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Gianni Rodari scrisse i Nani di Mantova ed in effetti come dargli torto visto tutti i luoghi che in Palazzo ducale sono legati alla piccola gente. Buffoni di corte o dame di compagnia i nani erano molto numerosi alla corte dei Gonzaga e ancora oggi occhieggiano dagli affreschi o rimangono legati ad un appartamento, purtroppo chiuso da tempo. Una curiosità: la guida rossa del Touring edizione 1914 a pag. 639 scrive “si passa all’APPARTAMENTO DEI NANI (32), composta di quattro salette e di camerini minuscoli della seconda metà del cinquecento, in cui abitavano i nani di corte; scendendo (scala fatta per nani, attenti alla piccolezza dei gradini), …
Ecco allora 5 luoghi naneschi a Palazzo ducale, in attesa di scoprirne altri…

Appartamento dei Nani – come ci racconta la Guida Touring del 1914 l’appartamento dei nani era uno dei luoghi più particolari del Palazzo ducale. Tutti i mantovani che hanno frequentato le scuole elementari prima degli anni ’80 hanno avuto la possibilità di vedere questi piccoli ambienti, poi chiusi per restauro per decenni e riaperti solo in occasione di un’apertura FAI durante le giornate di primavera. Poi naturalmente ci si sono messi gli storici dell’arte a spegnere le fantasie dei visitatori scoprendo che non di appartamento riservato ai nani si tratta ma di una riproduzione ridotta della Scala Santa di Roma, davanti a San Giovanni in Laterano.

Camera degli Sposi – Si chiamava probabilmente Lucia la piccola nana che ci osserva nella scena della famiglia della Camera degli Sposi (qui trovate l’articolo del prof. Rodolfo Signorini che presenta la sua ricerca sull’identificazione del personaggio della Camera degli Sposi). Doveva essere proprio una di famiglia per essere considerata degna di essere inserita nell’affresco di Andrea Mantegna insieme ai signori di Mantova. Inoltre è l’unico personaggio che fissa i suoi occhi in quelli degli spettatori chiamandoli a partecipare alla scena che si svolge sopra il camino. Ha in mano una piccola stoffa bianca con una cuffia che ricorda quella della sua padrona. Uno dei particolari più vivi della Camera picta.

Sala di Pisanello – forse non tutti notano il piccolo nano vestito da cavaliere che si trova in basso a destra, proprio sotto la leonessa dipinta da Pisanello. Nell’affresco che celebra i Gonzaga come cavalieri del ciclo bretone (e i Gonzaga il Graal lo avevano trovato visto che a Mantova si trovava la reliquia del Sangue di Cristo) c’è questo piccolo personaggio a cavallo con i colori della livrea gonzaghesca: il bianco, il verde e il rosso. Un particolare poco noto di uno degli affreschi più interessanti che si possono riscoprire a Palazzo ducale.

Appartamento grande di Castello – forse non tutti lo notano a prima vista eppure si scorge un piccolo nano nel dipinto che decora la sala  dei capitani del popolo nell’appartamento grande di Castello. Si tratta di una rappresentazione del Giuramento di Luigi Gonzaga dopo la presa del potere del 1328. Tra i soldati e i cortigiani che assistono alla scena troviamo anche lui, un piccolo nano che assiste impettito alla cerimonia, in primo piano, quasi al centro della scena.

Appartamenti di Isabella d’Este – Anche se non abbiamo immagini con la presenza di nani nella decorazione dell’appartamento di Isabella d’Este sappiamo dalle fonti storiche che la marchesa di Mantova ne aveva al suo servizio. Per questo è facile immaginare che alcuni nani la divertissero nelle sue stanze, sia quelle giovanili al piano nobile del Castello di San Giorgio sia negli appartamenti di Santa Croce. Proprio qui nel giardino segreto  avrebbero potuto allietare Isabella così come il nano Scocola faceva con il duca di Ferrara Borso d’Este, uno degli antenati della marchesana.

Giacomo Cecchin

(post modificato il 6 gennaio 2019 nella voce relativa alla nana della Camera degli Sposi sulla base delle ricerche del prof. Rodolfo Signorini. Qui di seguito trovate il testo originale.
<<Si chiamava Diamantina la piccola nana che ci osserva nella scena della famiglia della Camera degli Sposi. Doveva essere proprio una di famiglia per essere considerata degna di essere inserita nell’affresco di Andrea Mantegna insieme ai signori di Mantova. Inoltre è l’unico personaggio che fissa i suoi occhi in quelli degli spettatori chiamandoli a partecipare alla scena che si svolge sopra il camino. Ha in mano una piccola stoffa bianca con una cuffia che ricorda quella della sua padrona. Uno dei particolari più vivi della Camera picta.  (il nome Diamantina è un’ipotesi non suffragata da documenti d’archivio ma da un racconto contenuto nel testo Il Rinascimento italiano a piene mani . Questo scrivo per evitare che qualcuno citi questo piccolo testo divulgativo come un riferimento storicamente accertato)>>.

Giacomo Cecchin

#Mantova2016

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