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Ci sono delle scelte difficili da fare e che, prima o poi, arrivano a mettere in difficoltà i mantovani. Sono un po’ come l'”Essere o non essere” di Amleto o per scendere un po’ di livello tipo la domanda degli Squallor: “Vuoi più bene alla mamma o al papà?”. Ecco potremmo definirli dilemmi ovvero quando hai di fronte due alternative e devi scegliere l’una o l’altra senza la via di uscita di dire che per te sono uguali.
Non sono uguali queste ipotesi perché basta fare una prova in diretta, magari in queste serate di festa. Provate a chiedere ad un mantovano se preferisce i tortelli o gli agnolini o qual è la chiesa che gli piace di più tra il duomo e sant’Andrea. Tutti vi daranno una risposta e questo vi farà intuire che tipo di mantovano avete di fronte: uno del centro, un provinciale, uno snob, un eclettico o…e aggiungete voi la categoria mancante. Forse potremmo trasformare le domande in una sorta di gioco di Proust (se non lo conoscete ne parlano qui) o di test per analizzare le scelte dei mantovani.
Ecco allora i cinque dilemmi che assillano un mantovano fin dalle origini e le mie risposte che forse cambieranno in futuro (ma oggi la penso così e lascio a voi in che categoria inserirmi).
Agnoli o Tortelli
A Natale la scelta è facile e obbligata: tortelli di zucca la Vigilia e Agnolini per il pranzo del 25 dicembre. Ma negli altri periodi dell’anno si apre la possibilità di mangiare il primo che si preferisce. Questo è ancora più vero da quando hanno inventato il frigorifero e le serre e così possiamo mangiare i tortelli di zucca anche quando la stagione non lo consentirebbe. Molti dicono che i tortelli sono un piatto più autunnale mentre gli agnolini sono invernali. Pensate che l’inserimento del “bevr in vin” all’interno del menu dei ristoranti è un segnale che il freddo è alle porte e cambia la stagione. Eppure sappiamo che il clima non è un fattore dirimente per i veri mantovani ovvero quelli che mangiano il panino con il cotechino alle Grazie con 35 gradi all’ombra e che sarebbero disposti a sorbire una tazza di brodo con gli agnolini aggiungendo anche il lambrusco in qualsiasi occasione. Io sono uno di questi mantovani e quindi la mia scelta va proprio agli agnolini.
Duomo o Basilica di Sant’Andrea
E’ una domanda che faccio spesso quando accompagno dei gruppi di mantovani in giro per il centro storico. Nella mia statistica personale su 10 persone che rispondono 9 preferiscono Sant’Andrea e una il duomo. Poi quest’ultima riflette un attimo e mi chiede qual è il Duomo e quando rispondo che è in piazza Sordello dice “Ah… mi sono sbagliato: preferisco anch’io Sant’Andrea”. In questo caso la scelta sembra facile: la basilica di Leon Battista Alberti è un vero capolavoro e, a prima vista, sembra molto più ordinata e coerente della cattedrale. Il duomo è invece un cocktail di stili che sembrano messi insieme a caso nel corso dei secoli: come si fa ad amare una chiesa così. Eppure ve lo confesso io alla domanda rispondo sempre il Duomo. La cattedrale è la chiesa che racconta la storia di Mantova e non potrebbe essere in nessun altro luogo. Sant’Andrea è invece di una bellezza universale, un simbolo del Rinascimento che è a Mantova solo grazie ai Gonzaga e a quell’archistar di Alberti ma starebbe bene ovunque in Italia.
Palazzo Ducale o Palazzo Te
Qui è difficile prevedere la risposta e di solito quando faccio il test il risultato è un 50 e 50. Certo la risposta viene più facile quando uno ha provato a visitare i due musei d’inverno: il Ducale non è riscaldato mentre Palazzo Te sì. Chi non pensa alle stagioni invece trova motivazioni diverse. La scelta di Palazzo Ducale nasce dalle sue dimensioni fuori scala, dal fatto che rappresenta la storia dei quattro secoli di dominio gonzaghesco e da ultimo dalla curiosità che ti farebbe aprire tutte le porte alla ricerca di qualche passaggio segreto. Chi risponde Palazzo Te invece pensa agli strepitosi affreschi di Giulo Romano, alla vita incredibile di Federico II Gonzaga e akl fatto che ci troviamo di fronte ad un unicum mantovano. In giro per il mondo ci sono molti Palazzi Ducali ma c’è un solo Palazzo del Te e si trova a Mantova. La mia scelta da guida turistica è Palazzo Te perché ti consente di far vivere ai visitatori un’esperienza davvero unica: un viaggio che ti riporta a quel sabato 2 aprile del 1530 quando con la presenza di Federico II e dell’imperatore Carlo V la villa di Giulio Romano diventa davvero l’ombelico del mondo.
Grana Padano o Parmigiano Reggiano
Mantova è una delle due province italiane dove si producono sia il Grana Padano che il Parmigiano Reggiano (l’altra è Bologna a destra del fiume Reno*). Ecco che qui la scelta diventa facile e difficile allo stesso tempo. Facile perché se sei nato sopra il Po i tuoi genitori ti hanno allevato a Grana mentre se sei nato sotto tutta la famiglia ti ha sempre ripetuto che il Parmigiano è l’unico formaggio che esiste. Allora è la posizione rispetto al Po a decidere la risposta? Falso, perché ai formaggi, come al cuore non si comanda. E allora ci sono persone che non sopportano il Padano e amano il Reggiano e viceversa. Le famiglie si dividono, i familiari bisticciano e le coppie divorziano sulla scelta di quale formaggio mettere sugli agnoli o i tortelli. Questo è forse il dilemma più difficile da risolvere e ancora non sono riuscito a capire quali sia il segnale non verbale che mi dice quale sarà la scelta del mantovano che ho di fronte. Io sono cresciuto con il Grana Padano e quindi la mia scelta va in questa direzione ma devo ammettere che con la marmellata di fichi non so resistere alla scaglia di Parmigiano. *ringrazio Sergio Longhi per la precisazione.
Mincio o Po
I mantovani preferiscono il Mincio o il Po? I fiumi separano e secondo me la differenza maggiore si nota tra Nord e Sud rispetto all’Est e all’Ovest. Destra Mincio e Sinistra Mincio sono più simili che i due Oltrepo? Sì perché quando si dice Oltrepo i mantovani del nord intendono la Bassa, la regione che si trova sotto il fiume. Ma se lo chiedete ad una mantovano del Sud l’Oltrepo sta dall’altra parte. Eppure nonostante queste difficoltà etimologiche di regola si riesce sempre a capire da che parte si sta. Io faccio fatica a decidere. Il Po mi ricorda quel proverbio ferrarese che inneggiava alla potenza riproduttiva di Niccolò d’Este. Ecco cosa si diceva “Di qua e di là dal Po tutti figli di Niccolò”. Il Mincio invece per me mormorava prima del Piave ed è un fiume tipicamente mantovano, calmo e tranquillo, non incute soggezione ma quando lo si fa arrabbiare arriva anche a creare un piccolo Tsunami (potete leggere qui la storia). Ecco allora che io preferisco il Mincio che si dà meno importanza rispetto al Po ma quando lo conosci meglio non puoi più farne a meno e ti incanti a guardare le sue rive (come accadde a Virgilio).
(Cinquina suggerita da Giovanna Caleffi)
Per approfondire sui Mantovani su questo blog
– I Mantovani sono emiliani di cattivo umore?
– Come sembrare mantovano in 5 semplici mosse durante il Festivaletteratura
– Quelli che il Festivaletteratura: 5 frasi che si sentono spesso…
– I mantovani di Mantova Centro? Quelli che sentono suonare le campane di Sant’Andrea
– 5 modi per distinguere un Mantovano di Mantova Centro dagli altri mantovani