
Come i 5 laghi di Mantova? Ma non sono tre? Forse per i mantovani ma per tutti gli altri si tratta semplicemente del fiume Mincio che, uscito dal Lago di Garda, arriva a Mantova e si impaluda, come dice il padre Dante. E allora quanti sono davvero i laghi di Mantova? La domanda è mal posta perché occorre partire dalla definizione di lago o meglio da cosa i mantovani considerano un lago. E allora i laghi di Mantova sono davvero 5. Non ci credete? Provate a contarli nell’elenco seguente.
Lago Superiore
E’ il primo lago che si incontra quando si viene da Cremona e si scende lungo il cavalcavia che scavalca i binari della ferrovia. E’ anche quello che ha subito le modifiche maggiori dall’intervento del bergamasco Alberto Pitentino che nel 1190 circa costruisce il ponte diga dei Mulini e alza il livello del Mincio allargandolo fino a creare l’attuale lago che si riversa nel lago di mezzo attraverso lo scarico del Vasarone e oggi anche attraverso la micro centrale idroelettrica costruita vicino al luogo dove si trovava Porta Mulina. Il salto di circa tre metri tra i due laghi faceva funzionare i mulini che scompaiono a causa di un bombardamento americano alla fine della seconda guerra mondiale.
Lago di Mezzo
I nomi dei laghi di Mantova sono intelligenti e fanno capire immediatamente la loro collocazione. Si trova tra il ponte dei mulini e il ponte di San Giorgio ed è allo stesso livello del lago inferiore. Su questo lago si trovano sia la Cartiera Burgo, una specie di ponte di Brooklin che spesso appare con alle spalle le alpi innevate, e la locanda di Sparafucile, il sicario del Rigoletto verdiano e in realtà quello che rimane del borgo fortificato di San Giorgio. Qui stazionano inoltre le motonavi che effettuano le crociere sui due laghi (il lago superiore non è raggiungibile in quanto non esistono chiuse che consentano di superare il dislivello) e discendono il Mincio verso Governolo.
Lago Inferiore
E’ l’ultimo dei tre laghi prima che le acque tornino a chiamarsi Mincio in prossimità della Vallazza. Il lago inferiore è collegato al lago superiore dal Rio che sbuca all’interno di porto Catena, l’unico porto rimasto in città. E qui troviamo la skyline più famosa della città con i campanili, le torri, il castello di San Giorgio e il Palazzo ducale ma soprattutto il cupolone di S.Andrea. Il lago inferiore è chiuso tra il ponte di San Giorgio e il ponte di diga Masetti che scavalca uno stretto canale che lo collega alla Vallazza e dove torna ad essere “Mencio si chiama fino a Governol, dove cade in Po” (xx canto dell’Inferno, Divina Commedia).
Lago del Paiolo
Il quarto lago di Mantova non esiste più occupato da nuovi quartieri residenziali dopo essere stato prosciugato dagli austriaci per ragioni di salubrità cittadina. Eppure esiste ancora il canale del Paiolo e si può intravedere ancora la sede del lago più bassa rispetto ai terreni circostanti. Napoleone sfruttò questa conformazione della città per creare la cosiddetta “Grande Inondation” che avrebbe portato nuovamente Mantova ad essere un’isola completamente circondata dalle acque. Attraverso la chiusura della diga posta alla fine del canale del Paiolo (difesa da quella straordinaria opera difensiva che è il Forte di Pietole) l’acqua avrebbe allagato la zona sud della città reimpossessandosi dei suoi spazi e ricreando il quarto lago di Mantova.
Lago delle Grazie
E veniamo all’ultimo lago. Se chiedete ad un abitante delle Grazie dov’è il fiume vi manderà a Rivalta perché quello che lambisce il santuario è il Lago delle Grazie. Qui il Mincio compie una deviazione a 90 gradi e si dirige verso la città e qui si trovano canneti che trasformano quest’area nelle cosiddette Valli del Mincio. Ricche di avifauna e parco naturale sono ambienti umidi unici al mondo e bisogna sperare che riescano a sopravvivere all’inquinamento pesante delle acque. Qui la tradizione vuole nuotasse il coccodrillo oggi appeso alla navata della Chiesa delle Grazie. Da questa riva San Bernardino da Siena si recò a Mantova sul suo saio, steso a mo’ di surf sull’acqua, dopo che i suoi compagni lo avevano lasciato a riva per non svegliarlo. Non siete convinti che ci sia il lago delle Grazie? Come vi dicevo occorre intendersi sulle definizioni e visto che per la gente delle Grazie di lago si tratta chi siamo noi per smentirli?
Giacomo Cecchin
#Mantova2016
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