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~ Racconti, personaggi e curiosità su Mantova

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Archivi tag: La Reggia

Il Palazzo Ducale è fatto a scale (seconda parte) su La Reggia (n.2/giugno 2021)

04 sabato Gen 2025

Posted by mantovastoria in Articoli, Palazzo Ducale

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Giacomo Cecchin, Il Palazzo Ducale è fatto a scale, La Reggia, Società per il Palazzo Ducale

“Palazzo Ducale è fatto a scale” sembra una filastrocca ma è proprio così. Ce ne sono decine: scale, scalette, scaloni e se le stanze della reggia dei Gonzaga sono più di 1.000 chi lo sa quanti sono gli scalini. E’ il secondo articolo dedicato alle scale di Palazzo Ducale e soprattutto a quelle che si trovano in Corte Nuova e nel Castello di San Giorgio. Chi volesse sfogliare tutta la rivista in cui è inserito l’articolo può cliccare a questo link: https://www.societapalazzoducalemantova.com/wp-content/uploads/2021/11/La-Reggia-Giugno-2021.pdf

Il Palazzo Ducale è fatto a scale

Le scale di Palazzo Ducale mettono a dura prova i turisti che le salgono baldanzosi all’inizio del percorso e le scendono affaticati per arrivare all’uscita. Se salire gli scalini è un’abitudine considerata salutare dai medici ebbene la Reggia dei Gonzaga è perfetta per un allenamento. In questo articolo procediamo con un inventario sommario delle scale di Palazzo Ducale e dopo aver affrontato quelle di Corte Vecchia ci spostiamo verso Corte Nuova e soprattutto all’interno del Castello di San Giorgio.

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Leggere la facciata di Palazzo Ducale come se fosse la pagina di un libro, un articolo su La Reggia n.3/2019

17 martedì Dic 2024

Posted by mantovastoria in Articoli, Palazzo Ducale, Storia Locale

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Giacomo Cecchin, La facciata di Palazzo Ducale, La Reggia, Società per il Palazzo Ducale

Palazzo Ducale si può affrontare anche stando fuori ed è quello che propongo in questo articolo che racconta come leggerne la facciata come se fosse la pagina di un libro.

Il testo è stato pubblicato nel 2019 ma è ancora attuale e, se aspettate la prossima primavera e vi portate una sedia portatile, potete stamparlo e passare un po’ di tempo individuando i dettagli e le curiosità.

Come sempre i veri segreti sono le cose sotto gli occhi di tutti ed è bello e istruttivo, come diceva Giovannino Guareschi, scoprirli un po’ per volta.

Una facciata da leggere: il Palazzo Ducale come la pagina di un libro

Quando si parla con qualche mantovano doc e gli si chiede l’ultima volta in cui ha visitato Palazzo Ducale sgrana gli occhi e spesso non sa rispondere[1]. Questo anche perché pensa che per visitare la reggia sia necessario pagare il biglietto ed entrare. In realtà basta anche fare un giro lungo l’intero perimetro, entrare nei cortili e nelle piazze interne o osservarne la facciata. Sì perché chiunque passi per piazza Sordello e si soffermi a osservare il fronte di Palazzo Ducale compie già una visita. La facciata infatti è come la pagina di un libro da leggere e racconta la storia della dimora attraverso i vari passaggi: dai Bonacolsi ai Gonzaga fino ad arrivare poi agli austriaci e all’attuale museo.

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Una salita al Paradiso a Palazzo Ducale, un articolo su La Reggia n.2/2019

03 martedì Dic 2024

Posted by mantovastoria in Articoli, Palazzo Ducale, Storia Locale

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appartamento del paradiso, Giacomo Cecchin, La Reggia, Società per il Palazzo Ducale

Ecco un altro degli articoli usciti su La Reggia per raccontare alcuni itinerari per conoscere meglio Palazzo Ducale. Qui si compie una vera e propria salita al Paradiso, nel senso dell’appartamento chiamato con questo nome ai piani alti della Domus Nova.

Il testo è stato pubblicato nel 2019 e c’è una cosa che è cambiata da allora: Stefano L’Occaso il direttore del Museo di Palazzo Ducale è tornato a lavorare nella Camera dei Quattro Elementi e quante buone idee gli saranno venute e gli verranno nei prossimi anni.

L’auspicio è che questo itinerario possa essere aperto al pubblico perché salire al Paradiso è una delle cose più belle che ti possa capitare, soprattutto se puoi in ogni caso scendere al Purgatorio…

La salita al Paradiso

Il Palazzo ducale è stato definito anche “il Vaticano nella palude” per le sue dimensioni. Lo sanno bene i turisti e le guide che ne attraversano le sale e arrivano al termine del percorso frastornati da tanta bellezza e stravolti da un percorso che attraversa i secoli.

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Statistiche gonzaghesche, un nuovo articolo su La Reggia (n. 2 giugno 2023)

11 martedì Lug 2023

Posted by mantovastoria in Articoli, Gonzaga, Mostre

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Giacomo Cecchin, Gonzaga, I Gonzaga, I Gonzaga di Mantova, La Reggia, Società per il Palazzo Ducale, Statistiche gonzaghesche

Una nuova pagina su La Reggia per raccontare la storia dei Gonzaga (qui potete scaricare l’intera rivista).
Sul sito della Società per il Palazzo Ducale https://www.societapalazzoducalemantova.com/ potete sfogliare tutti i numeri già usciti cliccando su questo link.

Le scale di Palazzo Ducale su La Reggia di settembre 2020

03 lunedì Gen 2022

Posted by mantovastoria in Articoli, Palazzo Ducale

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curiosità su Palazzo Ducale, Giacomo Cecchin, La Reggia, Le scale a Palazzo Ducale, Palazzo Ducale, Palazzo ducale di Mantova, Società per il Palazzo Ducale

Le scalette dell'Appartamento dei Nani con i loro minuscoli gradini.

Con questo articolo sulle scale del Palazzo Ducale procede la mia collaborazione con La Reggia, il periodico della Società per il Palazzo Ducale. E’ la prima parte di un percorso che vi condurrà a scoprire le scale della reggia dei Gonzaga, da quelle più famose a quelle meno note. Eccovi il testo integrale.

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Clinio Cottafavi: il busto si avvicina al ritorno in Piazza Pallone

14 venerdì Ago 2020

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità, Storia Locale

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Clinio Cottafavi, Gianpiero Baldassari, La Reggia, Palazzo Ducale, piazza pallone, Società per il Palazzo Ducale, Statue erranti

Forse ci siamo! Clinio Cottafavi sta per tornare al suo posto in Piazza Pallone, solingo osservatore del Palazzo Ducale che ha contribuito a salvaguardare. Ecco la notizia riportata da Gilberto Scuderi in un articolo della Gazzetta di Mantova del 14 agosto 2020.

Il busto di Cottafavi vicino al ritorno in piazza

Il busto di Clinio Cottafavi, assente da piazza Pallone da oltre due anni per un incidente che lo rovinò a terra, prosegue la lenta marcia verso il ricollocamento. Giacente per lungo tempo nel Cantiere Verde Tea a Bosco Virgiliano, si trova ora nello Studio di restauro di G. Billoni – M. Negri al 21 di piazza Santa Barbara. L’intervento per riportarlo all’antico splendore ha il suo iter burocratico, inevitabile. La relazione tecnica di Billoni-Negri è stata inviata alla Soprintendenza. Una vicenda di per sé banale, che mostra le lungaggini di cui tanto, per questioni più importanti, si parla in Italia: di burocrazia e di sburocratizzazione. La statua del 1937, dedicata al direttore onorario di Palazzo Ducale morto quell’anno, è di proprietà della Società per il Palazzo Ducale, cui sembra spetterebbe l’onere del restauro. –G.S.

Per approfondire:
– Cherchez Clinio Cottafavi: dov’è finito il busto di Piazza Pallone?
– Clinio Cottafavi: chi era costui? Note a margine di un episodio di vandalismo urbano
– Clinio Cottafavi, l’infaticabile (La Reggia)
– Le statue erranti: il post e la puntata di Mantovagando
– Mantova Segreta sulle tracce delle statue erranti

Camere con vista: cosa si vede dalle finestre del Palazzo Ducale su La Reggia 2/2020

12 domenica Lug 2020

Posted by mantovastoria in Articoli, Palazzo Ducale

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Camere con vista, curiosità su Palazzo Ducale, Giacomo Cecchin, La Reggia, Le finestre del Palazzo Ducale, Palazzo Ducale, Società per il Palazzo Ducale

E’ uscito sull’ultimo numero de La Reggia, la rivista ufficiale della Società per il Palazzo Ducale, un altro mio articolo inserito nel ciclo dedicato al racconto della reggia gonzaghesca. E’ dedicato a cosa si vede da alcune delle finestre del Palazzo Ducale.
Qui trovate gli articoli usciti fino ad ora:
1. I nani di Mantova su La Reggia: spigolature “nanesche” a Palazzo Ducale (n. 2/2018)
2. Dentro il Palazzo Ducale visto da fuori: un nuovo articolo per La Reggia (n. 3/2018)
3. Dentro il Palazzo Ducale visto da fuori: la seconda puntata su La Reggia (n. 4/2018)
4. I giardini di Palazzo Ducale su La Reggia (1/2019)
5. Una facciata da leggere su La Reggia (2/2019)

Di seguito il testo integrale dell’articolo pubblicato sul n. 2/2020 della Reggia (ringrazio il presidente Gianpiero Baldassari e il direttore Fausto Amadei per l’ospitalità). Continua a leggere →

Una facciata da leggere come la pagina di un libro: il Palazzo Ducale su La Reggia 2/2019

24 martedì Set 2019

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curiosità su Palazzo Ducale, Giacomo Cecchin, La Reggia, Magna Domus, Palazzo del Capitano, Palazzo Ducale, Piazza Sordello, Società per il Palazzo Ducale

E’ uscito sull’ultimo numero de La Reggia, la rivista ufficiale della Società per il Palazzo Ducale, un altro mio articolo inserito nel ciclo dedicato al racconto della reggia gonzaghesca. E’ dedicato alla facciata di Palazzo Ducale, fronte di Piazza Sordello.
Qui trovate gli articoli usciti fino ad ora:
1. I nani di Mantova su La Reggia: spigolature “nanesche” a Palazzo Ducale (n. 2/2018)
2. Dentro il Palazzo Ducale visto da fuori: un nuovo articolo per La Reggia (n. 3/2018)
3. Dentro il Palazzo Ducale visto da fuori: la seconda puntata su La Reggia (n. 4/2018)
4. I giardini di Palazzo Ducale su La Reggia (1/2019)

Di seguito il testo integrale dell’articolo pubblicato sul n. 2/2019 della Reggia (ringrazio il presidente Gianpiero Baldassari e il direttore Fausto Amadei per l’ospitalità). Continua a leggere →

La nana della Camera degli Sposi si chiamava Lucia, una nuova ipotesi del prof. Rodolfo Signorini

06 domenica Gen 2019

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità, Gonzaga, Palazzo Ducale

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camera degli sposi, La Reggia, Nana, Nana Lucia, Palazzo Ducale, Palazzo ducale di Mantova, Rodolfo Signorini

Segnalo volentieri un articolo pubblicato sul numero 4/2018 de La Reggia, la rivista ufficiale della Società per il Palazzo Ducale, relativo alla possibile identificazione della nana ritratta nella scena di famiglia della Camera degli Sposi.
Il prof. Rodolfo Signorini, storico che da sempre si occupa del capolavoro del Mantegna, ha infatti proposto Lucia come nome della nana, identificandola con una delle accompagnatrici di Barbarina Gonzaga nel suo viaggio verso il Wuttenberg dove avrebbe sposato Eberardo I.
Ecco l’incipit dell’articolo che potete leggere nella versione integrale su La Reggia 4/2018. Continua a leggere →

Dentro il Palazzo Ducale visto da fuori: la seconda puntata su La Reggia (n. 4/2018)

04 venerdì Gen 2019

Posted by mantovastoria in Articoli, Palazzo Ducale, Storia Locale

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Cortile dei Cani, Cortile del Frambus, Cortile delle 8 facce, Cortile di Castello, Cortile di Santa Croce, Dentro il Palazzo ducale visto da fuori, La Reggia, Palazzo Ducale, Palazzo ducale di Mantova, Piazza Castello, Società per il Palazzo Ducale, Vòlto oscuro

La prossima domenica 6 gennaio l’ingresso a Palazzo Ducale sarà gratuito ma in realtà non occorre pagare il biglietto per rendersi conto delle dimensioni e della storia della reggia dei Gonzaga: basta passeggiare per i suoi cortili e per le piazze oggi aperte al pubblico.
Di seguito trovate la seconda parte di un itinerario pubblicato su La Reggia, il giornale ufficiale della Società per il Palazzo Ducale (qui potete leggere la puntata precedente).
Nei prossimi numeri usciranno altri articoli dedicati alla reggia, tutti pensati con la filosofia del “Lo sapevate che?”, una sorta di Palazzo Ducale in pillole per farvi venire voglia di fare le uniche due cose che servono per conoscerlo meglio: frequentarlo più spesso e iscrivervi alla Società per il Palazzo Ducale.
Qui trovate gli articoli pubblicati sino ad ora:
I nani di Mantova su La Reggia: spigolature “nanesche” a Palazzo Ducale
Dentro il Palazzo Ducale visto da fuori: un nuovo articolo per La Reggia

Di seguito il testo integrale dell’articolo pubblicato sul n. 4/2018 della Reggia (ringrazio il presidente Gianpiero Baldassari e il direttore Fausto Amadei per l’ospitalità).

Dentro il Palazzo Ducale visto da fuori (II parte)
Nello scorso numero della Reggia abbiamo parlato di alcuni dei cortili interni di Palazzo Ducale (Cortile d’Onore e della Cavallerizza) e degli spazi di grandi dimensioni che, aperti oggi al pubblico o addirittura al traffico veicolare, hanno perso il loro carattere chiuso ed esclusivo. Oggi partiamo proprio da una delle piazze più note, piazza Castello, per arrivare poi a descrivere alcuni dei cortili ricavati dalle sistemazioni intervenute a seguito dell’aggiunta di edifici successivi e per questo a volte di forma irregolare.
Lo spazio detto oggi Piazza Castello era uno spazio aperto che era chiamato prato di Castello o prato dei cannoni e costituiva il luogo principe per le parate e per le esercitazioni militari. La sua trasformazione con un portico a serliana di ispirazione giuliesca avvenne ad opera di Giovan Battista Bertani per la venuta a Mantova di Filippo II di Spagna, figlio dell’imperatore Carlo V. Se ne vede una splendida immagine in uno degli otto teleri realizzati da Tintoretto per l’Appartamento Grande di Castello, commissionati dal duca Guglielmo Gonzaga. In questo dipinto si ha modo di vedere la prima versione della piazza e salta all’occhio il fatto che manchi la parte superiore e l’esedra, particolari realizzati successivamente ad opera di Bernardino Facciotto, che incontreremo anche quando parleremo del cortile delle otto facce o degli orsi. Piazza Castello è uno degli spazi più incredibili della Reggia, oggi utilizzata per gli incontri principali del Festivaletteratura e un tempo per spettacoli che sfruttavano come fondale l’emiciclo, che ha anche la finzione di avvicinare alla piazza l’imponente volume del Castello di San Giorgio. I torrioni della fortezza di Bartolino da Novara emergono sopra il corridore che corre tutto attorno alla piazza insieme alle due “cube” le cupole della basilica di Santa Barbara e allo splendido campanile del Bertani. Sul lato della piazza dove non troviamo il portico era posto l’edificio delle stalle di castello, modificato poi in epoca guglielmina. Passiamo ora agli altri cortili interni della reggia ed entriamo nel Castello di San Giorgio passando sopra il ponte in pietra che ha sostituito l’antico ponte levatoio. Qui troviamo il cortile interno della fortezza con un portico ingentilito dall’intervento di Luca Fancelli su disegni di Andrea Mantegna. Su uno dei lati del cortile il portico regge un poggiolo che costituiva un collegamento all’aperto probabilmente tra l’appartamento di Ludovico II e quello della marchesa. Le modifiche al castello rientrano nei lavori iniziati per trasformare il maniero quattrocentesco in una dimora adatta ad ospitare un signore rinascimentale e che vedranno non solo la realizzazione della Camera degli Sposi ma anche di una cappella decorata dalle tavole di Andrea Mantegna. Uscendo dal cortile verso piazza Castello, a sinistra si imbocca lo scalone che conduce alla sala di Manto e da lì nella camera dei cavalli dove si trova uno degli ingressi al cortile dei cani. Il nome di questo piccolo giardino deriva dalla tradizione che voleva che Isabella d’Este vi seppellisse i suoi cagnolini. Questo spazio è circondato dall’appartamento grande di Castello, dalle stanze dette dell’appartamento del Tasso e dall’appartamento di Troia. Prima della ristrutturazione voluta dal duca Guglielmo con la costruzione delle sale dei Capitani, dei Marchesi e dei Duchi qui si trovava una sorta di terrazza o belvedere verso il lago. Oggi il giardino, che ha una forma di trapezio rettangolo, è decorato da aiuole  e piccole siepi di bosso e presenta al centro su una piccola colonna il busto del poeta Virgilio. Per chi volesse individuare il cortile dei cani dall’esterno del Palazzo Ducale dovrebbe guardare l’edificio a sinistra del Castello: il giardino si trova in corrispondenza della cosiddetta Loggia del Tasso. E’ il momento di andare verso gli altri cortili che descriveremo in questo articolo e per farlo usciamo dal castello e dirigiamoci verso piazza Santa Barbara. Qui subito sulla destra troviamo un portone dietro cui si cela un cortile triangolare con degli alberi al centro, uno di quegli spazi strani prodotti dalle aggiunte e trasformazioni successive che hanno trasformato il Palazzo Ducale in un vero e proprio palinsesto, continuamente riscritto dalle generazioni successive dei Gonzaga. E’ il cortile del Frambus, un nome che ricorda il frambos dialettale, ovvero la pianta del lampone. Da qui possiamo arrivare allo spazio con il nome più strano tra quelli della reggia gonzaghesca: si tratta del cosiddetto cortile degli Orsi (così viene definito  nel 1908 dall’architetto Achille Patricolo) meglio noto come cortile delle otto facce. Si tratta di un luogo dovuto all’intervento dell’architetto Bernardino Facciotto che si trova davanti al problema di dare una forma regolare ad uno spazio irregolare con il vincolo del muro delle stalle di castello. Lo risolve dando una forma di ottagono allungato allo spazio circondato da un porticato che riprende la decorazione a bugnato della casa mantovana di Giulio Romano. Su questo cortile si affacciano la sala dello Specchio, recentemente riscoperta e dovuta proprio ad un intervento di Bernardino Facciotto, e il giardino pensile costruito per volere del duca Guglielmo da Pompeo Pedemonte. Tra l’altro il cortile delle otto facce e il “giardino in aria” sono collegati da una scala molto particolare e suggestiva: si tratta infatti di una scala che sale a triangolo in un altro di quegli spazi irregolari che rendono il Palazzo Ducale una specie di gioco ad incastri che riserva sorprese ad ogni angolo. Ci spostiamo ora nel cortile di Santa Croce prima di chiudere con una piccola sorpresa. Si tratta di uno spazio che si raggiunge dal portico della Magna Domus anche se oggi il portale che vi conduce è occupato dalla biglietteria di Palazzo Ducale. Per arrivarci bisogna quindi attraversare l’appartamento vedovile di Isabella d’Este di cui costituisce una specie di atrio all’aperto. Si tratta di uno spazio che ha un porticato su uno dei tre lati e prende il suo nome dall’antica chiesa di Santa Croce in corte, costruita all’epoca di Gianfrancesco Gonzaga. Oggi della chiesa rimangono le tracce di un rosone sulla facciata che si apriva sul cortile ed alcune colonne. La chiesa era ancora attiva alla fine del 1500 come risulta da una visita pastorale del 1575. Il cortile di Santa Croce è uno spazio poco noto ai visitatori di Palazzo Ducale ma si tratta di un luogo molto suggestivo anche perché, come scrivevo, costituisce uno degli accessi all’appartamento vedovile di Isabella d’Este, abitato dalla marchesa trasferitasi in Corte Vecchia dopo la morte del marito Francesco I Gonzaga nel 1519. Una curiosità interessante è che all’interno del cortile si trova oggi la colonna edificata dal Papa Pio II Piccolomini nell’area del Gradaro a marcare il luogo del martirio di San Longino. E concludiamo con la piccola sorpresa di cui vi accennavamo: tra cortili e piazze terminiamo invece on un passaggio ricavato tra il Castello, il corridoio di Santa Barbara e la Basilica Palatina. Si tratta del cosiddetto Vòlto oscuro. Se ne può vedere l’uscita dalla cancellata che si apre sulla sinistra della facciata della chiesa di Santa Barbara. E’ una vista suggestiva dove dietro il passetto areo che collega il Palazzo ducale alla basilica si intravedono i finestroni della Sala di Mantova sotto cui si apre una specie di galleria che sbuca di fianco al fossato del Castello. Sarebbe bello che tra le tante aperture programmate per ricostruire il rapporto tra la città e la reggia ci fosse anche questa. Sarebbe un modo di redimere questo percorso che un tempo portò le orde dei Lanzichenecchi all’interno del palazzo per un saccheggio indiscriminato e che oggi invece potrebbe condurre i turisti nel cuore del complesso gonzaghesco in una sorta di viaggio nel tempo alla scoperta della meravigliosa storia del Palazzo Ducale.

I cortili e le piazze descritte nell’articolo: 1 piazza Castello; 2 cortile di Castello; 3 Cortile dei Cani; 4 Cortile del Frambus; 5 Cortile delle 8 facce; 6. Vòlto oscuro. Il cortile di Santa Croce è fuori dall’immagine.
Giacomo Cecchin

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