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~ Racconti, personaggi e curiosità su Mantova

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Archivi tag: Mantova

Romeo, Giulietta e Mantova: Bandello inventa, Shakespeare copia e Dickens… ci stronca

12 venerdì Set 2025

Posted by mantovastoria in Curiosità, Shakespeariana, Storia Locale

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Mantova entra di diritto nella tragedia di Romeo e Giulietta secondo William Shakespeare: qui Romeo si rifugia in esilio, compra il veleno e riceve la “fake news”, la notizia più sbagliata della storia del teatro. Ma tra Shakespeare che copia da Bandello e Dickens che ci stronca, Mantova non esce proprio benissimo.

Lo sapevi che a Mantova Romeo compra il veleno?

Nella tragedia più famosa del mondo, l’esilio di Romeo lo porta diritto a Mantova.
Qui riceve la notizia della morte (finta) di Giulietta e qui da uno speziale mantovano acquista la pozione micidiale che lo condanna (forse merito anche della grande rivalità tra Mantova e Verona visto che la vendita del veleno era vietata soprattutto se non avevi la ricetta).
Altro che finti balconi veronesi: noi abbiamo una vera farmacia letteraria (che nella città del Festivaletteratura non può mancare).

Frate Lorenzo non aveva WhatsApp

Se Shakespeare avesse scritto oggi la storia di Romeo e Giuletta, la tragedia durerebbe la metà.
Un messaggino del frate Lorenzo e Romeo avrebbe saputo che Giulietta non era morta.
Ma senza quel “piccolo dettaglio”, addio capolavoro shakespiriano.
Morale: i drammi del Bardo funzionano solo offline.

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Ercolano Marani: la voce (pacata) delle strade di Mantova

08 lunedì Set 2025

Posted by mantovastoria in Curiosità, Libri, Storia Locale

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Sono passati più di trent’anni dalla sua scomparsa, ma chi per mestiere o per semplice passione mette le mani nella storia di Mantova prima o poi lo incontra, in una nota, in un articolo, in una citazione. Parliamo di Ercolano Marani: il suo nome spunta quasi in ogni bibliografia, ricompare sulla rivista Civiltà Mantovana, riaffiora negli stradari. E anche nel mio ricordo è legato a due pubblicazioni fondamentali: i saggi su Vie e piazze di Mantova usciti su Civiltà Mantovana e la sua Guida illustrata che ancora oggi mi accompagna nella mia attività di guida turistica.

Un professore in cammino

Marani nasce a Castellucchio nel 1914 e muore a Mantova nel 1994, a 80 anni. Una vita spesa a mettere ordine — con pazienza certosina — nella toponomastica della città ma non solo: toponimi, vicoli, contrade, palazzi e case minori, come i tasselli di un puzzle che se completato racconta un centro storico. Nel 2015 il Comune ha presentato un quaderno che raccoglie i suoi testi sulle vie e piazze (pubblicazioni 1966–1984, poi interrotte dalla malattia) e ha inventariato le sue carte, censendo 59 toponimi con note storiche e d’arte.

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Mantova, città-teatro: quando la storia va in scena

04 giovedì Set 2025

Posted by mantovastoria in Itinerari, Storia Locale

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Candida Höfer, Mantova, Teatro Scientifico Bibiena , 2010, 180×225 cm © Candida Höfer

Una città che porta il teatro nel nome

Forse non ci pensiamo, ma in quasi tutti i teatri del mondo si pronuncia il nome di Mantova. Accade quando, indicando il tendaggio che corre sopra il sipario, si parla della mantovana.
Eppure il legame tra la città e il teatro non è solo nominale: basta passeggiare tra le piazze e i palazzi per capire che qui ogni angolo è scenografia, ogni spazio è palcoscenico.

Piazza Sordello: il potere in scena

Oggi è il cuore monumentale della città, ma nel Trecento Piazza Sordello non esisteva: c’era il sagrato del duomo e un quartiere medioevale che occupava questo spazio. La piazza la vediamo nella Cacciata dei Bonacolsi di Domenico Morone, dipinto nel 1494 e quindi dopo che i Gonzaga avevano creato lo slargo chiamato all’epoca Piazza Grande di San Pietro. Da sempre Piazza Sordello è un doppio teatro: luogo del potere politico e sagrato della Cattedrale. Un tempo era chiusa da un’esedra cinquecentesca che collegava Duomo e Palazzo Ducale: immaginate l’effetto scenografico… oggi purtroppo perduto.

piazza Broletto e piazza Erbe: le cartoline della Mantova comunale

Le piazze più vissute sono però Broletto ed Erbe, collegate dal sottoportico dei Lattonai che attraversa il Palazzo del Podestà. Qui c’è Virgilio che osserva sornione il mercato dalla sua cattedra universitaria, la torre civica che un tempo era carcere e le tracce di tortura medievale negli anelli posti sotto l’Arengario.
Attraversando il passaggio del sottoportico dei lattonai si fa un viaggio al tempo della Mantova medioevale, quella dove il Romeo di Shakespeare langue per la usa Giulietta. Sbucando in piazza Erbe la storia incontra il mercato, il palazzo della Ragione, l’orologio astronomico e la Rotonda di San Lorenzo oltre alla casa del Mercante e al cupolone di Sant’Andrea che custodisce la reliquia del Sangue di Cristo e incombe sui portici che sono il teatro della vita quotidiana.

Giancarlo Businelli – olio su tela
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Isabella d’Este secondo Giannetto Bongiovanni, con Giacomo Cecchin e Nicola Sometti: la marchesa sarebbe stata contenta

30 sabato Ago 2025

Posted by mantovastoria in Libri

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Agosto 2025, Editoriale Sometti, festivaletteratura, Giacomo Cecchin, Giannetto Bongiovanni, isabella d'este, Mantova, Nicola Sometti, Tenda libri

E alla fine la marchesa sarebbe stata contenta di noi (almeno lo speriamo…)

Una grande partecipazione alla presentazione del libro di Giannetto Bongiovanni su Isabella d’Este, ripubblicato da Editoriale Sometti.

Io e Nicola Sometti ci siamo divertiti molto e anche il pubblico ha seguito fino in fondo il racconto della vita di Isabella d’Este scritto da un vero e proprio fan come Giannetto. Il fatto che fosse un follower della marchesa lo si capisce da come la descrive mettendola a confronto con il marito Francesco II Gonzaga, la cognata Lucrezia Borgia e il figlio Federico II.

Il libro è davvero godibile e divertente e soprattutto Giannetto Bongiovanni, da vero giornalista, non risparmia alcune stoccate alla marchesa quando parla della sua passione per le opere d’arte e le cose preziose. Qui Isabella non guarda in faccia a nessuno e sono alcune delle pagine più efficaci del libro.

Molte risate, molte emozioni, tante storie e alla fine due sorprese in stile ovetto Kinder per ricordare Isabella d’Este e Francesco II Gonzaga, i “Sandra e Raimondo” del Rinascimento italiano.

Qui potete leggere la rassegna stampa sull’evento! e grazie a Benedetta Andrigo e Ilaria Beccari per l’accoglienza.

Rigoletto, Verdi, Dan Brown e il Festivaletteratura

28 giovedì Ago 2025

Posted by mantovastoria in Articoli

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Cultural tourism, Culture Lombardie, Dan Brown Mantoue, Dan Brown Mantova, Dan Brown Mantua, Destination fiction, Destinazione Mantova, Fiction historique, Fictional tourism, Finzione narrativa, Giacomo Cecchin, Historical fiction, Literary tourism, Lombardia cultura, Lombardy culture, Mantova, Mantua travel, Opéra Mantoue, Opera Mantova, Opera Mantua, Rigoletto Mantoue, Rigoletto Mantova, Rigoletto Mantua, Storia e turismo, Tourisme culturel, Tourisme littéraire, Turismo culturale, Turismo letterario, Verdi Mantoue, Verdi Mantova, Verdi Mantua, Voyage Mantoue

Quanti turisti porta Rigoletto a Mantova? E Romeo e Giulietta? Non lo so, e forse non lo sa nessuno. Ma una cosa è certa: le storie – belle o brutte, vere o inventate – hanno sempre avuto il potere di far muovere le persone. Chi ascolta un racconto appassionante, prima o poi, vuole vedere di persona dove tutto è accaduto. Anche quando non è accaduto affatto.

Rigoletto, per Mantova, è stato un colpo di fortuna. Una storia che nasce come “falso storico al quadrato”: un personaggio inventato, in una vicenda che all’inizio non aveva nulla a che vedere con Mantova.

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Se Mantova fosse Venezia, il Rio sarebbe il Canal Grande e il ponte delle Pescherie Rialto

27 mercoledì Ago 2025

Posted by mantovastoria in Storia Locale

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Acqua, Alexander Langer bridge, Alexander Langer Mantova, Canal Grande di Mantova, Città d'acqua, convento San Domenico, couvent Saint-Dominique Mantoue, Dominican friars Mantua, Franciscan friars Mantua, frati domenicani, Frati Francescani, frères dominicains Mantoue, frères franciscains Mantoue, Giacomo Cecchin, Giulio Romano fish market bridge, Grand Canal de Mantoue, Il Rio, lavandaie bugandere, lavandières du Rio, Lungorio, Lungorio promenade, Mantoue, Mantova, Mantova città d'acqua, Mantova Segreta, Mantua, Mantua Grand Canal, medieval bridges Mantua, Pescherie bridge Mantua, Pescherie Giulio Romano, pont Alexander Langer, pont des Pescherie Mantoue, Ponte delle Pescherie, ponti medievali Mantova, ponts médiévaux Mantoue, promenade Lungorio, Rio, Rio Mantoue, Rio Mantova, Rio Mantua, ruelle Sottoriva, San Domenico convent Mantua, Sottoriva alley, Venice of the plain, Venise de la plaine, Vicolo Sottoriva, ville d’eau, washerwomen Rio Mantua, water city

Se Mantova fosse Venezia (ma con i piedi per terra)

Il rio, per gli italiani, è un torrentello qualsiasi come dice il dizionario. Per i mantovani, invece, è molto di più: un piccolo Canal Grande che attraversa la città, dal lago Superiore al lago Inferiore, regalando scorci che fanno venire voglia di scattare foto… anche senza filtri Instagram.
Certo qui non ci sono le gondole e le serenate: ci sono gli scorci che rubi passando dai ponti rimasti e passeggiando sul Lungorio o in vicolo Sottoriva.


Le Pescherie sarebbero il ponte di Rialto

Se a Venezia c’è il Ponte di Rialto, a Mantova ci sono le Pescherie di Giulio Romano, un ponte abitato come ad esempio il Ponte Vecchio a Firenze o alcuni dei più antichi ponti di Parigi. Non male, se pensiamo che Giulio Romano era l’architetto di fiducia dei Gonzaga e il progettista di Palazzo Te. Se lo osservate bene questo ponte, tra l’altro, scoprirete che in realtà sono tre ponti e quello centrale è il più antico ed era intitolato a San Domenico, il convento costruito lì accanto. Oggi dal ponte delle Pescherie si ammira l’altro Lungorio, quello originale che si chiama vicolo Sottoriva con gli alberi e con il ricordo delle bugandere – le lavandaie che, molto prima delle lavanderie a gettoni, sciacquavano i panni direttamente nel canale.


Il Rio e i frati (conventuali e predicatori)

Il Rio entra in città dal lago Superiore e incontra subito uno dei conventi più importanti di Mantova, quello dei francescani, e poi incrocia il convento dei domenicani dopo aver fatto un curvone (dove oggi troviamo corso della Libertà). Sulla riva sinistra del Rio il convento di San Francesco, con i frati custodi delle tombe dei Gonzaga; sulla riva destra i domenicani, con la loro chiesa di San Domenico, demolita nel secolo scorso ma con un campanile ancora lì, a fare da testimone.
I frati predicatori, così si chiama l’ordine domenicano, vegliavano sulla Beata Osanna Andreasi e su Giovanni dalle Bande Nere.

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Isabella d’Este e Leonardo da Vinci, un’intervista doppia tra molte botte e qualche risposta

23 sabato Ago 2025

Posted by mantovastoria in Articoli, Intervista doppia, Storia Locale

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Alessandro Magno, Archimede, Cecilia Gallerani, cocktail, enigmi, escape room, Este, Estensi, Giacomo Cecchin, Gioconda, Gonzaga, hollywood, intelligenza artificiale, Intervista doppia, Isabella d'Este, Leonardo da Vinci, Luca Pacioli, Mantova, Negroni, sudoku, Tortelli di zucca

C’è un momento nella storia del Rinascimento dove Isabella d’Este e Leonardo da Vinci si trovano nello stesso luogo: a Mantova. L’artista è in fuga da Milano, la marchesana non vede l’ora che le faccia un ritratto. Siamo nell’inverno del 1499, in un momento cruciale per la storia d’Italia e non solo.

Per Leonardo termina il suo periodo milanese, uno dei più intensi e produttivi e per Isabella è l’occasione della vita: avere un ritratto realizzato dal più grande artista del mondo che possa eguagliare la bellezza della Dama con ermellino, Cecilia Gallerani l’amante del Moro.

Ma forse non è il momento giusto per nessuno dei due: il pittore è assillato dalla preoccupazione per il suo futuro e sopporta sempre meno il fatto di dover sottostare alle imposizioni dei suoi committenti. Isabella è in dolce attesa e molto nervosa perché non è ancora riuscita a dare un erede al marito Francesco II Gonzaga (Federico, il primo figlio maschio, nascerà il 17 maggio del 1500).

L’incontro a Mantova tra Leonardo e Isabella sarà indimenticabile per entrambi. Ecco perché ho provato ad immaginare un’intervista doppia stile “Le Iene” realizzata nella Camera degli Sposi del Castello di San Giorgio. Ecco il risultato.

1. Il vostro nome e cognome

  • Isabella: Isabella d’Este, Marchesa di Mantova, nipote dei Re d’Aragona, figlia e sorella dei duchi di Ferrara, moglie e madre dei marchesi di Mantova. Semplicemente la donna che ha fatto il Rinascimento.
  • Leonardo: Leonardo di ser Piero da Vinci. Figlio illegittimo, ma con qualche idea in testa. Un artista che sfugge alle etichette e alle regole.
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Il romanzo di Isabella d’Este con Giacomo Cecchin e Nicola Sometti – Venerdì 29 agosto 2025 alle 18.30 Piazza Sordello a Mantova

20 mercoledì Ago 2025

Posted by mantovastoria in Libri

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Agosto 2025, Editoriale Sometti, festivaletteratura, Giacomo Cecchin, Giannetto Bongiovanni, Isabella d'Este, Mantova, Nicola Sometti, Tenda libri

Molti sanno che non posso considerarmi un fan di Isabella d’Este ma sono da sempre un appassionato di storie e di curiosità e quindi ho accettato volentieri di parlare della marchesana con Nicola Sometti.

Vi aspettiamo quindi a

Isabella d’este: un romanzo di Giannetto Bongiovanni

Venerdì 29 agosto 2025 alle 18.30 alla Tenda Libreria del Festival in piazza Sordello a Mantova
con Giacomo Cecchin e Nicola Sometti
La partecipazione è libera e gratuita (astenersi fan di Lucrezia Borgia e Isabella Boschetti)

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Mantova, 5 cose che so di lei: 4 anni e non sentirli – venerdì 5 settembre ore 21.00 a Piazza Canossa con Giacomo Cecchin e il Libraccio

18 lunedì Ago 2025

Posted by mantovastoria in Libri

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Editoriale Sometti, Edoardo Agosti, Giacomo Cecchin, Il Libraccio, Mantova, Mantova 5 cose che so di lei, Mantova Segreta, Nicola Sometti, Piazza Canossa

Era un po’ che l’idea ci girava in testa a me, Nicola Sometti e soprattutto a Edoardo Agosti del Libraccio: festeggiare i primi 4 anni del libro Mantova, 5 cose che so di lei insieme ai lettori. Non una presentazione classica ma una sorta di racconto di cosa è successo in questi 4 anni tra lettori/camminatori, lettori che si bello il libro però una mappa, lettori che ah ma l’hai scritto tu?

Ecco allora la festa di compleanno quadriennale del libro cui siete tutti invitati: chi l’ha letto, chi non l’ha letto, chi l’ha letto in libreria a rate, chi l’ha comprato ma non ha ancora avuto il tempo… Insomma chiunque abbia voglia di condividere un po’ di tempo con noi durante il Festivaletteratura ma fuori dal programma.

Vi aspettiamo a:

Mantova, 5 cose che so di lei: 4 anni e non sentirli

Il libro che cammina ancora (e parla, racconta e si diverte Mantovagando per la città)
Venerdì 5 settembre ore 21.00 in Piazza Canossa e poi alle 21.30 al Libraccio in via Verdi 50 a Mantova

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La Basilica di Santa Barbara, nascosta in Palazzo Ducale, una doppia pagina su MCG – Mantova Chiama Garda

11 lunedì Ago 2025

Posted by mantovastoria in Articoli, Mantovagando

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Aperti per voi TCI, architetto Giovan Battista Bertani, Basilica, Basilica Palatina, Basilica palatina di Santa Barbara, Diocesi di Mantova, duca Guglielmo Gonzaga, Giacomo Cecchin, Giovan Battista Bertani, Giulio Romano, Guglielmo Gonzaga, Il campanile, le curiosità, Mantova, Mantova Chiama Garda, Mantovagando, Marco Morelli, MCG, Palazzo Ducale

Santa Barbara è una chiesa mantovana spettacolare eppure poco conosciuta perché nascosta all’interno del Palazzo Ducale. E’ una basilica palatina voluta dal duca Guglielmo Gonzaga e costruita su progetto di Giovan Battista Bertani, un architetto eclettico e sorprendente allievo di Giulio Romano. La prossima volta che passate da Mantova non perdete l’occasione di andarla a visitare (qui trovate gli orari di apertura segnalati dal TCI che con i suoi volontari la tiene aperta nei fine settimana) ma se volete delle anticipazioni le trovate in questa doppia pagina pubblicata su MCG – Mantova Chiama Garda.

Ecco i testi utilizzati per la pagina e di seguito le pagine singole. Per chi volesse sfogliare MCG on line lo può fare al link seguente MCG Marzo 2025

La Basilica di Santa Barbara, un gioiello nascosto in Palazzo Ducale

La basilica Palatina di Santa Barbara è la chiesa di corte dei Gonzaga. Molte erano le cappelle all’interno del Palazzo Ducale e c’era persino una chiesa intitolata alla Santa Croce che si trovava vicino agli appartamenti vedovili di Isabella d’Este. La basilica però è un caso a parte anche perché viene costruita in modo molto veloce ed è fatta a immagine e somiglianza del duca che l’ha fortemente voluta, Guglielmo Gonzaga. Inoltre dobbiamo dire che è perfettamente identificabile nel profilo di Mantova per quel suo campanile che, capitozzato dal terremoto del 2012, aveva colpito al cuore i mantovani. Pensate che conosco alcune persone che non sono più entrate in città dal ponte di San Giorgio per evitare di guardare il campanile danneggiato. Se non avete mai visitato Santa Barbara andateci e se ci siete già stati tornateci perché è una basilica tutta da scoprire.

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