, con combattimenti accesi e spargimento di sangue (addirittura si vede il dettaglio di un uomo con un piede tranciato che sanguina abbondantemente). Dopo un secolo e mezzo dagli avvenimenti il colpo di stato diventa a tutti gli effetti una lotta per la libertà.

Perché di martedì?

Quando racconto ai mantovani che i Gonzaga presero il potere di martedì qualcuno chiede come mai? Altri aggiungono che i Gonzaga hanno voluto sfidare la sorte visto che dalle nostre parti si dice “Né di Venere né di Marte, non si sposa non si parte, né si dà principio all’arte” . E la mia risposta è che non c’era il mercato che a Mantova si tiene di giovedì e anche che il nome del giorno deriva da Marte, dio della guerra, e forse questo fu considerato di buon auspicio. La storia del mercato è una battuta naturalmente: la presa del potere avviene in quel giorno della settimana perché la festa dell’Assunta del 16 agosto cadeva nel 1328 di lunedì. I Gonzaga sfruttano il fatto che in città si sia festeggiato e entrano di notte in una Mantova addormentata e che tutto si aspetta tranne un colpo di stato. La tradizione dice che Passerino Bonacolsi sia svegliato dagli strepiti di piazza ed esca dal palazzo del capitano a cavallo e indifeso. Sarà subito colpito a morte da uno dei congiurati e il suo corpo mummificato sarà conservato dai Gonzaga come porta fortuna.

Una città che cambia

La Mantova del 1328 è molto diversa da quella che vediamo oggi. I Gonzaga infatti interverranno in modo importante per trasformare la città in una loro piccola capitale. La prima cosa da evidenziare è che piazza Sordello non era una piazza ma un quartiere medioevale. Sarano proprio i Gonzaga a ordinarne la demolizione creando una sorta di palcoscenico del potere laico e religioso. La piazza prende infatti il nome dalla cattedrale che ci si affaccia: piazza grande di San Pietro (diventerà Sordello solo dopo che Mantova diventerà una città italiana con la terza guerra di indipendenza). Nella Mantova del 1328 non c’era il Castello di San Giorgio, il duomo e sant’Andrea erano ancora chiese romaniche e le mura arrivavano fino al Rio. Ancora una volta sono i Gonzaga ad allargare la cinta di mura facendole arrivare fino alla fossa magistrale (che si trovava nello spazio tra gli attuali viali della Repubblica e Risorgimento. Due ultime curiosità legate alla piazza: nel quadro di Domenico Morone si riconosce perfettamente piazza Sordello che però nel 1328 non c’era mentre invece così era la città nel 1494 quando il pittore realizza il dipinto. La seconda è legata ai ciottoli che pavimentano Piazza Sordello. Molti turisti si chiedono da dove vengano e una delle ipotesi è quella legata agli interventi del marchese Ludovico II Gonzaga per trasformare rendere Mantova più accogliente per la dieta lanciata dal papa Pio II Piccolomini, una sorta di G/ medioevale.

E’ la politica bellezza: i colpi di stato nessuno se li aspetta

Non sono solo i Gonzaga a prendere il potere con un colpo di stato. Era una consuetudine soprattutto nel 1400 quando le signorie si giocavano il potere su una città con le congiure. Pensiamo ad esempio a Francesco Sforza che prende il potere a Milano il 25 marzo del 1450 oppure a Federico da Montefeltro che diventa signore di Urbino a causa dell’uccisione del fratello il 23 luglio del 1444. Anche in epoca moderna di colpi di stato se ne sono visti tanti ma vorrei ricordare i due legati ai Bonaparte, una sorta di tradizione passata dallo zio al nipote. Napoleone prende il potere in Francia con un colpo di stato il 7 novembre del 1799 (per i francesi dell’epoca era il 18 brumaio) e lo farà anche suo nipote Luigi Napoleone Bonaparte che il 2 dicembre 1851 si autoproclamerà imperatore dei francesi con il titolo di Napoleone III.

Per approfondire

I Gonzaga nell’Enciclopedia Treccani

I Gonzaga: capitani, marchesi e duchi dal 1328 al 1707

Questo è il sesto appuntamento di una serie dedicata ai 10 giorni che hanno cambiato la storia di Mantova. Si tratta di una scelta personale che mi consente di raccontare Mantova in sintesi e in modo divertente e stimolante (almeno secondo me).
Eccovi la serie completa che sarà pubblicata a cadenza periodica.

I 10 giorni che cambiarono la storia di Mantova

1. 1422 La fondazione di Mantova da parte di Manto
2. 15 ottobre 70 A.C. Il Compleanno di Virgilio
3. 804 la scoperta della reliquia del Sangue di Cristo (12 marzo 1048 – sabato)
4. 24 luglio 1115 la morte di Matilde di Canossa (sabato)
5. 1190 intervento di Alberto Pitentino
6. 16 agosto 1328 i Gonzaga prendono il potere (martedì)
7. 16 giugno 1465 Mantegna inizia a dipingere nella Camera degli Sposi (domenica)
8. 2 aprile 1530 la festa a Palazzo Te per Carlo V (sabato)
9. 18 luglio 1630 il Sacco di Mantova (giovedì)
10. 7 dicembre 1852 L’esecuzione dei Martiri di Belfiore (martedì)