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Beata Osanna Andreasi, campanile di san domenico, Casa della Beata Osanna Andreasi, Chiesa di Santa Maria degli Angeli, Convento di San Francesco, Pellegrini alle Grazie, Santuario delle Grazie
La tradizione mantovana prevede il pellegrinaggio al Santuario delle Grazie in due momenti specifici: durante il mese di maggio e ad agosto in occasione della Festa dell’Assunta, meglio conosciuta come la fiera delle Grazie. In macchina, in bicicletta, a piedi o in barca i mantovani e non solo affollano il sagrato decorato per l’occasione da centinaia di Madonnari e le vie del borgo anche per il rito del panino con il cotechino. Solo i veri mantovani possono mangiare il cotechino alle Grazie il 15 di Agosto, con temperature che consiglierebbero anguria e melone, e addirittura per colazione. Per chi volesse 5 tappe per un pellegrinaggio diverso suggeriamo un percorso che recuperi la storia francescana del santuario e la leghi anche all’altro ordine mendicante: quello dei domenicani.
Casa Andreasi – un gioiello della Mantova quattrocentesca e una memoria domenicana visto che la Beata Osanna era una terziaria domenicana. Una casa medievale con la struttura tipicamente mantovana che la vuole sviluppata più in lunghezza che nella larghezza della facciata. E’ un luogo del cuore da riscoprire la dimora della Beata Osanna Andreasi: cristallizzata al momento della morte di Osanna consente di ripercorrerne la vita con la piccola cappella, la cella dove morì e alcune sale fatte affrescare dalla famiglia dopo la sua morte. Imperdibile il giardino segreto, recentemente restaurato, che racconta di una città che poco si svela e che offre queste sorprese solo ai viaggiatori più curiosi.
Campanile di San Domenico – La presenza domenicana era forte in questa zona e lo dimostra non solo la casa della beata Osanna, ma anche lo scomparso convento di San Vincenzo, la casa delle terziarie domenicane (da qui il nome a vicolo terziario) e il convento di San Domenico di cui rimane solo il campanile. La cosiddetta torre di San Domenico può far solo intuire la grandezza della chiesa e del convento dei domenicani che dal Lungorio arriva fino a via Madonna dell’Orto (gli orti essendo proprio quelli dei frati di San Domenico). Qui fu sepolta la Beata Osanna in un sepolcro costruito da Gian Cristoforo Romano, qui fu sepolto Giovanni dalle Bande Nere e qui aveva sede l’inquisizione mantovana. Tante storie da recuperare e raccontare.
Convento di San Francesco – un convento che la tradizione vuole costruito in occasione di una venuta a Mantova di Francesco, forse di ritorno dal viaggio in Terrasanta per convertire il sultano. I francescani scelgono un luogo alle porte della città (all’epoca la città arrivava al Rio oltre il quale c’era il suburbio, campagna e frutteti) e di forte passaggio per poter sviluppare al meglio la loro missione di predicatori antiereticali e di pescatori di uomini. I Gonzaga scelsero la chiesa come loro luogo di sepoltura e questo ne accrebbe l’importanza. Qui predicò San Bernardino da Siena e Bernardino da Feltre. La chiesa fu consacrata dal papa Pio II Piccolomini a Mantova per la dieta.
Chiesa di Santa Maria degli Angeli – La chiesa è l’unica cosa che rimane del convento domenicano che fu costruito sulla riva del Mincio. E’ un luogo splendido non solo per l’eleganza e la semplicità della struttura della chiesa ma anche per la vista del lago Superiore. Il Mincio qui scorre lentamente tra i canneti e i fior di loto in prossimità del ponte dei mulini. Il convento dei domenicani possedeva una ricchissima biblioteca e costituiva una possibile tappa nel pellegrinaggio dal convento di San Francesco al Santuario delle Grazie. La tradizione vuole che proprio qui davanti passò San Bernardino da Siena che sopra il suo mantello navigò sul Mincio per raggiungere la città e predicare la quaresima. Il miracolo del mantello fu necessario dopo che i compagni di Bernardino non lo vollero svegliare e lui, in assenza di barche, non voleva in ogni caso mancare la predicazione.
Santuario delle Grazie – una chiesa francescana voluta da Francesco I Gonzaga per sciogliere un voto fatto in occasione di una pestilenza che aveva afflitto la città. Costruita da Bartolino da Novara, lo stesso architetto del Castello di San Giorgio, la chiesa si affaccia sul lago delle Grazie e la si osserva emergere tra i canneti quando si arriva al santuario in barca. E’ famosa soprattutto per il coccodrillo appeso all’inizio della navata (qui potete leggere un post sui coccodrilli a Mantova) e per l’impalcata lignea che nel 500 fu realizzata dai frati per accogliere una serie di statue ed ex-voto e che la rendono unica al mondo. Una curiosità: tra gli ex voto appesi si trovano anche i palloni del Mantova calcio degli anni d’oro.
Giacomo Cecchin
#Mantova2016
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