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Cosa ne dite di un safari incruento a Palazzo Te a caccia di animali gonzagheschi? E’ il tema della pagina Mantovagando sull’ultimo numero della rivista MCG (qui potete sfogliare tutto il numero).
Qui trovate le uscite precedenti:

1. Le torri del profilo di Mantova – MCG di febbraio-marzo 2019
2. Come scegliere il santo giusto a Mantova – MCG di dicembre/gennaio2019
3. Spettri a Mantova che, a volte, sembra la Scozia – MCG di ottobre/novembre 2018
4. 5 curiosità che non conoscevi su Palazzo Te – MCG di agosto/settembre 2018
5. Le particolarità di Palazzo Ducale – MCG di giugno/luglio 2018
6. Una Camera con Vista – MCG di aprile/maggio 2018
7. 5 Gonzaga da non dimenticare – MCG di febbraio/marzo 2018
8. 5 donne dei Gonzaga – MCG di dicembre/gennaio 2018
9. I libri da sfogliare dopo essere venuti a Mantova – MCG di ottobre/novembre 2017
10. I libri da leggere prima di venire a Mantova – MCG di agosto/settembre 2017
11. 5 passaggi segreti da scoprire a Mantova – MCG di giugno/luglio 2017

Mentre qui di seguito trovate immagini e testi.
Gli affreschi di Palazzo Te sono pieni di animali che escono dalle pareti, occhieggiano dai soffitti o giocano a nascondino sui camini. Ce ne sono di tutti i tipi e, se dimentichiamo per un attimo i famosi cavalli dei Gonzaga, è possibile organizzare una sorta di caccia incruenta per individuarli. In particolare se ci limitassimo agli animali che affollano gli stemmi e le imprese dei Gonzaga ce ne sono almeno 5 da osservare:
cani, tortore, ramarri, leoni e aquile. E li troviamo proprio nella Camera delle Imprese dove la fanno da padroni ma poi alcuni di loro si ribellano e si disperdono per tutto il Palazzo.

IL RAMARRO – L’impresa più famosa di Palazzo Te è il Ramarro con il motto latino (quod huic deest me torquet) a sottolineare che quello che manca al rettile tormenta il marchese Federico II (in particolar modo il sangue caldo). Il ramarro sbuca un po’ da tutte le parti: sui camini e nei fregi, nella sala dei cavalli sul soffitto, nella camera di Amore e Psiche alcuni putti giocano con la salamandra tenendola per la coda, nella camera dei venti e in quella delle aquile due lucertole scendono dai camini marmorei e si potrebbe continuare.

IL LEONE – Il leone diventa simbolo araldico dei Gonzaga quando Francesco I lo acquista dall’imperatore e lo inquarta nel proprio stemma. Da quel momento
i leoni sono due e li ritroviamo nello stemma nel fregio della camera delle imprese. Ma leoni ce ne sono anche in versione non araldica come quello che affronta Ercole nei finti bassorilievi bronzei della sala dei cavalli, o quello della loggia di Davide o quelli che si ritrovano in alto nel camarone dei Giganti insieme alle divinità del monte Olimpo.

LA TORTORA – Sempre nella camera delle imprese troviamo questo elegante uccellino rappresentato sopra la porta di ingresso. L’impresa celebra l’amore coniugale eterno, quello che oltrepassa la morte e lega per sempre marito e moglie. Non per niente
il motto provenzale che accompagna l’impresa è Vrai Amour ne ce change. La Tortora è appollaiata su un ramo secco immerso in una pozza d’acqua sporca. La tradizione
rinascimentale credeva che la Tortora una volta perso il compagno rimanesse per sempre nella condizione vedovile e bevesse in pozze d’acqua sporche per evitare, specchiandosi,di rinnovare il dolore per la perdita.

IL CANE – Entrati nella camera delle imprese giriamo la testa a sinistra e là in alto nel fregio c’è il famoso cane retrospiciente. Simbolo di fedeltà questo cane è di solito inserito in un contesto dove sono riportati i colori araldici dei Gonzaga: il bianco (di regola il colore del cane), il rosso (lo sfondo) e il verde (il prato dove sta seduto
l’animale).

L’AQUILA – L’Aquila sbuca da tutte le parti a Palazzo Te. Ma se facciamo riferimento alle aquile araldiche dei Gonzaga le troviamo sia nella stanza da letto di Federico II sia nella camera delle imprese. Nella Camera delle aquile i rapaci sono ai quattro
angoli, celebrando la gloria del marchese e proteggendone il sonno. Nella camera delle imprese invece circondano lo stemma gonzaghesco anche se sono diventate bianche. Anche nella camera di Amore e Psiche l’aquila di Giove aiuta la giovane ragazza nelle sue imprese, mentre sempre lo stesso rapace è appollaiato sul trono del re degli dei al centro della volta del camarone dei Giganti.