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Oggi gli odori delle città sono meno forti che in passato (e meno male potremmo dire visto che non esistevano fognature e ognuno faceva da sè) ma esistono ancora. Basta infatti camminare per le vie di Mantova per accorgersi che, soprattutto a primavera e all’inizio dell’estate, le vie hanno un loro profumo e odore. E’ una visita “olfattiva” e un modo per tornare al passato: quando le città si riconoscevano dagli odori delle loro attività, dai profumi dei loro alberi o frutti e dalle esalazioni dei rifiuti gettati e lasciati nelle vie. Ecco allora una personale scelta di 5 vie dove la città ti prende per il naso.

Via Gilberto Govi – partite da via Massari e andate verso la fine di via Govi. Fatelo nell’orario prima di pranzo o prima di cena e sarete immersi in un profumo di cucina incredibile. Forse per come si incanalano le correnti d’aria gli odori del ristorante che si trova su via Trieste vi avvolgono come se foste in una galleria del vento. Naturalmente questi aromi culinari che sono tipicamente italiani si trovano anche in altre vie di Mantova ma qui sono particolarmente intensi e da provare.

Piazza Bertazzolo – siamo all’interno dell’ex Ghetto ebraico e i quattro tigli della piazzetta offrono un profumo intenso durante la fioritura. E’ come immergersi in un aerosol naturale e, con l’umidità e il caldo che spesso troviamo a Mantova, addirittura in una tisana. Ho scelto questo luogo perchè chiuso e limitato ma per chi volesse sperimentare il profumo della fioritura dei tigli a Mantova ci sono molte altre possibilità come ad esempio la zona nei dintorni di Palazzo Te dove, soprattutto dopo piogge intense, sul terreno si trovano i disegni lasciati dalle infiorescenze degli alberi che seguono i rivoli d’acqua verso i tombini.

Vicolo Dogana – un vicolo poco conosciuto eppure di grande passaggio, soprattutto per chi si diriga dal parcheggio del Lungolago verso il centro città. Ebbene qui si viene aggrediti da un profumo di gelsomino e basta alzare gli occhi per vedere delle cascate di fiori scendere dall’alto dei muri che proteggono i giardini. Come spesso accade a Mantova, infatti, sia le case sia i mantovani nascondono più di quello che si vede. La città dall’alto è verdissima, un elemento che girando per le vie non si vede. Stesso dicasi per il cuore dei mantovani che è grande ma va scoperto a poco a poco.

Vicolo Sottoriva – quando si parla di percorso olfattivo non si deve pensare solo ai profumi ma anche agli odori. Ho scelto questo vicolo perchè qui, soprattutto d’estate, l’acqua di Mantova fa sentire la propria presenza. Un odore di acqua ferma (di freschino*, direbbero in città) che aggredisce le narici e fa ricordare ai mantovani perchè il Rio fosse un canale che scorreva tra le case senza in modo nascosto e rivelandosi solo in corrispondenza dei ponti. Tra l’altro considerando che un tempo questo rigagnolo serviva anche da canale di pulizia per i resti delle beccherie (il macello che si trovava nella zona del campanile di San Domenico) e delle pescherie possiamo solo immaginare quale fosse il livello di odore che vi si trovava soprattutto d’estate.

Il cortile dell’Archivio di Stato – uno dei luoghi più intimi e più suggestivi di tutta Mantova: parlo del cortile dell’Archivio di Stato che si trova tra via Ardigò e via Dottrina Cristiana (lo vedete nella foto dall’alto a corredo di questo articolo). Per vivere a pieno questa esperienza bisogna camminare nel cortile più piccolo, quello che collega esternamente l’androne che si apre sulla sinistra della chiesa della Trinità e la sagrestia. Qui l’erba nasconde moltissime piante di mentuccia che calpestate sprigionano un aroma inconfondibile che fa venire voglia, a seconda dei gusti, di the alla menta, di agnello alla salsa di menta o semplicemente di un mojito. Un’esperienza da fare soprattutto verso sera, dopo che il sole ha battuto senza requie l’erba, e la menta sprigiona tutta la sua forza aromatica.

*l’espressione dialettale “odor di freschino” fa riferimento a quell’odore che si sente nei bicchieri lavati e asciugati male e che è insopportabile.