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Com’era la Mantova del ‘700? Era molto diversa da quella che vediamo oggi? Basta provare a immaginare di indossare degli occhiali temporali e passeggiare per Mantova per rendersi conto che la nostra città non è così cambiata da quella che accolse Leopold e Wolfgang Mozart nel gennaio del 1770. Ecco allora una miniguida in 5 tappe per una passeggiata mantovana sulle tracce del genio adolescente: dalla locanda dove alloggiarono nel soggiorno mantovano al Teatro Bibiena, da Palazzo d’Arco al Palazzo di Marianna Sartoretti. Una Mantova settecentesca schiacciata tra quella dei Gonzaga e quella risorgimentale ma che ha molto da offrire e raccontare. Questo il tema della pagina Mantovagando sull’ultimo numero della rivista MCG (qui potete sfogliare tutto il numero).

Qui trovate le uscite precedenti:

16. Il lato B di Palazzo Te in 5 particolari lascivi – MCG di dicembre/gennaio 2020
15. Napoleone a Mantova: 5 luoghi da ricordare – MCG di ottobre/novembre 2019
14. 5 anni da dimenticare a Mantova – MCG di agosto-settembre 2019
13. 5 anni da ricordare a Mantova – MCG di giugno-luglio 2019
12. Un safari a Palazzo Te – MCG di aprile-maggio 2019
11. Le torri del profilo di Mantova – MCG di febbraio-marzo 2019
10. Come scegliere il santo giusto a Mantova – MCG di dicembre/gennaio2019
9. Spettri a Mantova che, a volte, sembra la Scozia – MCG di ottobre/novembre 2018
8. 5 curiosità che non conoscevi su Palazzo Te – MCG di agosto/settembre 2018
7. Le particolarità di Palazzo Ducale – MCG di giugno/luglio 2018
6. Una Camera con Vista – MCG di aprile/maggio 2018
5. 5 Gonzaga da non dimenticare – MCG di febbraio/marzo 2018
4. 5 donne dei Gonzaga – MCG di dicembre/gennaio 2018
3. I libri da sfogliare dopo essere venuti a Mantova – MCG di ottobre/novembre 2017
2. I libri da leggere prima di venire a Mantova – MCG di agosto/settembre 2017
1. 5 passaggi segreti da scoprire a Mantova – MCG di giugno/luglio 2017

Ecco qui anche i testi e le foto.
Mozart a Mantova: sulle tracce del genio
Il 10 gennaio 1770 Leopold e Wolfgang Mozart arrivarono a Mantova durante il primo viaggio in Italia. Rimasero in città circa 9 giorni e il 16 gennaio il tredicenne Amadeus suonò al Teatro Bibiena, deliziando tutti i mantovani. Nelle sue lettere alla moglie Leopold scriverà del teatro dell’Accademia di “non aver mai visto niente di più bello”. I Mozart ripartono il 19 gennaio in direzione di Milano. E oggi possiamo ancora provare a ripercorrere i passi di padre e figlio lungo le vie di Mantova, una città che, a differenza di quanto pensano in molti, non è poi così cambiata dal 1770. Eccovi 5 spunti sulle tracce del genio adolescente.

IL PALAZZO DI MARIANNA SARTORETTI – È un palazzo tuttora esistente che si trova all’angolo tra via Bertani e via San Francesco da Paola, nei pressi di quello che all’epoca era il Ghetto ebraico. I Mozart vengono accolti dalla poetessa Marianna Sartoretti con grande calore e affetto, cosa che colpirà molto padre e figlio. Infatti Leopold scrive nelle lettere a casa di due omaggi molto graditi. Il primo è un mazzo di fiori con una poesia dedicata al giovane genio e il secondo è una pomata contro i geloni che farà miracoli risanando le dita del piccolo Amadeus.

IL TEATRO VECCHIO – Era uno dei tanti teatri di Mantova e ne possiamo ancora vedere la struttura entrando nell’attuale Museo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Appena arrivati a Mantova Leopold e Wolfgang vennero in questo teatro a vedere le prove dell’opera Demetrio. Il teatro vecchio viene demolito dagli austriaci durante l’assedio napoleonico di fine settecento per farne legna da ardere.

LA LOCANDA DELLA CROCE VERDE – Qui alloggiano i Mozart mentre sono a Manto-va. Si trovava dietro il Teatro Sociale, all’inizio dei portici di corso Umberto. Mantova non era famosa per la qualità delle sue locande: l’albergo Leon d’oro ad esempio (si trovava in piazza Alberti), era considerato il peggiore di tutti. Que-sta zona nel 1770 era molto diversa da come la vediamo oggi: qui vicino passava il Rio c’era il ponte di San Giacomo e al posto del Teatro Sociale sorgeva il Palazzo dei nobili Castiglioni, i discendenti di Baldassarre.

PALAZZO D’ARCO – Il 12 gennaio i Mozart pranzano come ospiti del Conte Eugenio d’Arco, all’interno del palazzo di famiglia. Era stato un parente dei conti mantovani che viveva a Salisburgo a fornire a padre e figlio una lettera di raccomandazione in vista del loro soggiorno a Mantova. Non sappiamo cosa abbiano mangiato i Mozart ma nelle lettere di Leopold si scrive che pranzavano alle 14.00 e alla sera si tenevano leggeri con una mela, un pezzo di pane e un bicchierotto di vino. Un’ultima curiosità: il palazzo d’Arco dove pranzano i Mozart non era quello che vediamo oggi perché fu ricostruito nel 1783 dall’architetto Antonio Colonna.

IL TEATRO BIBIENA – Il Teatro Bibiena era stato inaugurato un mese prima dell’arrivo a Mantova dei Mozart il 3 dicembre 1769, con un concerto del mantovano Luigi Gatti. Era quindi lustro e scintillante la sera del 16 gennaio del 1770 quando vi suonò il tredicenne Wolfgang Amadeus Mozart. La realizzazione del teatro si deve all’architetto Antonio Galli Bibiena che lo progettò e lo costruì in pochi mesi per l’Accademia che aveva sede in quello stesso palazzo. La curiosità è che non si tratta di un vero e proprio teatro ma di un’aula accademica, come è dimostrato dalla presenza di gallerie destinate agli spettatori, anche dietro il palcoscenico.

Giacomo Cecchin