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Appartamento degli Arazzi, Arazzi, Cappella Sistina, Ercole Gonzaga, Felice Campi, Leone X, Palazzo Ducale, Raffaello
Oggi a Palazzo Ducale si entra gratis e può essere l’occasione per riscoprire alcuni particolari che sfuggono ai più. E’ il caso dell’Appartamento degli Arazzi che posto al termine dell’attuale percorso trova i visitatori stanchi e poco inclini all’attenzione. E invece si tratta di uno dei tanti capolavori conservati nel Palazzo Ducale. Ecco allora il suggerimento per la visita di oggi o in occasione di un prossimo ingresso nella Reggia dei Gonzaga: andate subito all’appartamento degli arazzi e provate ad osservarli attentamente, non ne rimarrete delusi, anzi.
La pesca miracolosa – è l’unico arazzo restaurato dei 9 originali presenti a Mantova ed è l’unico appeso come se fosse una tenda e non inquadrato nelle cornici come gli altri. E questo consente di vedere due particolari che altrimenti rimarrebbero nascosti. Provate ad osservare la cornice blu scuro in tessuto che circonda la pesca miracolosa. Se guardate in basso a sinistra, appena dietro la porta aperta intravedete la doppia B che ne segnala la provenienza da Bruxelles, mentre nell’angolo in basso a destra potete scorgere un simbolo che dovrebbe rappresentare la firma, il marchio, dell’arazziere che li ha fatti.
I finti arazzi – la serie degli Arazzi arrivata a Mantova è composta da 9 arazzi. Quando gli austriaci decidono di portare gli arazzi in Palazzo Ducale e li appendono nell’appartamento si trovano di fronte ad un problema: le stanze sono 4 e le pareti 16, cosa mettiamo sulle 7 rimaste vuote? Chiedono allora al pittore mantovano Felice Campi (quello che “restaura”, si fa per dire visto il risultato, il telero di Rubens con la famiglia Gonzaga in adorazione alla Trinità) di realizzare dei finti arazzi, delle tele dipinte per cui si ispira alla serie nuova conservata in Vaticano. Riuscite a distinguere i veri dai finti arazzi?
Pavimento in cotto – è un particolare che di regola sfugge quello del pavimento in cotto che si trova nella seconda stanza dell’appartamento degli arazzi (seconda con l’itinerario attuale ma la si riconosce perché è la più piccola delle quattro). Presi come siamo a guardare i soffitti decorati in stile neoclassico e gli arazzi illuminati quasi nessuno guarda dove mette i piedi. Un pavimento di questo tipo è rarissimo da trovare in un palazzo ducale dove sono stati quasi tutti rifatti alla veneziana. Verrebbe voglia, ma sconsiglio di farlo, di camminarci sopra a piedi scalzi. Allora provate anche solo a sfiorarlo: un’esperienza da non perdere.
Il committente papa Leone X – gli arazzi originali furono realizzati su cartoni di Raffaello e commissionati dal papa Leone X per la Cappella Sistina. La versione di Mantova riprende in tutto e per tutto quella romana tranne che per le cornici, su cui in alto a sinistra e destra furono cuciti gli stemmi gonzagheschi. Ecco allora che non è strano che nell’Arazzo che rappresenta la predica di San Paolo agli Ateniesi si trovi il ritratto di Leone X (al secolo Giovanni de ‘Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico). E’ l’uomo abbastanza corpulento e con una berretta rossa che fissa il santo mentre alza le mani durante un momento particolarmente intenso della predica.
La guarigione dello storpio – E’ l’ultimo arazzo che si vede in uscita dall’appartamento ed è molto interessante dal punto di vista iconografico e per il particolare delle colonne tortili. Probabilmente era l’arazzo posto di fronte al trono del papa nella Cappella Sistina durante le celebrazioni. Pietro è il primo papa e Leone come pontefice è uno dei suoi discendenti, inoltre Pietro in questo episodio agisce da medico, un chiaro riferimento alla famiglia fiorentina dei Medici da cui proviene il papa. Un’ultima curiosità: le colonne tortili dell’arazzo sono quelle del Tempio di Gerusalemme. A Mantova Giulio Romano le inserisce nella facciata della Rustica, a Roma Bernini le utilizza per il baldacchino che in San Pietro copre l’altare.