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Campanile del duomo, Casa del Mercante, Pasquale Festa Campanile, Torre della Gabbia, Voltone dell'arengario

Quando si cammina per la città dove si vive spesso ci si dimentica di alzare gli occhi. A Mantova questo accade anche ai mantovani, vuoi perché troppo presi dai loro affari, vuoi perché oramai hanno fatto l’abitudine alla bellezza del centro storico e non la scorgono più. Invece è proprio cambiando il punto di vista che si scoprono particolari interessanti e soprattutto le storie più divertenti o inconsuete. Oggi proviamo a suggerirvi di camminare con il naso all’insù per scorgere dettagli poco noti in una torre, un campanile o un voltone. Perché a Mantova alzare gli occhi vuol dire rendersi conto che la città è meravigliosa e se vi capita con un cielo azzurro come quello di questi giorni è un’emozione da non perdere (il quadro è un olio su tela di Giancarlo Businelli).
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In molte città ci sono luoghi che appaiono assolutamente normali però basta conoscerne un po’ la storia perché appaiano più spettrali o per meglio dire oscuri. Chi infatti pensa alle forche dei Martiri di Belfiore quando passeggia sul lungolago oppure non fantastica sul nome del Palazzo del Mago. Senza dimenticare tutta l’area di San Nicolò che sarà oggetto di un importante piano di riqualificazione e che vide non solo la presenza di due aree cimiteriali ma fu anche destinata a campo di concentramento mantovano durante la seconda guerra mondiale. E infine Sparafucile dove lo mettiamo con la sua storia equivoca celebrata da Giuseppe Verdi. Ebbene allora ecco altri 5 luoghi da aggiungere al nostro personale itinerario della Mantova oscura.