Tag

, , , , , , ,

Il Palazzo ducale è un palazzo con più di 500 stanze si dice, anche se nessuno le ha davvero mai contate. In realtà parlare di palazzo non rende l’idea: la reggia dei Gonzaga infatti è un insieme di edifici di epoche diverse collegati tra loro nei secoli fino a formare l’attuale complesso di oltre 35000 metri quadrati: quasi 8 campi da calcio. L’immagine più famosa di questo edificio è il Palazzo del Capitano che si apre su piazza Sordello con i suoi merli ghibellini a coda di rondine a rimarcare la fedeltà imperiale di Mantova.Qui vissero i Gonzaga dopo la famosa cacciata dei Bonacolsi che detta così sembra un’azione di libertà e invece fu uno dei tanti colpi di stato che caratterizzavano le città italiane del periodo. Dal 1328 al 1707 il palazzo fu la reggia dei Gonzaga, poi arrivarono gli austriaci, Napoleone, ancora gli austriaci e infine nel 1866 gli italiani. Sarà il duca Guglielmo Gonzaga a dare la forma attuale al Palazzo ducale costruendo collegamenti tra le varie parti staccate, creando 15 tra piazze e giardini e costruendo la basilica di Santa Barbara, una spettacolare cappella palatina con un campanile che segna in modo indelebile il profilo della città. Al suo interno gli arazzi di Raffaello, gli affreschi di Pisanello, due giardini pensili e l’appartamento dei nani che da sempre stimola la curiosità dei visitatori.
L’altro punto focale del Palazzo ducale è il Castello di San Giorgio, costruito per volere di Francesco I Gonzaga dall’architetto Bartolino da Novara, lo stesso del Castello estense. E’ una fortezza quattrocentesca che mette in mostra tutte le tecniche di difesa d’avanguardia: merli, beccatelli, caditoie. All’ultimo piano le carceri dei Martiri di Belfiore che rendono il castello di San Giorgio un carcere di massima sicurezza. Il gioiello più nascosto del Castello è la Camera degli sposi, affrescata da Andrea Mantegna. E’ uno dei capolavori dell’arte di tutti i tempi e si trova al primo piano di una delle torri della fortezza. E’ il marchese Ludovico II a commissionare l’opera facendosi rappresentare insieme alla sua famiglia e ad importanti personaggi dell’epoca sulle pareti della camera. Andrea Mantegna impiega ben 10 anni a dipingere la camera degli sposi che, nonostante il nome non è una camera da letto ma un salotto. Ecco la Camera picta (questo il nome con cui veniva chiamata all’epoca dei Gonzaga) è il luogo dove il marchese Ludovico riceveva i visitatori illustri. Sulle pareti la storia del primo cardinale di casa Gonzaga Francesco, il secondogenito del marchese, e insieme a lui la marchesa Barbara di Brandeburgo, i fratelli, i cortigiani e una piccola nana di corte. La fantastica prospettiva di Andrea Mantegna si chiude con il famoso occhio nella volta della camera da cui si affacciano vari personaggi, un pavone e dei putti che giocano. Uno in particolare è interessante: regge in mano una mela che dimostra come il tempo si sia fermato nel glorificare la storia dei Gonzaga.

* E’ interessante osservare la piantina del Palazzo ducale che trovate in alto: non solo ci sono ancora i bastioni che proteggevano Mantova ma l’attuale piazza Sordello si chiamava ancora piazza San Pietro, esisteva ancora il corridoio aereo che collegava il giardino pensile con il duomo e creava la cosiddetta piazza della legna, dove c’era anche la garitta del gabelliere. Una Mantova che non esiste più ma che si può ancora vedere in alcune immagini d’archivio.

Questo testo è stato scritto per la trasmissione Sei in un Paese Meraviglioso andata in onda su Sky Arte in prima visione lunedì 25 giugno 2018 alle 21.15. Qui trovate alcune informazioni sulla puntata.