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Barbara di Brandeburgo, Duca di Mantova, Federico II Gonzaga, Francesco II Gonzaga, Gilda, Giuseppe Verdi, Isabella Boschetti, isabella d'este, Ludovico II Gonzaga, Romeo e Giulietta, Shakespeare
Da quando sono stati scoperti anche gli scheletri abbracciati Mantova è diventata la città dell’amore. Tra l’altro uno scrittore inglese come Aldous Huxley l’ha definita “la città più romantica del mondo con il suo profilo da mille e una notte che si eleva dai laghi”. Senza dimenticare il famoso laghetto a forma di cuore che si trova a Castellaro Lagusello. Perché non provare allora a scegliere 5 storie d’amore per celebrare san Valentino partendo da quelle reali per arrivare a quelle di fantasia che, spesso, sono più vere delle altre. Eccovi una selezione tra Gonzaga, Shakespeare e Rigoletto.
Ludovico II Gonzaga e Barbara di Brandeburgo – la coppia della camera degli sposi non può che essere la prima da citare. Anche se sappiamo che la stanza non era una camera da letto e che Ludovico e Barbara mai vi dormirono insieme questi sono “Gli sposi” nell’immaginario collettivo. Certo però che questa unione, anche se nata per esigenze dinastiche (Barbara arrivò a Mantova come sposa di Ludovico a soli 11 anni), fu molto solida. Barbara organizzò il soggiorno dei cardinali e del Papa Pio II e anche grazie a questo ottenne la porpora per il secondogenito Francesco. Ma il suo risultato più ambizioso fu la divisione ereditaria tra i figli del territorio di Mantova alla morte del marchese. Il testamento di Ludovico andò combusto, come dicono le fonti, e lei giurò di sapere cosa conteneva. Il marchesato perdeva forza ma a cuore di mamma non si comanda.
Francesco II Gonzaga e Isabella d’Este – Una coppia perfetta almeno sulla carta: lui grande soldato e cavaliere, lei bella, ambiziosa e colta. Eppure forse lui avrebbe preferito Lucrezia Borgia e lei Ludovico il Moro, il milanese più ricco e potente del mantovano. Ma la vita non sempre va come ci si aspetta. Una volta sposati l’obiettivo è quello di avere un figlio maschio (e Isabella impiegherà 10 anni a partorirlo rischiando grosso) e poi di farlo diventare duca. Secondo la vulgata Isabella è una donna spettacolare costretta al matrimonio con un buzzurro e zotico con cui discute spesso e volentieri. A me invece ricordano le coppie come Sandra e Raimondo: litigarelli per lavoro ma solidamente sposati e innamorati come racconta l’impresa fiammeggiante d’amore nella camera delle fiamme di Palazzo San Sebastiano.
Federico II Gonzaga e Isabella Boschetti – Dopo due matrimoni una storia d’amore non ufficiale ma che vale una vita. Federico II Gonzaga infatti ama profondamente Isabella Boschetti (si conoscono da ragazzi ma lei è già sposata) e aspetterà fino a trent’anni per sposarsi. Certo anche per aspettare il partito migliore ma nulla vieta di considerarla una forma di rispetto per Isabella. Palazzo Te sarà il loro nido d’amore con l’appartamento tradizionalmente intitolato alla favorita del duca e le storie e le imprese che raccontano del loro amore. Il tutto culmina nella camera di Amore e Psiche dove la storia dei due ragazzi e dell’opposizione di Venere riprende la storia di Federico e delle due isabelle auspicandone il lieto fine (che non arriverà).
Romeo e Giulietta – i veronesi non sarebbero d’accordo ma la storia d’amore tra Romeo e Giulietta ha molto di mantovano. Partiamo dal novelliere Matteo Bandello che scrive la vicenda mentre lavora per i Gonzaga (e sappiamo quanto il buon Bill Shakespeare fosse un incomparabile saccheggiatore di trame altrui) e arriviamo a Romeo che viene esiliato a Mantova. Proprio qui il giovane veronese si strugge per amore e dirà “Non c’è mondo per me aldilà delle mura di Verona: c’è solo purgatorio, c’è tortura, lo stesso inferno;
bandito da qui, è come fossi bandito dal mondo; e l’esilio dal mondo vuol dir morte”. Se fosse esistito trip advisor con una recensione di questo tipo Mantova non avrebbe avuto scampo. Eppure sarebbe bello immaginare che forse Giulietta e Romeo avrebbero potuto in ogni caso trasferirsi a Mantova per scampare la faida delle loro famiglie e chissà dove avrebbero preso casa: forse in una torre per poter osservare da lontano la loro Verona nelle giornate limpide e ventilate.
Gilda e il duca di Mantova – un’altra storia d’amore assolutamente inventata e con in più il fatto di non essere stata ambientata a Mantova almeno all’inizio (se volete saperne di più leggete qui). Eppure sembra più vera del vero: una giovane ragazza (Gilda) che si innamora di colui che crede essere un povero studente (e invece è il duca di Mantova) e scopre tardi di essere di fronte ad un casanova inarrestabile. Eppure l’amore è più forte di tutto e anche se il buffone Rigoletto le dimostra che il duca non rispetta nessuno e si è preso gioco di lei, Gilda lo amerà a tal punto da sacrificarsi per lui. Sfido chiunque a non appassionarsi a questa storia che commuove profondamente quando il padre scopre che a morire sarà la figlia e colpisce per la sfrontatezza e l’amore per la vita che fa da stella polare alla vita del duca.
Giacomo Cecchin
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