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Giacomo Cecchin, I 5 laghi di Mantova, Lago del Paiolo, lago delle Grazie, Lago di Mezzo, Lago Inferiore, Lago Superiore, Mantova Chiama Garda, MCG
Un’altra doppia pagina uscita sull’ultimo numero di MCG Mantova Chiama Garda, dedicata ai 5 laghi di Mantova.
Ma come cinque? diranno quelli che non hanno mai letto il blog.
Mentre i 23 lettori che lo seguono risponderanno che con la geografia si può giocare e allora se un fiume come il Mincio può trasformarsi in tre laghi noi possiamo contare anche i bacini che non ci sono più e un lago che è tale solo per i suoi abitanti.
La doppia pagina è un formato grafico bellissimo che esalta le foto di Giovanna Caleffi. E’ la quarta uscita monografica sulla rivista bimestrale che viene distribuita in edicola insieme a La Voce di Mantova e che racconta vita e società delle tre province di Mantova, Brescia e Verona.
Qui potete sfogliare il numero intero mentre di seguito trovate i link agli altri tre articoli monografici oppure il testo completo pubblicato in questo numero.
Buona lettura!
3. Le stranezze di Palazzo Ducale – leggete l’articolo
2. Insolito Palazzo Te – leggete l’articolo
1. Il cielo in una stanza: la Camera degli Sposi – leggete l’articolo
Qui invece trovate tutte le puntate della rubrica Mantovagando che esce su ogni numero di MCG.
I CINQUE LAGHI DI MANTOVA
Qualche mantovano avrà letto il titolo e avrà pensato ad un refuso. Avrà guardato la moglie (che in fatto di geografia ne sa sempre più del marito) e le avrà chiesto “Come i 5 laghi di Mantova? Ma non erano tre?”. Lei potrebbe aver risposto come tutti quelli che mantovani non sono. “Forse per noi mantovani sono tre ma per tutti gli altri si tratta semplicemente del fiume Mincio che, uscito dal Lago di Garda, arriva a Mantova e “si impaluda”, come dice il grande padre Dante. E allora quanti sono davvero i laghi di Mantova? La domanda è mal posta perché occorre partire dalla definizione di lago o meglio da cosa i mantovani considerano un lago. E allora i laghi di Mantova sono davvero 5. Non ci credete? Provate a contarli insieme a noi.
Lago superiore – è il primo lago che si incontra quando si viene da Cremona e si scende lungo il cavalcavia che scavalca i binari della ferrovia. E’ anche quello che ha subito le modifiche maggiori dall’intervento del bergamasco Alberto Pitentino che nel 1190 circa costruisce il ponte diga dei Mulini e alza il livello del Mincio allargandolo fino a creare l’attuale lago. Il dislivello di circa tre metri con il Lago di Mezzo serviva a far funzionare i mulini che davano il nome al Ponte dei Mulini. Purtroppo un bombardamento aereo degli alleati distrugge il ponte che non sarà mai ricostruito con grave danno per Mantova. Oggi l’acqua del Lago Superiore si riversa nel Lago di mezzo attraverso lo scarico del Vasarone ed esiste una micro centrale idroelettrica costruita vicino al luogo dove si trovava Porta Mulina e che ricorda le ruote dei mulini.
Lago di mezzo – i nomi dei laghi di Mantova sono intelligenti e fanno capire immediatamente la loro collocazione. Si trova tra il Ponte dei Mulini e il Ponte di San Giorgio ed è allo stesso livello del lago inferiore. Dall’altra parte rispetto alla città si vede la Cartiera Burgo, una specie di ponte di Brooklyn realizzato da Pierluigi Nervi e che, nei giorni limpidi, ha le alpi innevate come sfondo. All’inizio del Ponte di San Giorgio si trova invece la locanda di Sparafucile, il sicario del Rigoletto verdiano, che è in realtà quello che rimane del borgo fortificato di San Giorgio. Sulla riva del Lago di Mezzo verso Mantova ormeggiano le motonavi che effettuano le crociere sui due laghi (il lago superiore non è raggiungibile in quanto non esistono chiuse che consentano di superare il dislivello) e discendono il Mincio verso Governolo fino ad arrivare al Po.
Lago inferiore – è l’ultimo dei tre laghi prima che le acque tornino a chiamarsi Mincio in prossimità della Vallazza. Il Lago Inferiore è collegato al Lago Superiore dal Rio che sbuca all’interno di porto Catena, l’unico porto rimasto in città. E’ su questo lago che Mantova appare ai visitatori così com’era al tempo dei Gonzaga. Qui infatti abbiamo il profilo o la skyline più famosa della città con i campanili, le torri, il castello di San Giorgio e il Palazzo ducale ma soprattutto il cupolone di S.Andrea. Uno scrittore inglese definì Mantova “La città più romantiva del mondo con il suo profilo da Mille e una notte che emerge dall’acqua”. Il Lago Inferiore è chiuso tra il ponte di San Giorgio e il ponte di diga Masetti che scavalca uno stretto canale che lo collega alla Vallazza. Qui i laghi di Mantova tornano ad essere fiumi e come scrive Dante “Mencio si chiama fino a Governol, dove cade in Po” (XX canto dell’Inferno, Divina Commedia).
Lago del Paiolo – il quarto lago di Mantova non esiste più occupato da nuovi quartieri residenziali dopo essere stato prosciugato dagli austriaci per ragioni di salubrità cittadina. Eppure esiste ancora il canale del Paiolo e si può intravedere ancora l’alveo del lago, più basso rispetto ai terreni circostanti. Napoleone sfruttò questa conformazione della città per creare la cosiddetta “Grande Inondation” che avrebbe portato nuovamente Mantova ad essere un’isola completamente circondata dalle acque. Attraverso la chiusura della diga posta alla fine del canale del Paiolo (difesa da quella straordinaria opera difensiva che è il Forte di Pietole) l’acqua avrebbe allagato la zona sud della città reimpossessandosi dei suoi spazi e ricreando il quarto lago di Mantova.
Lago delle Grazie – e veniamo all’ultimo lago. Se chiedete ad un abitante delle Grazie dov’è il Mincio vi manderà a Rivalta perché quello che lambisce il santuario è il Lago delle Grazie. Qui il Mincio compie una deviazione a 90 gradi e si dirige verso Mantova e qui si trovano canneti che trasformano quest’area nelle cosiddette Valli del Mincio. Ricche di avifauna e parco naturale sono ambienti umidi unici al mondo e bisogna sperare che riescano a sopravvivere all’inquinamento pesante delle acque (anche se sembrano esserci buone notizie in tal senso). Qui la tradizione vuole nuotasse il coccodrillo oggi appeso alla navata del Santuario delle Grazie. Da questa riva San Bernardino da Siena si recò a Mantova sul suo saio, steso a mo’ di surf sull’acqua, dopo che i suoi compagni erano partiti per predicare a Mantova senza svegliarlo. Non siete convinti che esista il Lago delle Grazie? Come vi dicevo occorre intendersi sulle definizioni e visto che per la gente delle Grazie di lago si tratta chi siamo noi per smentirli?
Giacomo Cecchin