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E’ la chiesa più amata dai mantovani e più frequentata dai turisti che spesso la scambiano per un battistero. La Rotonda di San Lorenzo è un meteorite romanico al centro di Mantova, città che invece vive più di gotico e rinascimento. La storia millenaria di questa chiesa è legata in particolar modo a Matilde di Canossa che, secondo la tradizione, ne volle la costruzione nelle forme del Santo Sepolcro di Gerusalemme per sciogliere un voto fatto dal padre Bonifacio e non realizzato a causa della sua morte improvvisa. Eppure in questi 934 anni dalla sua costruzione possiamo individuare almeno 5 date fondamentali per ripercorrerne le vicende.

312 – è la data riportata sul marmo che fa da architrave al portale che si trova di fronte alla scalinata e si apre sul piccolo sagrato che un tempo ospitava il piccolo cimitero della chiesa (ricordato dalla lapide con la scritta PAX). La data ricorda probabilmente la dedicazione di una chiesa a San Lorenzo, martirizzato proprio il 10 di agosto del 258, proprio in questo luogo e costruita secondo la tradizione su un sito occupato da un tempio pagano. Dell’epoca romana resterebbero a perenne ricordo le due colonne in pietra poste di fronte alla piccola abside che contiene l’altare. Forse questa era la chiesa più antica di Mantova considerando che nel 312 i cristiani sono ancora perseguitati (solo un anno dopo, nel 313, l’editto di Costantino consentirà di praticare liberamente il cristianesimo all’interno dell’impero).

1083 – la tradizione fa risalire a quest’anno l’edificazione della Rotonda di San Lorenzo per volere di Matilde di Canossa. La data è incisa sull’architrave dell’ingresso principale della Rotonda, quello in asse con l’abside e oggi inutilizzato per l’innalzamento del livello stradale). Matilde ha 35 anni e solo 6 anni prima aveva raggiunto il suo massimo successo politico con il perdono di Canossa che aveva visto la pacificazione tra il papa Gregorio VII e l’imperatore Entico IV nel castello sui colli reggiani. Secondo alcuni studiosi la Rotonda avrebbe potuto essere la cappella palatina di Matilde al fianco del suo palazzo (collocato forse nello spazio dell’attuale Palazzo della Ragione) ripetendo la struttura che si trova ad Aquisgrana, la capitale dell’impero di Carlo Magno. All’interno della Rotonda rimangono lacerti di affreschi, alcune formelle in terracotta e particolari in pietra provenienti da altre costruzioni. Da non perdere la salita al matroneo da una delle due scale ricavate nello spessore dei muri perimetrali.

1580 – è un anno fondamentale per la Rotonda perché il duca Guglielmo ne dispone la chiusura adducendo come causa il rumore proveniente dal vicino mercato di Piazza Erbe che avrebbe disturbato la celebrazione della messa. In realtà non abbiamo certezze sulla motivazione della soppressione anche se in effetti durante una visita pastorale al tempo del cardinale Ercole Gonzaga si scrive nella relazione al vescovo che il prete di San Lorenzo teneva cucina e dormiva nel matroneo. Nonostante la chiusura della Rotonda che sarà inglobata successivamente nelle case del ghetto ebraico resterà il ricordo di San Lorenzo, tanto che la parrocchia del centro città comprendente anche la Basilica di S.Andrea manterrà la dedicazione al santo della graticola.

1906 – e’ l’anno in cui il comune di Mantova autorizza la costruzione di una strada che colleghi piazza Erbe a Porto Catena. Per questo si iniziano a demolire le case che chiudevano la piazza del mercato collegando la Torre dell’Orologio alle case sull’altro lato. E’ ancora oggi impressionante vedere le foto senza la Rotonda con l’insegna di un macellaio e una piccola croce in alto sopra le case (forse ancora quella che si vede oggi sulla piccola lanterna della chiesa). Durante le demolizioni si vedono le fondazioni, i muri e le colonne della Rotonda e si decide di ricostruirla prendendo a modello quella di Almenno San Bartolomeo in provincia di Bergamo. Nel 1911 i lavori sono praticamente completati ma sta arrivando la prima guerra mondiale e tutto si blocca.

1926 – è l’anno della consacrazione della Rotonda che viene affidata ai terziari domenicani il cui cappellano Padre Celestino Battaglia la ottiene dal soprintendente Clinio Cottafavi. E’ la provvidenza dicono i credenti, è un colpo di fortuna direbbero gli altri che la Rotonda ci sia ancora. Infatti dopo la fine della guerra e il termine dei lavori l’intendenza di finanza proprietaria del terreno su cui sorge la chiesa cerca una parrocchia cui affidarla ma nessuna accetta spaventata dalle spese. E’ una situazione di stallo della quale tenta di approfittare la famiglia Gallico che ha appena terminato di edificare il palazzo che tutt’ora si trova dietro la Rotonda. Se infatti si ottenesse il permesso di demolire la chiesa, gli appartamenti del palazzo aumenterebbero il loro valore perché avrebbero come vista la piazza e la basilica di S.Andrea. Ma tutto si ferma proprio per l’intervento di padre Battaglia e la Rotonda è ancora lì ad accogliere chiunque voglia entrarvi.

Giacomo Cecchin

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