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Rubens a Mantova, una bella occasione per scoprire almeno 7 motivi per andare a vedere la mostra di Palazzo Te. Ne parliamo su MCG – Mantova Chiama Garda con una doppia pagina dedicata proprio all’esposizione mantovana.

Ricordo inoltre a chi fosse interessato le prossime date delle mie visite alla mostra.
Le trovate qui Visita la mostra su Rubens a Palazzo Te – le date di gennaio

Ecco i testi utilizzati per la pagina e di seguito le pagine singole. Per chi volesse sfogliare MCG on line lo può fare al link seguente MCG Dicembre 2023

RUBENS A MANTOVA
7 motivi per vedere la mostra

Perchè una mostra su Pietro Paolo Rubens a Mantova? Perchè all’interno di Palazzo Te? La risposta è più facile di quanto possa sembrare. Rubens ha lavorato per il duca mantovano Vincenzo I Gonzaga dal 1600 al 1608 come pittore, cortigiano, mercante, procacciatore di opere viaggiando in lungo e in largo per l’Italia e l’Europa. Durante il suo periodo mantovano il pittore fiammingo ha sicuramente visitato Palazzo Te e sappiamo che ha osservato con attenzione gli affreschi per i numerosi disegni che ne ha tratto e per i riferimenti che ha inserito in molte sue opere.

Un’ultima osservazione: Rubens si inserisce nel lungo elenco di artisti che hanno lavorato per i Gonzaga. La famiglia mantovana si comporta con il mercato dell’arte come fanno oggi i presidenti delle squadre di calcio: vogliono il meglio e amano gli stranieri.

1 Anche i maestri ricevono rifiuti

I santi Gregorio, Domitilla, Nereo e Achilleo in adorazione della Madonna della Vallicella, un dipinto olio su tela di 477 x 288 cm realizzato nel 1608, è uno dei pochi quadri di Rubens rifiutati dai committenti. Sono gli Oratoriani della chiesa nuoa di Roma a chiedere al pittore di realizzare una seconda versione dell’opera. Rubens non si abbatte per il rifiuto provando a vendere l’opera già realizzata al suo datore di lavoro, il duca di Mantova. Per convincerlo gli scrive che potrebbe anche cambiare i santi già realizzati attribuendogli simboli e oggetti sulla base delle preferenze del duca. Alla fine però non riuscirà a vendere l’opera.

2 Angeli e demoni, tra cielo e inferno

In un’Europa scossa dalle guerre tra cattolici e protestanti Rubens descrive l’attualità ispirandosi alle storie della Bibbia e dei Vangeli come nel caso di San Michele che combatte con Lucifero. L’arcangelo impugna invece della spada delle folgori che sembrano prese direttamente da quelle che Giove scaglia su Fetonte (nella camera delle aquile) o sui giganti (nel camerone dei Giganti).

3 I geni copiano, i mediocri imitano

Quando Rubens arriva a Mantova va sicuramente a Palazzo Te e vede finalmente dal vivo le invenzioni di Giulio Romano. IIN molti suoi quadri riprende dei modelli, delle figure e delle idee che scopre a Mantova e nel resto d’Italia. Nel quadro delle Tre Grazie la donna di schiena riprende la posizione di Psiche nell’affresco realizzato sulle pareti della sala da pranzo di Palazzo Te ( la Camera di Amore e Psiche), rielaborandola in modo personale. Tutta l’arte rinascimentale è ispirata al principio del copia e migliora, che ha decretato il successo delle piccole e medie industrie italiane.

4 Le incisioni sono l’anima della conoscenza (e del commercio)

Come faceva Rubens a conoscere l’arte di Giulio Romano prima di arrivare in Italia? Grazie alle incisioni delle invenzioni di Giulio Romano che erano diffuse in tutta Europa. L’incisione è come se fosse una scansione in bianco e nero: la possono distribuire in numerosi esemplari per far conoscere un’idea, un’innovazione o un affresco. Sarà Raffaello a lanciare questa strategia commerciale, ripresa da Giulio Romano e che consente a Rubens di essere aggiornato sulle novità dell’arte Made in Italy prima di venirci davvero.

5 È lo storytelling bellezza

Disegni, dipinti, arazzi: nulla è alieno al genio di Rubens. Il pittore fiammingo è un grandissiomo narratore. Gli commissionano 8 quadretti della vita di Achille che diventano cartoni per degli arazzi. Nel quadretto della rabbia di Achille riesce a sintetizzare la scena con dettagli che la rendono cinematografica: Achille sta per sguainare la spada contro Agamennone per punirlo di avergli negato il possesso della bella prigioniera Briseide.

Il pelide viene fermato da Atena ma la sua rabbia emerge nel leone incatenato alla palla di ferro e nella cariatide a destra, con la benda sugli occhi che simboleggia la furia cieca.

6 Peter Paul Rubens, un multipotenziale barocco

Il mito del multitasking è stato soppiantato dalla teoria del multipotenziale, la persona dotata di molti talenti e soft skills. Rubens era un potenziale assoluto: pittore, cortigiano, ambasciatore, maestro, faceva tutto e meglio di tutti. Il pittore fiammingo parlava addirittura italiano, francese, spagnolo, tedesco, latino e ovviamente il fiammingo, ma scriveve le sue lettere in italiano. Un aneddoto racconta che un giorno nel suo studio di Anversa, Rubens stesse dipingendo, ascoltando la lettura di un libro, dettando una lettera e conversando con i suoi ospiti. Dal multipotenziale al multitasking.

7 Rubens e le storie tra santi, Bibbia e mitologia

I grandi pittori del passato oggi sarebbero dei registi cinematografici o di serie TV. Le storie sono dappertutto: nelle chiese, nei palazzi, sulle facciate degli edifici principali e tutti le conoscono e le creano. Oggi noi facciamo spesso fatica a riconoscere i personaggi e i temi dei quadri e degli affreschi perchè abbiamo perso l’abitudine a quei racconti. Abbiamo quindi bisogno delle didascalie per capire chi sono i personaggi e cosa sta succedendo. All’epoca invece pochi sapevano leggere ma riconoscevano al volo nelle pitture le storie che si sentivano raccontare tutti i giorni. In mostra ci sono tantissimi quadri di Pietro Paolo Rubens (e non solo) che raccontano storie della Bibbia, dei santi e della mitologia e anche gli affreschi di Palazzo Te sono una specie di serie TV avvincente e coinvolgente.

Mantovagando: tutte le pagine pubblicate

La rubrica Mantovagando su Mantova Chiama Garda propone in un’altra veste gli articoli già pubblicati su questo blog sotto la Rubrica de “Le 5 cose da sapere su Mantova e sui Mantovani”. La novità è che in questo caso i testi sono corredati da foto e questo rende gli articoli più facili ed efficaci per i lettori. Mantovagando è stata anche una trasmissione radiofonica andata in onda su Radio Base (qui potete ascoltare i podcast).
Di seguito potete leggere tutte le pagine uscite sul Magazine che trovate in versione integrale sul sito www.mantovachiamagarda.it.

20. Un crossfit culturale a Palazzo Ducale, MCG – Ottobre 2023
19. Il duomo di Mantova, un cocktail architettonico – MCG Luglio 2023
18. I cinque dilemmi dei mantovani – MCG di Maggio 2023
17. I cinque luoghi cavallereschi – MCG di Dicembre 2022
16. Il lato B di Palazzo Te in 5 particolari lascivi – MCG di dicembre/gennaio 2020
15. Napoleone a Mantova: 5 luoghi da ricordare – MCG di ottobre/novembre 2019
14. 5 anni da dimenticare a Mantova – MCG di agosto-settembre 2019
13. 5 anni da ricordare a Mantova – MCG di giugno-luglio 2019
12. Un safari a Palazzo Te – MCG di aprile-maggio 2019
11. Le torri del profilo di Mantova – MCG di febbraio-marzo 2019
10. Come scegliere il santo giusto a Mantova – MCG di dicembre/gennaio2019
9. Spettri a Mantova che, a volte, sembra la Scozia – MCG di ottobre/novembre 2018
8. 5 curiosità che non conoscevi su Palazzo Te – MCG di agosto/settembre 2018
7. Le particolarità di Palazzo Ducale – MCG di giugno/luglio 2018
6. Una Camera con Vista – MCG di aprile/maggio 2018
5. 5 Gonzaga da non dimenticare – MCG di febbraio/marzo 2018
4. 5 donne dei Gonzaga – MCG di dicembre/gennaio 2018
3. I libri da sfogliare dopo essere venuti a Mantova – MCG di ottobre/novembre 2017
2. I libri da leggere prima di venire a Mantova – MCG di agosto/settembre 2017
1. 5 passaggi segreti da scoprire a Mantova – MCG di giugno/luglio 2017