Il 1 dicembre cade la festa di S.Eligio, S.Alò per i mantovani, un santo francese patrono degli orefici e dei maniscalchi. Quest’anno ho avuto l’onore di raccontare alcuni episodi della vita del santo e parlare dell’altare a lui dedicato in Duomo al termine della messa che ha visto la partecipazione di una delegazione di orefici di Mantova e provincia.
Ecco in breve un profilo di Eligio.
Il futuro santo nasce nel Limosino in Francia nel 588 e muore a 72 anni a Noyon il 1 dicembre del 660. S.Eligio è il patrono degli orafi, dei gioiellieri, degli orologiai, dei maniscalchi e dei fabbri.
A Mantova gli sono dedicati: un altare in Duomo (il primo della navata destra) e uno nella chiesa di Santa Maria della Carità oltre alla torre di Sant’Alò, in piazza Arche*.
Il nome Eligio viene dal latino “electus”, nel senso di scelto da Dio** mentre Alò potrebbe venire da una deformazione dialettale di Aloi, Eligio in langue d’oeil.
La storia che ha reso Eligio patrono degli orefici è legata al periodo in cui è apprendista alla zecca reale. Il re Clotario II su indicazione del soprintendente affida al futuro santo l’incarico di realizzare un trono d’oro fornendogli la quantità necessaria. Eligio riesce a realizzarne addirittura due, senza sprecare nessuna parte del metallo prezioso.
In realtà l’altare del Duomo di Mantova è stato voluto dai fabbri e dai maniscalchi, altra categoria posta sotto la protezione del santo. Prova ne sia il fatto che proprio in cima alla cancellata in ferro battuto sono rappresentati un’incudine e un martello. Eligio viene spesso rappresentato con delle pinze e delle tenaglie***, chiodi e ferri di cavallo e tutti gli arnesi del mestiere oltre al grembiule da lavoro.
Eligio viene in ogni caso ricordato per alcune opere di oreficeria come ad esempio il calice di Chelles o il sepolcro di San Martino a Tours (anche se molte furono disperse dopo la rivoluzione). A Mantova tra l’altro via Orefici è una delle poche vie del centro che fanno ancora riferimento ad una professione che vi veniva esercitata (mentre è scomparsa la dicitura di contrada degli Orefici ebrei per l’attuale via Spagnoli).
La santità di Eligio deriva dal suo mettersi al servizio degli altri. Infatti lascia la zecca e si fa sacerdote nel 641 per poi essere eletto vescovo di Noyon due anni dopo. Da lì fonderà monasteri e di dedicherà all’evangelizzazione del territorio occupato dall’attuale Olanda. Gli vengono attribuiti numerosi miracoli e uno di questi è proprio quello che viene rappresentato nella pala del Duomo di Mantova.
L’episodio viene raccontato in almeno due versioni. Nella prima (che è quella rappresentata in cattedrale) Eligio deve ferrare un cavallo particolarmente irrequieto perché posseduto dal demonio. Il santo decide allora di evitare guai tagliando la zampa al cavallo, mettendo il ferro e poi riattaccandola. E’ proprio questo momento che viene rappresentato nella pala dell’altare mantovano dove Eligio sta riattaccando i due monconi da cui sprizza ancora il sangue.
La seconda versione invece racconta dell’insegna che il futuro santo avrebbe messo alla sua bottega di maniscalco: c’era scritto “Sono il maestro di tutti”.
Un cavaliere arriva per ferrare il suo cavallo e contesta il titolo. Per dimostrare di essere il migliore taglia la zampa al suo cavallo, la ferra con un solo colpo di martello e poi la riattacca facendo il segno della croce. Eligio tenta di imitarlo ma non riesce e allora capisce che il cavaliere è in realtà il Cristo che ha voluto metterlo alla prova.
Non vi resta che andare in Duomo a dare un’occhiata a questo elegante altare dedicato ad un santo tra i più venerati.
Ringrazio Elena Pinzetta, presidente Federpreziosi Confcommercio Mantova, per l’opportunità che mi ha dato di poter parlare di S.Eligio in occasione della festa del santo sabato 1° dicembre 2018.
* La torre è alta circa 20 metri e 50 centimetri e faceva parte della cinta difensiva di Mantova. Forse dedicata a Sant’Eligio perché nei pressi delle scuderie gonzaghesche.
** E’ interessante che il motto di papa Francesco utilizzi proprio il termine eligendo nel senso di scelta. Il motto è Miserando atque eligendo (qui ne trovate una spiegazione).
*** Un episodio che vede protagonista il santo è quello dove Eligio tiene il diavolo per il naso con le sue pinze da maniscalco.
S.Alò, ovvero S.Eligio, un santo tra orefici e maniscalchi
01 sabato Dic 2018
Posted Curiosità, Storia Locale
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