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Sembra quasi una filastrocca e invece sono gli elementi che troviamo vicino ai santi che affollano la pala d’altare di Fermo Ghisoni, verso la fine della mostra “Con nuova e stravagante maniera” che chiuderà il 6 gennaio. Sono figure fondamentali perché senza di loro diventa difficile identificare i nomi dei personaggi che affiancano il trono della Vergine con il bambino.
E infatti quello mancante (il leone*) rende ambiguo il santo con la barba posto sulla sinistra di chi guarda che potrebbe essere San Paolo (ma manca la spada) e invece è San Gerolamo. Che manchi il leone lo si capisce dal disegno (vedi in fondo a questo articolo) posto a fianco del dipinto in mostra dove appare proprio nell’angolo in basso a sinistra del quadro, vicino ai piedi di Santo Stefano, il protomartire che si festeggia proprio oggi (26 dicembre). Lo si riconosce perché ha in mano i sassi** che saranno il suo strumento di martirio visto che Stefano è il primo martire (proto appunto) cristiano e viene lapidato.
Passiamo poi sulla parte destra del quadro dove troviamo San Giorgio, perfettamente riconoscibile non solo per l’armatura e la lancia ma soprattutto per il drago***. Un mostro che occupa tutta la parte bassa del dipinto e che apre la bocca saettando una lingua quasi evanescente. E da ultimo il maiale**** o dovremmo dire il cinghialotto che, proprio nell’angolo in basso a destra, si intravede tra la lancia e il bastone di Sant’Antonio Abate che ha in mano anche una campanella.
Pochi si accorgono del cinghialino che si perde nero sul fondo scuro. Lo si vede bene nel disegno dove è un vero e proprio maiale ma basta avvicinarsi per essere colpiti dal suo sguardo tra lo smarrito e il guardingo che è un vero e proprio colpo di teatro nel quadro.
Non tutti notano questi particolari, visto che il quadro è alla fine di un percorso molto lungo che porta i visitatori dal Castello di San Giorgio alla Palazzina della Rustica. Ma chi non riuscisse ad andare alla mostra non disperi: il dipinto è custodito al Museo Diocesano di Mantova ed è assolutamente da non perdere proprio per questi dettagli, i più vivaci, in un quadro altrimenti poco interessante se non dal punto di vista iconografico.

Per approfondire
* San Gerolamo e il Leone
** Santo Stefano e i sassi
*** San Giorgio e il Drago
**** Sant’Antonio abate e il maiale