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Copertina Philippe Daverio

La Buona Strada – Un bel libro questo di Philippe Daverio che suggerisce 127 passeggiate in Lombardia (con sconfinamenti in zone limitrofe) e invita a mettersi in viaggio con mete poco conosciute o presentate in ogni caso in modo inedito e interessante. La sorpresa (per chi non ci vive) è di scoprire la Lombardia e Milano come una delle zone a più alta densità di monumenti, cittadine, musei o chiese che meritano un viaggio.
Philippe Daverio poi presenta queste “gite” con riferimenti all’attualità, curiosità e storie poco note che catturano l’attenzione del lettore.
Proviamo a vedere i 5 itinerari mantovani che naturalmente partono da Mantova ma arrivano fino a Sabbioneta e Suzzara e dedicano ben 2 pagine al Santuario delle Grazie: dal coccodrillo alla tomba di Baldassarre Castiglione. Eccovi i titoli:
Mantova – New York (ma del Rinascimento) su Mantova
Sabbioneta – Il Teatro low cost dell’erede di Palladio
Santuario delle Grazie – Ex-voto e un coccodrillo appeso al soffitto
Suzzara – Tesori della pittura e meraviglie agresti
Le Grazie e Mantova – Le tracce (barocche) del Cortegiano

Uniche due annotazioni proprio su quest’ultimo itinerario:
1. “di lui riposa la memoria ma non il corpo” – in realtà nella cappella sepolcrale del Santuario delle Grazie e nel monumento funebre realizzato da Giulio Romano riposa anche il corpo di Baldassarre. Infatti il Conte Castiglione muore a Toledo nel 1529 ma la madre Luigia Gonzaga ne volle traslare il corpo alle Grazie un anno e mezzo dopo la morte del figlio.

2. “Ma la pietra che adorna il portone d’ingresso è rimasta intatta” – parlando dell’attuale Palazzo Castiglioni (prima palazzo Bonacolsi) si fa riferimento alla pietra che adorna il portale d’ingresso. All’epoca di Baldassarre questo arco in marmo completamente istoriato non era parte del palazzo di famiglia ma era in realtà l’ingresso del monastero femminile di San Giovanni delle Carrette (collocazione attuale piazza San Giovanni nei pressi di Palazzo d’Arco). Infatti le decorazioni del portale riprendono imprese e simboli cari a Isabella d’Este come il candelabro a un braccio o la sigla dell’Alfa e dell’Omega.

Ma questo è voler essere “sofistici” in realtà il libro è molto divertente e stimolante e assolutamente da non perdere. Eccovi il testo del libro riferito a Baldassarre Castiglione.

Aveva ventun anni quando morì, la poetessa Ippolita Torelli, figlia del conte di Guastalla e di una Bentivoglio di Bologna, moglie di Baldassarre Castiglione. Correva l’anno 1520. Lui, il vedovo umanista, si fece prete, scrisse il noto Cortegiano, finì nunzio apostolico di Clemente VII e morì di febbre, a Toledo in Spagna, all’età di cinquant’anni. Ecco perché di lui riposa la memoria ma non il corpo, nel cenotafio che fu per lui disegnato da Giulio Romano mentre il sommo architetto progettava Palazzo Te a Mantova. Guardatelo con attenzione, e già vi potrete intuire il primo segno di passaggio dal Rinascimento alla Maniera e al Barocco. E questo ci porta nella chiesa di Santa Maria delle Grazie fuori Mantova, nota per la sua potente raccolta di ex voto. Poi tornati in città, di fronte a Palazzo Ducale, sulla piazza, esiste ancora la casa dove egli abitava. Oggi ha cambiato destinazione. Ma la pietra che adorna il portone d’ingresso è rimasta intatta, con un decoro intagliato quattrocentesco che testimonia i brividi sottili del Rinascimento nascente. Solo in Italia esiste il museo diffuso, che vi consente di passar la mano e accarezzare gli stessi rilievi che furono toccati dal garbo dei più garbati gentiluomini del Cinquecento, e passare dal Rinascimento esordiente alla sua mutazione ultima.
Tratto da La Buona strada – Philippe Daverio – Rizzoli – 2016