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E’ tornato Natale e come di consueto colgo l’occasione per fare gli auguri ai lettori di Mantovastoria con una immagine della natività. Stavolta ho scelto un’opera di Lorenzo Lotto, che forse proviene da Mantova, è conservata a Siena e può essere vista fino al 1 febbraio 2026 a Milano.

Ogni Natale il Museo Diocesano di Milano fa una scelta controcorrente. Nessun accumulo di capolavori, ma un solo dipinto, spesso di piccole dimensioni, talvolta poco noto, sempre capace di catturare l’attenzione. È una formula ormai riconoscibile, che invita il pubblico a ragionare di qualità e non di quantità.

E anche quest’anno la scelta sorprende e convince allo stesso tempo con la Natività di Lorenzo Lotto, proveniente dalla Pinacoteca Nazionale di Siena e protagonista di Un capolavoro per Milano.

Una Natività diversa e suggestiva

Quella dipinta da Lotto nel 1525 non è una Natività nel senso consueto del termine. L’artista sceglie di rappresentare un episodio raro, ispirato ai Vangeli apocrifi: il primo bagno di Gesù bambino. Maria è chinata sulla tinozza, concentrata in un gesto di cura quotidiana; il neonato si ritrae dall’acqua fredda con un movimento naturale, quasi improvviso. Accanto a loro compare una figura insolita, un’anziana levatrice, assente nei Vangeli canonici ma centrale nella scena.

La sua identità resta incerta: potrebbe essere Salomè, punita per la sua incredulità sulla verginità di Maria con la paralisi delle mani e poi guarita, oppure Anastasia, l’anziana donna dai Vangeli arabi dell’infanzia di Cristo, anch’essa colpita da paralisi e miracolata. Lotto sembra sovrapporre volutamente le due figure, più interessato al gioco degli sguardi che a una lettura univoca del racconto. Sulla destra si staglia Giuseppe, colto da stupore forse per il miracolo forse per la luce che promana dal bambino.

L’asino senza il bue e un dettaglio molto umano

La scena si svolge in una stalla notturna, animata da presenze silenziose. In primo piano compare un asino, colto in un atteggiamento quasi inquieto, che contribuisce a rendere l’ambientazione concreta, domestica, lontana da ogni idealizzazione. Il bue, invece, non c’è più. L’opera, infatti, è stata probabilmente  decurtata: in origine la tavola era più ampia e si estendeva verso sinistra, dove probabilmente trovavano posto il bue e alcune arcate architettoniche. Una perdita che non compromette la forza dell’immagine, ma che racconta la storia materiale del dipinto e le sue vicissitudini.

Tra i dettagli più sorprendenti spicca il cordone ombelicale non ancora reciso, scelta iconografica audace che sottolinea senza ambiguità l’umanità di Cristo. È anche attraverso questi particolari che Lotto invita lo spettatore a entrare nella scena, come se aprisse la porta della capanna e lo accogliesse in un interno familiare.

Un’opera di piccole dimensioni

La Natività colpisce anche per le dimensioni: appena 55 per 44 centimetri. Una tavola piccola, quasi una miniatura, che costringe a un’osservazione ravvicinata. Non c’è distanza possibile: bisogna avvicinarsi, rallentare, lasciarsi guidare dalla luce che si irradia dal corpo del Bambino e dal volto della Madonna, riflettendosi sugli oggetti, sulle mani, sui tessuti. È una pittura che chiede tempo e attenzione.

Da Mantova a Siena: la storia del quadro

E’ allo stesso tempo interessante e triste scoprire che la Natività probabilmente apparteneva alla collezione dei Gonzaga di Mantova. Dopo il saccheggio della città nel 1630, durante la guerra dei Trent’Anni, la tavola fu sottratta dal capitano Ottavio Piccolomini, esponente del celebre casato senese. Portata a Siena l’opera entrò nella collezione Spannocchi ed è tutt’ora conservata a Siena nella pinacoteca di Santa Maria della Scala. Solo il restauro del 2018 ha restituito la firma e la data, confermando l’esecuzione nel 1525.

Lorenzo Lotto, l’artista più inquieto del Rinascimento

Genio inquieto e originale del Rinascimento, difficile da incasellare in una corrente precisa, Lorenzo Lotto (1480?-1556) costruì la sua carriera lontano dai grandi centri della produzione artistica. Venezia e Roma, dove tentò senza successo di imporsi, lasciarono spazio alle Marche e soprattutto a Bergamo, dove visse alcuni degli anni più sereni e fecondi. È qui che nasce questa Natività: un’opera che non si limita a raffigurare un evento sacro, ma mette in scena l’emozione che esso provoca, trasformando il mistero del Natale in un’esperienza profondamente umana.

Per approfondire sul web

Gli auguri di Natale di Mantovastoria degli anni scorsi

2024Buon Natale con l’Adorazione dei Pastori di Girolamo Bonsignori dal Palazzo Ducale di Mantova

2023Auguri di buon Natale nel ricordo del 1223 a Greccio: il presepe di Francesco d’Assisi

2022Auguri di buon Natale con una incantevole e fiabesca Adorazione dei Magi

2021Un buon Natale con un presepe domenicano

2020Buon Natale con una Natività dal sapore mantegnesco dalla sagrestia del Duomo

2019Buon Natale aspettando Raffaello2020: il cinquecentenario della morte del genio di Urbino

2018Buon Natale con la Natività di Caravaggio (in attesa di ritrovarla…)

2017Una natività di Tintoretto per un Buon Natale di creatività

A Human and Unexpected Nativity by Lorenzo Lotto

Abstract (English)
Each Christmas the Museo Diocesano of Milan presents a single artwork, inviting reflection on quality rather than quantity. This year’s choice is Lorenzo Lotto’s Nativity (1525), on loan from Siena. Far from a traditional scene, the painting depicts the rare episode of the first bath of the Christ Child, drawn from apocryphal sources. Everyday gestures, an unusual midwife figure, and strikingly human details—such as the uncut umbilical cord—emphasize Christ’s humanity. Small in scale but intense in emotion, the work reflects Lotto’s restless genius and transforms the mystery of Christmas into an intimate, domestic experience.

Une Nativité intime et singulière de Lorenzo Lotto

Résumé (français)
À chaque Noël, le Musée diocésain de Milan propose une œuvre unique, privilégiant la qualité à l’accumulation. Cette année, la Nativité de Lorenzo Lotto (1525), venue de Sienne, surprend par son iconographie inhabituelle. Inspirée des Évangiles apocryphes, la scène représente le premier bain de l’Enfant Jésus, entouré de gestes quotidiens et de figures énigmatiques. Des détails audacieux, comme le cordon ombilical intact, soulignent l’humanité du Christ. De petites dimensions mais d’une forte intensité émotionnelle, l’œuvre révèle le génie inquiet de Lotto et offre une vision profondément humaine du mystère de Noël.