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Oggi è sant’Anselmo per I mantovani, san Cirillo per tutti gli altri e la giornata mondiale del riciclo per quelli che “a me i santi non interessano, mi piacciono di più i briganti”.
Per Mantova è una festa importante e anche io ci sono particolarmente legato: l’apertura dell’urna in duomo, un santo che pochi conoscono e la sensazione di festa che mi accompagna da quando andavo a scuola.
Sant’Anselmo è un patrono curioso (ne ho parlato qui) ma soprattutto è un santo in cammino, itinerante e per questo ne ho parlato insieme ad Andrea Piazza nel suo IN CAMMINO CON MATILDE, un podcast di viaggio sulla Via Matildica del Volto Santo.
Per chi volesse ascoltare la puntata la trova a questo link e per chi si trova meglio con le parole scritte ecco di seguito il testo su Sant’Anselmo da Lucca. L’immagine di copertina è un’opera che è esposta al Museo Diocesano di Mantova realizzata dal pittore Domenico Fetti: Madonna con bambino tra i santi Anselmo e Carlo Borromeo (con uno splendido panorama di Mantova vista dal ponte di San Giorgio).
Per i mantovani sant’Anselmo è il patrono della loro città. Per tutti gli altri quando si parla di Sant’Anselmo invece si fa riferimento al religioso della prova ontologica dell’esistenza di Dio. Tra l’altro questi due Anselmi sono contemporanei, vivono entrambi nell’undicesimo secolo. oggi noi parliamo dell’Anselmo mantovano, quello che è definito Anselmo da Baggio, mentre il santo omonimo è accompagnato dall’appellativo della sua città d’origine Aosta. Ma torniamo al nostro Anselmo da Baggio che è patrono di Mantova pur non essendone mai stato vescovo. La sua città vescovile era infatti Lucca.
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Ma esistono ancora i cavalieri? e i draghi? Ebbene a Mantova possiamo andare a caccia di tutte e due le categorie. Sono tanti infatti i coccodrilli impagliati che all’interno delle chiese o delle wunderkammern rappresentavano il male e Mantova è piena di tracce dei cavalieri: quelli del Graal o dell’Ordine del Redentore, i crociati ed i templari e soprattutto quelli raccontati da Ludovico Ariosto e da Matteo Maria Boiardo. Senza dimenticare una collezione che rende davvero unica la nostra città: il nucleo di armature quattrocentesco più importante al mondo conservato nel Museo Diocesano. Le armature dei cavalieri medioevali possono essere definite dei DPI (i dispositivi di protezione individuale), le attrezzature che vengono utilizzate per evitare gli infortuni sul lavoro. Giacomo Cecchin porta Mantova Segreta sulle tracce dell’arme e dei cavallier dal Santuario delle Grazie a Sant’Andrea, dal Palazzo della Ragione al Museo Diocesano.
Sembra quasi una filastrocca e invece sono gli elementi che troviamo vicino ai santi che affollano la pala d’altare di Fermo Ghisoni, verso la fine della mostra “
A Mantova tutti conoscono Palazzo ducale e Palazzo Te ma molti, anche tra i mantovani, non frequentano invece altri musei cittadini che completano l’offerta culturale di Mantova. Penso in particolare ad una delle raccolte di monete gonzaghesche più importanti al mondo, al pilota noto come il mantovano volante, ad un palazzo settecentesco ancora interamente arredato, ad una casa del quattrocento perfettamente conservata e al museo che raccoglie il nucleo più importante di armature quattrocentesche. Eccovi allora 5 musei da aggiungere alle vostre prossime escursioni mantovane…