Tag
Charles Dickens, Giulietta e Romeo, il farmacista, lo speziale mantovano di Shakespeare, Mantova, Matteo Bandello, Romeo & Juliet, Romeo e Giulietta, Shakespeare, Verona, William Shakespeare

Oggi è il 23 aprile 2016 e quattrocento anni fa moriva William Shakespeare. La questione shakespiriana è ancora aperta: è esistito veramente? E se è davvero esistito ha viaggiato in Italia? Girano alcune voci che Shakespeare addirittura fosse italiano e si sarebbe allora chiamato Guglielmo Scuotilancia. E se fosse stato mantovano? Uno dei figli del duca Vincenzo I Gonzaga morto giovanissimo si chiamava Guglielmo Lungaspada e se invece di morire fosse finito in Inghilterra rapito per vendetta dagli amici di quell’ammirabile Critonio ucciso dal duca? Le cose si complicano ma ogni come siano andate c’è da spiegare da dove nasce il titolo del post: da una storia nata a Castel Goffredo, ambientata a Verona e copiata da William Shakespeare. Ecco come andò la storia.
“La storia di Romeo e Giulietta l’ha inventata Shakespeare. No! Come Verdi con Rigoletto copia Hugo, lo zio Will copia Matteo Bandello. Matteo Bandello è un cortigiano che lavora per i Gonzaga nel ‘500, a Castel Goffredo, e che si diverte a scrivere racconti.
Uno di questi si intitola “La sfortunata storia di dui infelicissimi amanti che l’uno di veleno e l’altro di dolore morirono con vari accidenti”: vi ricorda qualcosa? E’ proprio Romeo e Giulietta con alcune differenze e una di queste è che una famiglia si chiama Montecchi ma l’altra invece di Capuleti Capeletti (e perchè non agnolini?).
Verona è la location principale della storia e ancora ci lucra con il finto balcone e la finta tomba di Giulietta. Per Mantova invece meglio dimenticare la recensione di Romeo che oggi troveremmo su Trip advisor dove parla di pianto e dolore fuori delle mura di Verona. Lo stesso Charles Dickens quando sulle tracce di Romeo viene da Verona a Mantova descrive la nostra città come arrugginita e stagnante.
Sarà per questo che il farmacista mantovano vende il veleno a Romeo nonostante il veronese non abbia la ricetta e sia vietato dalla legge somministrare questo tipo di farmaci. Ma si sa vista la rivalità tra Mantova e Verona un veronese che compra un veleno e torna a Verona è una bella notizia.
Oggi la tragedia non funzionerebbe con i social: frate Lorenzo sarebbe riuscito a whattsappare Romeo che Giulietta non era morta ma dormiva, il farmacista mantovano gli avrebbe solo prescritto qualcosa di omeopatico per controllare l’ansia, tutti avrebbero seguito la storia su Instagram e commentato su Facebook e Shakespeare li avrebbe aspettati a C’è posta per te per sfruttare a pieno la forza mediatica dello scontro familiare. In fin dei conti meglio Shakespeare…
Mi sono accorto che questo blog è molto shakespiriano e se qualcuno ha voglia di leggere altro basta cliccare sulla categoria shakespiriana.
Giacomo Cecchin
Il figlio del Duca non si chiamava Guglielmo Lungaspada, era chiamato lungaspada come alias perche le piaceva giocare con le spade…