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Sabbioneta piccola atene

Sabbioneta, la città ideale di Vespasiano Gonzaga, colpisce i visitatori che la vedono immutata rispetto al tempo del fondatore. Eppure anche “la piccola Atene” o “nova Roma” ha subito le vicissitudini del tempo con modifiche molto evidenti (come ad esempio le due brecce nelle mura all’inizio del novecento con cui i suoi abitanti volevano rompere l’incantesimo del blocco) oppure lo spostamento delle statue cittadine (da un luogo all’altro della cittadina o addirittura da Sabbioneta a Mantova durante il periodo austriaco).
Prendiamo ad esempio la staua di Pallade Atena o Minerva che dir si voglia posta al centro della Piazza d’Armi.

In realtà non era quella la sua posizione al tempo di Vespasiano ed è cambiata anche la direzione dello sguardo della statua.
Nel 1584 la colonna fu innalzata al centro ideale della città, all’incrocio tra il cardo e il decumano (via Giulia e via Dondi) e così ancora si vede nelle mappe antiche e fino agli anni 30 del novecento. Poi per esigenze estetiche fu deciso lo spostamento al centro del giardino e di fronte alla Galleria degli antichi.
Quando si rimise la statua al suo posto le si cambiò anche la direzione dello sguardo.
All’epoca del duca Vespasiano Minerva guardava attenta il palazzo del Giardino, la residenza privata del signore di Sabbioneta, e “ne sottolineava il ruolo come fondatore della città e come garante sotto lo sguardo attento della dea, della protezione e della salvezza dei cittadini” (Elisabetta Roffia, Nonsolosabbioneta secondo, pag.83).
Si trattava di un Palladio, una statua che avrebbe dovuto proteggere la città.
Dopo la ricollocazione nel 1931 invece sembrò avere più senso rivolgere la dea verso la città e così la statua che aveva osservato per 347 anni il Palazzo del Giardino, da 85 anni invece guarda il profilo fatto di altane, cupole e campanili della città ideale.
Ultima notazione: durante gli ultimi restauri si è capito che le parti in marmo del monumento basamento e colonna sono di marmo di botticino e quindi realizzati all’epoca di Vespasiano e appositamente per questa funzione.E’ stata anche ribaltata la tradizione che voleva Minerva una preda di Luigi “Rodomonte” Gonzaga durante il Sacco di Roma (un souvenir d’altri tempi): oggi si tende a pensare che sia stata acquistata da Vespasiano, grande collezionista di anticaglie romane.
“Immobile come una statua” è un motto che a Sabbioneta non funziona ma, se avrete la pazienza di continuare a leggere il blog, scoprirete che non si applica nemmeno a Mantova.

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