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Quest’anno per gli auguri ai lettori di Mantovastoria scelgo una Natività che si trova nelle Logge di Raffaello in Vaticano. L’anno prossimo ricorre il cinquecentenario della morte del pittore di Urbino e quindi il 25 dicembre del 1519 fu l’ultimo Natale dell’artista simbolo del Rinascimento italiano.
Raffaello muore a Roma il 6 aprile del 1520, il Venerdì Santo, a soli 37 anni lasciando la bottega al suo più fidato collaboratore Giulio Romano. E’ un artista talmente amato e ammirato che non solo viene sepolto al Pantheon ma alla sua morte gli ambasciatori registrano segni come un terremoto e i cieli in tempesta, così come era successo a Gerusalemme quando era spirato Cristo.
Da Roma Pandolfo Pico della Mirandola scrive a Isabella d’Este che il papa, per paura, “dalle sue stantie è andato a stare in quelle che feze fare papa Innocentio”.
Questa analogia tra il “divino” Raffaello e il messia è rafforzata dal fatto che l’artista muore proprio il Venerdì Santo.
A Mantova noi non abbiamo opere di Raffaello ma Palazzo Te è frutto del genio del suo allievo prediletto Giulio Romano (che tra l’altro chiamerà il suo unico figlio Raffaello, come omaggio al suo padre putativo) e a Palazzo Ducale troviamo la serie degli Arazzi raffaelleschi, tessuti in Fiandra su cartoni dell’Urbinate, e che sono un esempio imprescindibile della sua arte.
Tornando alla Natività nell’immagine chiudiamo con una curiosità: l’affresco lo dipinge probabilmente Perin del Vaga, uno dei giovani della bottega di Raffaello, autore invece solo del disegno iniziale e dell’idea o che in ogni caso aveva dettato le linee della decorazione delle Logge vaticane. Raffaello è un artista moderno che coordina e gestisce una bottega che è, a pieno titolo, considerata una delle più importanti del Rinascimento italiano.
Per approfondire:
– Le logge Vaticane
– Raffaello
– Le celebrazioni per il cinquecentenario della morte: Il giornale dell’arte, La mostra alle Scuderie del Quirinale
– Gli arazzi del Palazzo Ducale di Mantova su questo blog
– I cartoni degli arazzi raffaelleschi al Victoria and Albert Museum di Londra