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Federico II Gonzaga, Francesco I Gonzaga, Gonzaga, Ludovico II Gonzaga, Luigi Gonzaga, Vincenzo I Gonzaga

E’ difficile fare una scelta di 5 nomi tra i 18 Gonzaga che hanno rivestito il ruolo di Capitani del Popolo, Marchesi e poi Duchi di Mantova. Per questo metto le mani avanti e sottolineo come questa sia una selezione assolutamente personale e, anzi, invito ognuno di voi a farsi una cinquina gonzaghesca. Occorre infatti sottolineare come io abbia preso in considerazione solo i Gonzaga della linea principale evitando i rami cadetti, dove invece si trovano personaggi a volte più interessanti e di grande spessore, come ad esempio Vespasiano Gonzaga o San Luigi.

Luigi (1268 – 1360) – è lui che prende il potere sulla città in quella serata d’estate nella notte tra il 15 e il 16 agosto del 1328 e quindi senza di lui non avremmo avuto l’epopea dei Gonzaga. Luigi è un personaggio incredibile non foss’altro per il fatto che ha sessant’anni quando realizza il suo sogno e diventa Capitano del Popolo. Tre curiosità: è sempre rappresentato con una specie di cappuccio in testa, Luigi è una deformazione di Ludovico (tanto che in alcuni vecchi testi il Ludovico II della Camera degli Sposi è indicato come Ludovico III) e si sposa ben tre volte celebrando l’ultimo matrimonio insieme a quello di uno dei figli e a quello di un nipote (forse puntando a risparmiare sulle spese…).
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Francesco I (1366 – 1407) – è il quarto capitano del popolo e ha il mal della pietra che colpirà altri componenti delle famiglia. Fa infatti costruire il Castello di San Giorgio, ricostruisce il Duomo in stile gotico (la facciata la si vede ancora nel quadro della Cacciata dei Bonacolsi di Domenico Morone) e costruisce il Santuario delle Grazie. Francesco si sposa due volte ma non aspetta come il suo antenato Luigi che le mogli muoiano di morte naturale: fa infatti decapitare Agnese Visconti accusandola di adulterio, un crimine su cui gli storici tendono a dubitare. Forse anche per espiare questo atto compie un pellegrinaggio in Terra Santa.
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Ludovico II (1414-1478) – è il marchese rappresentato nella Camera degli Sposi insieme a Barbara di Brandeburgo. E’ un uomo d’arme e un uomo colto che ha studiato alla scuola di Vittorino da Feltre insieme ai fratelli e a Federico di Montefeltro. Accoglie a Mantova personaggi come il Papa Pio II (da cui otterrà la nomina a Cardinale per il figlio Francesco, il primo della famiglia a rivestire questa carica), commissionerà a Leona Battista Alberti la costruzione della chiesa di San Sebastiano e la ricostruzione della Basilica di Sant’Andrea e avrà come suo artista di corte il grandissimo Andrea Mantegna. Unico neo il testamento dove divide il marchesato tra i figli provocandone una debolezza che non si risolverà più.
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Federico II (1500-1540) – è il primo duca della città, figlio di Francesco II e di Isabella d’Este. Lo ricordiamo non solo per la sua amicizia con Carlo V ma anche per aver chiamato a Mantova Giulio Romano, l’allievo di Raffaello, che costruirà per lui Palazzo Te, e a Palazzo Ducale l’appartamento di Troia e la Palazzina della Paleologa. Sotto Federico II la città si trasforma ancora e diventerà per un mese l’ombelico del mondo quando accoglierà a Mantova l’imperatore Carlo V, proveniente da Bologna dopo essere stato incoronato dal papa Clemente VII.
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Vincenzo I (1562-1612) – è il duca che raggiunge il punto più alto della parabola gonzaghesca grazie alle finanze lasciategli dal padre Guglielmo e alla sua capacità di tessere relazioni e di acquistare opere d’arte per la sua galleria. Vincenzo non si fa mancare nulla: un omicidio a sangue freddo con cui si libera dell’Ammirabile Critonio, scozzese apprezzato dal duca Guglielmo e mal sopportato dall’erede, una prova di virilità per dimostrare di essere in grado di consumare il matrimonio con Eleonora de Medici, una crociata contro i turchi e da ultimo la ricerca del gusano (un verme dell’Agave) l’unico mezzo per rinvigorire la sua capacità amatoria di cui incarica uno speziale mantovano che parte per le americhe. Vincenzo era un personaggio “larger than life” direbbero gli americani.
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Giacomo Cecchin
#Mantova2016
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