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Quest’anno ho partecipato con grande entusiasmo alle celebrazioni per i 250 anni dell’arrivo a Mantova di Leopold Mozart con il figlio Wolfgang Amadeus. E’ stato bellissimo fare un viaggio nel tempo e vedere la nostra città alla fine del settecento insieme all’Orchestra da Camera di Mantova.

E’ stato un modo per cambiare il punto di vista e immaginare cosa volesse dire viaggiare in un’epoca in cui la velocità media degli spostamenti era di 6/7 kilometri all’ora. All’epoca dei Mozart il tempo del viaggio era lo stesso che nell’antica Roma.

Ma un’altra cosa mi ha colpito mentre leggevo libri sui viaggi italiani di Mozart: questo bambino, poi ragazzo e uomo visse sempre in movimento. Amadeus visse 13.097 giorni che corrispondono a 35 anni, 10 mesi e 9 giorni. Ebbene di questo tempo quello che passò in giro per l’Europa fu pari a 3720 giorni ovvero 10 anni, 2 mesi e 8 giorni per un totale di 17 viaggi.

Un terzo della vita di Wolfgang Amadeus Mozart fu dedicata al viaggio, allo spostamento, al cambiamento. Ecco cosa scrive un Mozart poco più che ventenne al padre Leopold, da Parigi l’11 settembre 1778.

“L’unica cosa che mi disgusta a Salisburgo, glielo dico con franchezza, è che non si può avere un giusto rapporto con la gente e che la musica non è considerata come dovrebbe.
L’Arcivescovo non giudica intelligenti coloro che hanno viaggiato, perchè, gliel’assicuro senza viaggi (per lo meno per chi si dedica all’arte e alla scienza) si è davvero dei poveri tapini!
Le assicuro che se l’Arcivescovo non mi consente di fare un viaggio ogni due anni, io non posso assolutamente accettare il mio impiego: una persona di talento mediocre resta sempre mediocre, sia che viaggi oppure no, ma una persona di talento superiore (come, senza mancare di umiltà verso Dio, non posso negare di essere) si immiserisce se rimane sempre nello stesso luogo”.

E’ una lettera intensa e commovente e che, sintetizzandone il pensiero e utilizzando il dialetto, potrebbe essere condensata nel detto veneziano:
VIAGIAR DESCANTA MA CHI PARTE MONA TORNA MONA.