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Giulio Romano è moderno non solo in quanto imprenditore con la sua bottega mantovana ma anche perché come sempre più spesso accade oggi ristruttura e non demolisce per ricostruire. Basti pensare a molti dei suoi cantieri mantovani dove i Gonzaga lo fanno intervenire modificando le preesistenze.
Certo Giulio costruisce anche ex-novo come ad esempio nel caso della Palazzina della Rustica, nel caso della Palazzina della Paleologa o ancora nelle Pescherie però oggi vogliamo raccontare l’architetto moderno che ristruttura l’esistente, creando il nuovo e facendo risparmiare il committente. Partiamo!1. Palazzo Te – quando arriva a Mantova Giulio Romano inizia il cantiere di Palazzo Te. Qui i Gonzaga avevano delle scuderie e l’architetto le mantiene per poi inglobarle nella nuova villa estiva del marchese Federico II. Queste tracce dell’edificio preesistente si trovano nel sottotetto dove rimangono anche tracce di decorazioni e le si intravedono nella camera delle Metamorfosi, la prima dell’appartamento tradizionalmente destinato alla favorita Isabella Boschetti. Se si guarda sopra la finestra e sotto il soffitto ligneo si intravede un piccolo inserto lasciato in sede di restauro per far vedere la decorazione di quello che era un muro delle scuderie dei Gonzaga.

2. La Cattedrale – è l’ultimo cantiere di Giulio Romano a Mantova. E’ l’intervento di modifica dell’interno della cattedrale di Mantova su incarico del cardinale Ercole Gonzaga. A causa di un piccolo incendio che si sviluppa nella prima cappella a destra (brucerà il corpo del papa Celestino I che era lì venerato) si decide di trasformare il Duomo. E’ straordinario come Giulio Romano trasformi una chiesa gotica in una antica basilica romana con ben 7 navate (se si contano anche le cappelle intercomunicanti ai lati). A Roma si demoliva il San Pietro di Costantino e lo si ricostruiva a Mantova.

3. Chiesa abbaziale di San Benedetto in Polirone – anche qui un intervento di Giulio Romano che, pur aggiungendo una nuova facciata, conserva l’interno gotico nascondendolo e trasformandolo in senso moderno. Oggi entrando si vedono le navate con archi a tutto sesto e decorazioni a festoni floreali tipicamente rinascimentali. Ma si tratta solo di un “maquillage” che copre la struttura precedente ancora esistente. Nel monastero benedettino Giulio Romano interviene ancora una volta mantenendo le preesistenze ma con un risultato di modifica che cambia totalmente l’aspetto dell’edificio.

Per questo Giulio Romano è moderno e sarebbe apprezzato ancora oggi dove la ristrutturazione nel rispetto delle idee e del denaro del committente è la caratteristica vincente di qualsiasi architetto.