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Non puoi essere considerato un mantovano se non sai cosa succede il 15 di Agosto al Santuario delle Grazie. La tradizione prevede di arrivare di mattina prestissimo alla Fiera, partecipare alla messa e poi mangiare il panino con il cotechino. Questo spuntino è uno dei rivelatori attivi di mantovanità: se riesci a mangiartelo anche con 40 gradi all’ombra sei davvero di Mantova. Eppure questa è solo una delle tradizioni delle Grazie un borgo minuscolo che durante i tre giorni della festa dell’Assunta ospita quasi 150.000 visitatori. Ma oggi vorremmo ricordarvi almeno 5 stranezze o curiosità legate al Santuario delle Grazie sia per i turisti che vengono da fuori, sia per i mantovani che a volte non le conoscono o le hanno dimenticate. Partiamo proprio dal sagrato.

Il piazzale dei Madonnari – è proprio il sagrato la prima cosa che si incontra quando si arriva alle Grazie. E’ da 44 anni che su questo piazzale si tiene il concorso dei madonnari, gli artisti di strada, che si sfidano arrivando da tutto il mondo. Era il 1973 quando si tenne il primo incontro da un’idea di Dino Villani, il creatore tra le altre cose di Miss Italia. Prima dell’inizio della gara si tiene la benedizione dei gessetti da parte del Vescovo e spesso i madonnari lavorano anche tutta la notte, con le persone che passeggiano tra le piazzole e ne osservano il lavoro. Due ultime curiosità: quasi sempre durante la tre giorni scoppia un temporale tremendo che lava quanto già fatto dai Madonnari e li costringe a ripartire. Anche un papa venne a Mantova e fece il madonnaro: fu San Giovanni Paolo II che disegnò una stella e una piccola sigla sull’asfalto: questo frammento venne staccato ed è conservato  attualmente nel santuario

Palle di cannone – quando ci si avvicina alla facciata del Santuario si osserva un portico che ne ingentilisce l’ingresso. La struttura del porticato abbracciava tutta la piazza anche se la parte sulla destra è stata trasformata in abitazioni. Proprio sotto il portico sulla destra una lapide ricorda l’assedio di Pavia del 1522 e il particolare più interessante sono proprio le palle di cannone inesplose portate come ex voto dall’allora marchese Federico II Gonzaga. Si tratta quindi di un vero e proprio ex voto con una iscrizione di Mario Equicola a celebrazione della vittoria del signore di Mantova a Pavia. Si tratta di 5 proiettili francesi che sono stati murati proprio al di sopra della lapide. Una curiosità: ci sono anche lapidi che ricordano i soldati che combatterono nel 1848 durante la battaglia di Montanara e Curtatone (il comune nel cui territorio si trova il Santuario).

Coccodrillo – nessuno tra i bambini mantovani è indenne al fascino del coccodrillo impagliato appeso al centro della navata. Il muso rivolto verso l’ingresso e il corpo avvolto dalle catene, questo rettile rappresenta probabilmente una sorta di memento del male sconfitto e si tratta pertanto di uno di quei retaggi medievali appesi nelle chiese a scopo apotropaico (ovvero per scacciare gli spiriti maligni). Non si sa da dove arrivi questo coccodrillo (considerato che ce ne sono altri che sono conservati a Mantova – leggi qui il post dedicato). La tradizione vuole che si tratti di una delle fiere che i Gonzaga tenevano nel loro Serraglio e che per una disattenzione era scappata alla custodia. Non si tratta di un modellino ma di un vero e proprio coccodrillo, recentemente restaurato e studiato, il cui nome latino è Crocodilus Niloticus.

Impalcata lignea con manichini – l’altro particolare che colpisce subito chi entra nel Santuario è l’impalcata lignea eretta alla fine del ‘500 dai frati francescani che officiavano la chiesa. All’interno di nicchie sotto cui sono poste delle iscrizioni che raccontano il miracolo sono posti dei manichini realizzati con materiali poveri. La fantasia popolare gli ha attribuito dei nomi come ad esempio nel caso di Giuanin ad la masola rappresentato con un grande martello in mano pronto a somministrare questa terribile pena al condannato. Tra i manichini ci sono anche quelli dell’imperatore Carlo V e del papa Pio II, anch’essi ospiti del convento. Due ultime curiosità: agli inizi del ‘900 sì scoprì che le armature di alcune statue che si credevano di cartone erano in realtà pezzi provenienti da corazze quattrocentesche che oggi si trovano al Museo diocesano di Mantova e rappresentano una cosa unica al mondo. La seconda curiosità è che appiccicate alle colonne lignee che circondano i manichini sono rappresentati mani, cuori e seni di cera a titolo di ex voto.

Ex voto – E oltre agli ex voto che si trovano sull’impalcata lignea se ne trovano molti anche nell’ultima cappella a destra dell’altar maggiore. Qui oltre ad esserci la sepoltura di una principessa di casa Gonzaga troviamo quadretti ex voto, stampelle e una curiosità che probabilmente c’è solo al santuario delle Grazie. Si tratta dei palloni del Mantova calcio portati come ringraziamento per aver fatto il miracolo o di una promozione o di una salvezza all’ultimo secondo. Occorre dire che anche oggi la devozione al santuario è molto sentita e oltre ai tre giorni della fiera d’Agosto nel mese di maggio l’immagine della Vergine è meta di molti pellegrini che vengono a piedi o in bicicletta dalla città E’ stata appena realizzata una ciclabile che consente comodamente di raggiungere il Santuario dalla città, senza dimenticare che per chi volesse arrivare in modo alternativo ispirandosi al miracolo di San Bernardino da Siena (leggete qui cosa successe) potrebbe utilizzare il servizio dei Barcaioli del Mincio (sito http://www.fiumemincio.it). D’altra parte il Santuario stesso è un ex-voto in quanto fu costruito da Bartolino da Novara su committenza di Francesco I Gonzaga per sciogliere un voto fatto alla Vergine Maria di costruirle un chiesa in caso avesse fatto finire una pestilenza (la consacrazione ci fu nel 1406).

Giacomo Cecchin

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