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16 giugno 1465, Andrea Mantegna, camera degli sposi, Camera Picta, Castello di San Giorgio, finto graffito, Giacomo Cecchin, i 10 giorni che cambiarono la storia di Mantova, Mantegna, Mantova

Camera degli Sposi o Camera Picta? Entrambe le definizioni sono corrette per questo ambiente del Castello di San Giorgio dipinto da Andrea Mantegna su incarico del marchese Ludovico II Gonzaga. Oggi lo definiremmo uno spazio multipotenziale perché rispondeva a più funzioni: studiolo, stanza per ricevere gli ospiti illustri, camera da letto. Con la Camera degli Sposi il Rinascimento è ufficialmente arrivato a Mantova. Un ambiente così pieno di storie, personaggi, curiosità che ogni volta che lo si visita si scoprono dettagli diversi.
E’ per tutti questi motivi che ho scelto quella domenica 16 giugno del 1465 come uno dei 10 giorni che ha cambiato la storia di Mantova.
Perché Andrea Mantegna a Mantova? Cercava il posto fisso…
Andrea Mantegna è il più grande pittore del quattrocento italiano. Nasce ad Isola di Carturo probabilmente nel 1431, il padre lo manda a scuola di pittura dallo Squarcione a Padova e lì il ragazzo inizia una carriera folgorante che poi lo porterà a Mantova nel 1460. Ma perché un artista del suo calibro decide di diventare pittore di corte dei Gonzaga? Io scherzando dico che cercava un posto fisso perché non ne poteva più dei clienti che non capivano la sua arte come accade con Imperatrice Ovetari che gli fa causa per il cantiere della chiesa degli Eremitani a Padova.
E’ una scelta diversa rispetto a quella di suo cognato Giovanni Bellini che rimarrà sempre un libero professionista e si permette addirittura di dire dei no a Isabella d’Este. A Mantova Mantegna arriva al culmine della carriera accompagnando la città nel pieno del Rinascimento fino a morire nel 1506.
La camera del Castello di San Giorgio
Mantegna aveva già lavorato per la decorazione della cappella del Castello di San Giorgio con alcune tavole che sembra possano essere identificate con quelle degli Uffizi e comprendevano probabilmente anche la Morte della Vergine conservata al Prado. La Camera degli Sposi però è il suo cantiere mantovano più importante. La tradizione vuole che l’idea di affrescare una stanza nel Castello sia venuta al marchese Ludovico II quando il papa Pio II Piccolomini viene a Mantova nel 1459 per la Dieta. I Gonzaga lasciano al pontefice gli ampi spazi del Palazzo del Capitano e si spostano nella rocca. Le stanze sono piccole e poco illuminate e per questo Andrea Mantegna chiede a Luca Fancelli di alzare la volta della camera e di spostare le finestre sui lati da centrali che erano. Si nota lo spostamento osservando la torre del castello dall’esterno dove si vedono le bifore tamponate poi diventate finestre rettangolari.
Si inizia il 16 giugno del 1465 e si chiude nel 1474
E’ davvero il primo giorno di lavoro il 16 giugno del 1465? Non lo sappiamo ma è la data dipinta a finto graffito a mezza altezza della parete vicina alla finestra che si apre a sinistra della scena di famiglia. Era una domenica e chi lo sa se Mantegna faceva gli straordinari. Sicuramente possiamo dire che era un artista molto meticoloso e il marchese Ludovico II si lamenta continuamente per i ritardi accumulati da Mantegna durante il cantiere. Spezziamo una lancia a favore del pittore considerando che agli affreschi si lavorava di regola l’estate in modo che la pittura potesse asciugare più rapidamente e quando c’era luce sufficiente e quindi i tempi si dilatavano. La data di conclusione del cantiere della Camera degli Sposi la si ricava dalla lapide dedicatoria che Mantegna dipinge sopra la porta della scena dell’incontro facendola reggere da putti con le ali di farfalla. E’ il 1474 ed è splendida l’espressione latina che il pittore usa per definire il suo capolavoro: opus hoc tenue, un’opera piena di dettagli.
Le storie della Camera Picta
Sono tante le interpretazioni che si danno delle storie rappresentate nella Camera Picta e la più accreditata è quella del prof. Rodolfo Signorini che parla di un momento ben preciso della vita di Ludovico II Gonzaga. A Milano ci sono dei disordini e la duchessa chiama il marchese mantovano che era a capo delle milizie milanesi. E’ questo il messaggio che dovrebbe essere contenuto nella lettera tra le mani di Ludovico, seduto a fianco della moglie Barbara di Brandeburgo e circondato dai figlie e dalle figlie. Durante il viaggio verso Milano, probabilmente a Bozzolo, il marchese incontra i figli che vengono da Milano, il secondogenito Francesco, primo a rivestire la carica di cardinale tra i Gonzaga, e il primogenito Federico. Alle loro spalle una Roma ideale con i suoi monumenti principali. Al centro della volta il famoso occhio, una prospettiva aerea che fa entrare nella camera l’azzurro del cielo e il bianco delle nuvole. Un vero capolavoro, una sorta di portale che apre squarci sulle storie, i personaggi e le vicende della casata.
Le bombe alleate cambiano la storia
Fino al XVIII secolo c’erano tre luoghi di Italia dove si potevano osservare degli affreschi di Andrea Mantegna: la Camera degli Sposi, la cappella realizzata a Roma per il papa Innocenzo VIII e la cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani. Nel 1778 in Vaticano fu demolita la cappella decorata da Mantegna per fare posto al museo Pio Clementino e gli affreschi andarono persi. Chi veniva in Italia per vedere Mantegna andava allora a Padova per la maggior facilità di accesso agli affreschi rispetto alla Camera degli Sposi. Ci pensarono gli alleati a cambiare le cose con un bombardamento degli alleati dell’11 marzo del 1944 che colpi la chiesa degli Eremitani distruggendo la cappella degli Ovetari e gli affreschi di Mantegna solo in parte conservati e recentemente oggetto di un restauro. La Camera degli Sposi grazie ad un papa e alle bombe alleate è rimasto quindi l’unico luogo dove poter vedere degli affreschi di Andrea Mantegna.
Per approfondire
– La Camera Picta nel sito del Museo di Palazzo Ducale di Mantova – sito Lombardia Beni Culturali
– 5 particolari da non perdere nella Camera degli Sposi tra mele, scritte e un indice isolato
– Rivedi la Camera degli Sposi nella puntata di Mantova Segreta
Questo è il quinto appuntamento di una serie dedicata ai 10 giorni che hanno cambiato la storia di Mantova. Si tratta di una scelta personale che mi consente di raccontare Mantova in sintesi e in modo divertente e stimolante (almeno secondo me).
Eccovi la serie completa che sarà pubblicata a cadenza periodica.
I 10 giorni che cambiarono la storia di Mantova
1. 1422 La fondazione di Mantova da parte di Manto
2. 15 ottobre 70 A.C. Il Compleanno di Virgilio
3. 804 la scoperta della reliquia del Sangue di Cristo (12 marzo 1048 – sabato)
4. 24 luglio 1115 la morte di Matilde di Canossa (sabato)
5. 1190 intervento di Alberto Pitentino
6. 16 agosto 1328 i Gonzaga prendono il potere (martedì)
7. 16 giugno 1465 Mantegna inizia a dipingere nella Camera degli Sposi (domenica)
8. 2 aprile 1530 la festa a Palazzo Te per Carlo V (sabato)
9. 18 luglio 1630 il Sacco di Mantova (giovedì)
10. 7 dicembre 1852 L’esecuzione dei Martiri di Belfiore (martedì)