
Mantova non è una mai stata una città di statue almeno fino a tempi recenti ma ha una particolarità tutta sua: quella delle statue erranti. Ci sono infatti molti casi di spostamento dei monumenti all’interno della città, statue ricoverate all’interno di musei o addirittura spostate fuori città (come i leoni stilofori del Duomo di Mantova che oggi si trovano davanti alla chiesa di Quingentole). Immobile come una statua si dice eppure a Mantova è un detto che non si applica. Eccovi 5 casi di statue che in momenti diversi sono andate a spasso per la città e in alcuni casi hanno anche subito una trasformazione materica (da pietra a bronzo). Qualcuno conosce altre statue mantovane erranti?
Dante Alighieri – il monumento a Dante (autore Pasquale Miglioretti), come quello di Garibaldi o dei Martiri di Belfiore, fa parte di quel programma di italianizzazione della città dopo la sua annessione al Regno d’Italia nel 1866. La statua al sommo poeta era in pietra e fu posta in piazza Broletto nel 1871 ma nel 1894 fu spostata in piazza S.Maria del Popolo (attualmente piazza Dante). Forti erano state le proteste per la presenza dei banchi dei pollivendoli attorno a Dante anche se lo spostamento non impedì agli studenti del Liceo Classico di accanirsi nei confronti della statua, tanto che nel 1959 fu sostituita da una copia in bronzo, mentre l’originale di pietra fu donato al Comune di Ostiglia dove si trova tuttora all’interno di un giardino.
Giuseppe Garibaldi – L’eroe dei due mondi passa varie volte per Mantova e nel 1887 la città gli dedica una statua (autore Pietro Bordini) che viene posta in piazza San Silvestro che diventa per l’occasione piazza Garibaldi con non poche polemiche. Si viene infatti a creare una convivenza scomoda tra il generale mangiapreti e il papa San Silvestro che battezzò Costantinoi. Le due statue si osserveranno a distanza per 39 anni quando il monumento all’eroe viene smontato e spostato nel 1926 in piazza della Fiera che diventa piazza Garibaldi e oggi è piazza dei Mille. La memoria dell’eroe viene invece affidata al corso alberato che ancora porta il suo nome. Garibaldi a Mantova da eroe dei due mondi diventa generale delle due piazze.
San Silvestro – la statua del papa è l’unica cosa che rimane dell’antichissima chiesa di San Silvestro (costruita nel 568, ricostruita nel 1134 e demolita nel 1789) che dava il nome alla piazza e al ponte sul Rio. San Silvestro (autore anonimo) era posto proprio sulla spalletta del ponte dalla parte dell’attuale palazzo delle poste (è da qui che osserva Garibaldi posto di fronte al palazzo che ospita una banca tra via Chiassi e via Principe Amedeo. Con la tombatura del Rio negli anni 50 la statua trasloca alla base della scala che sale al lungo Rio in un’inedita versione del visto da destra e visto da sinistra. Lì si trova tuttora in una piazza che tuttavia è stata dedicata ai Martiri di Belfiore.
Monumento ai Martiri di Belfiore – Mantova diventa italiana e può ricordare i suoi martiri. Il 7 dicembre del 1872 (sono passati 20 anni dalle esecuzioni) il monumento ai Martiri di Belfiore (autore Pasquale Miglioretti) con la statua del “Genio dell’Umanità” è posizionato al centro di piazza Sordello. La statua viene smantellata il 27 settembre del 1930 e divisa in vari luoghi (il sarcofago con le reliquie nella chiesa di San Sebastiano trasformata in Famedio e la statua nel Cortile d’Onore del Palazzo Ducale). Sarà poi nel 2002 che la statua sarà rimontata insieme ai bassorilievi con i ritratti di tutti i martiri di Belfiore all’interno della valletta che aveva visto le esecuzioni, nei pressi del lago superiore. Era il 20 novembre 2002 con il presidente della Repubblica giunto in città nel 150° anniversario dei fatti di Belfiore.
Virgilio in cattedra – ci sono varie statue di Virgilio a Mantova ma l’unica itinerante è quella attualmente all’interno del museo della città, allestito nel palazzo di San Sebastiano (in realtà c’è anche un busto del poeta che era in piazza Virgiliana e attualmente si vede all’interno del municipio). Si tratta di una statua in marmo del 1215 che rappresenta un Virgilio in cattedra, con calamo e berretto dottorale, che si trovava sulla facciata del palazzo della Ragione. Dopo essere stata portata all’interno del palazzo finì nel museo patrio (1853 palazzo dell’Accademia Virgiliana) e quindi all’interno del Palazzo ducale per poi arrivare alla collocazione attuale nel Museo della città. La statua è “coetanea” di quella che si trova tuttora sulla facciata del Palazzo del Podestà e che è datata al 1227.
Giacomo Cecchin
#Mantova2016
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