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Il 10 gennaio 1770 Leopold e Wolfgang Mozart arrivarono a Mantova durante il primo viaggio in Italia. Rimasero in città circa 9 giorni e il 16 gennaio il tredicenne Amadeus suonò al Teatro Bibiena, deliziando tutti i mantovani. Nelle sue lettere alla moglie Leopold scriverà del teatro dell’Accademia di non aver mai visto niente di più bello. I Mozart ripartono il 19 gennaio in direzione di Milano. E oggi possiamo ancora provare a ripercorrere i passi di padre e figlio lungo le vie di Mantova, una città che a differenza di quanto pensano in molti, non è così cambiata dal 1770. Eccovi 5 spunti sulle tracce del genio adolescente.

Il Palazzo di Marianna Sartoretti – è un palazzo tuttora esistente che si trova all’angolo tra via Bertani e via San Francesco da Paola, nei pressi di quello che all’epoca era il Ghetto ebraico. I Mozart vengono accolti dalla poetessa Marianna Sartoretti con grande calore e affetto, cosa che colpirà molto padre e figlio. Infatti Leopold scrive nelle lettere a casa di due omaggi molto graditi. Il primo è un mazzo di fiori con una poesia dedicata al giovane genio e il secondo è una pomata contro i geloni che farà miracoli risanando le dita del piccolo Amadeus.

Il Teatro Vecchio – era uno dei tanti teatri di Mantova e ne possiamo ancora vedere la struttura entrando nell’attuale Museo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Appena arrivati a Mantova Leopold e Wolfgang vennero in questo teatro a vedere le prove dell’opera Demetrio. Il teatro vecchio viene demolito dagli austriaci durante l’assedio napoleonico di fine settecento per farne legna da ardere.

La locanda della Croce Verde – qui alloggiano i Mozart mentre sono a Mantova. Si trovava dietro il Teatro Sociale, all’inizio dei portici di corso Umberto. Mantova non era famosa per la qualità delle sue locande: il Leon d’oro ad esempio (si trovava in piazza Alberti), era considerato il peggiore di tutti. Questa zona nel 1770 era molto diversa da come la vediamo oggi: qui vicino passava il Rio e c’era il ponte di San Giacomo e al posto del Teatro Sociale sorgeva il Palazzo dei nobili Castiglioni, i discendenti di Baldassarre.

Palazzo d’Arco – il 12 gennaio i Mozart pranzano come ospiti del Conte Eugenio d’Arco, all’interno del palazzo di famiglia. Era stato un parente dei conti mantovani che viveva a Salisburgo a fornire a padre e figlio una lettera di raccomandazione in vista del loro soggiorno a Mantova. Non sappiamo cosa abbiano mangiato i Mozart ma nelle lettere di Leopold si scrive che pranzavano e alla sera si tenevano leggeri con una mela, un pezzo di pane e un bicchierotto di vino. Un’ultima curiosità: il palazzo d’Arco dove pranzano i Mozart non era quello che vediamo oggi perché fu ricostruito nel 1783 dall’architetto Antonio Colonna.

Il Teatro Bibiena – il Teatro Bibiena era stato inaugurato un mese prima dell’arrivo a Mantova dei Mozart a Mantova il 3 dicembre 1769, con un concerto del mantovano Luigi Gatti. Era quindi lustro e scintillante la sera del 16 gennaio del 1770 quando vi suonò il tredicenne Wolfgang Amadeus Mozart. La realizzazione del teatro si deve all’architetto Antonio Galli Bibiena che lo progettò e lo costruì in pochi mesi per l’Accademia che aveva sede in quello stesso palazzo. La curiosità è che non si tratta di un vero e proprio teatro ma di un’aula accademica, come è dimostrato dalla presenza di gallerie destinate agli spettatori, anche dietro il palcoscenico.

Giacomo Cecchin