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~ Racconti, personaggi e curiosità su Mantova

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Archivi della categoria: Curiosità

Rigoletto su Mantova Segreta: Giacomo Cecchin sulle tracce del buffone di Giuseppe Verdi

08 sabato Feb 2020

Posted by mantovastoria in Curiosità, le 5 cose..., Mantova Segreta, Storia Locale

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Casa del Rigoletto, Francesco Maria Piave, Giacomo Cecchin, Gilda, Gilda e il duca di Mantova, Giuseppe Verdi, Il Duca di Mantova, Mantova, Mantova Segreta, Rigoletto, Sparafucile, Telemantova, Triboulet

Mantova è la città di Rigoletto eppure il buffone, protagonista dell’opera di Giuseppe Verdi, non è mai esistito. Accade spesso che storie inventate diventino più reali di quelle vere come ad esempio accade a Verona con Romeo e Giulietta. Anche a Mantova possiamo trovare la casa di Rigoletto, il duomo, il palazzo del Duca di Mantova e anche la locanda di Sparafucile. Giacomo Cecchin porta Mantova Segreta sulle tracce di Rigoletto con lacune sorprese e un incontro con la contessa di Ceprano.
Qui potete vedere l’intera puntata mentre a questo link trovate la pagina ufficiale della trasmissione sul sito di Telemantova.
Di seguito trovate invece l’incipit della puntata e l’elenco di quelle già pubblicate su questo sito.

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San Biagio e la benedizione della gola

03 lunedì Feb 2020

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità, Storia Locale

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3 febbraio, benedizione della gola, candele, filastrocca delle nove sorelle, Legenda aurea, mal di gola, san biagio, Santi ausiliatori

Ricordo che da piccoli mia madre ci portava sempre in chiesa il 3 febbraio per la messa: alla fine ci si metteva tutti in fila per la benedizione della gola che veniva fatta dal parroco imponendo due candele incrociate e recitando una preghiera.
San Biagio era vescovo di Sebaste e fu decapitato nel 316 ma il patronato contro i mali della gola gli deriva da un aneddoto contenuto all’interno della sua legenda: avrebbe infatti salvato un ragazzo cui si era conficcata una lisca di pesce in gola.
In realtà l’attributo iconografico di San Biagio è un pettine per cardare la lana con cui fu torturato prima di subire il martirio per decapitazione.
Vediamo il santo nell’immagine a corredo dell’articolo nelle vesti di vescovo e con il pettine in mano. L’opera è parte di un polittico che si trova nelle Marche a Monte San Martino ed è opera di Carlo e Vittore Crivelli (trovate l’immagine qui dal sito della Fondazione Zeri).
Un’ultima curiosità: esiste in molte zone una filastrocca che parla di San Biagio e delle sue nove sorelle e che doveva essere recitata tutta d’un fiato il giorno della festa del Santo per guarire dal mal di gola. Eccola in una versione modenese: Continua a leggere →

Un biglietto per un viaggio nel tempo su Mantova Segreta: Giacomo Cecchin su un autobus a caccia di storie

01 sabato Feb 2020

Posted by mantovastoria in Curiosità, le 5 cose..., Mantova Segreta, Storia Locale

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Apam, autobus, Giacomo Cecchin, Linea CC, Macchina del Tempo, Mantova, Mantova Segreta, Telemantova

E se ci fosse un biglietto per un viaggio nel tempo? A Mantova basta acquistare un biglietto dell’autobus della Linea CC (Circolare in città) di Apam per rivivere la città dei secoli passati. Certo occorre un po’ di fantasia e molta immaginazione ma è davvero possibile tornare indietro nel tempo. La linea CC si lancia sull’itinerario delle antiche mura, sfila nei pressi di porto Catena e passa proprio davanti alla Basilica di Sant’Andrea.
Giacomo Cecchin porta Mantova Segreta su un autobus Apam che, per la circostanza, si trasforma in una vera e propria macchina del tempo.
Qui potete vedere l’intera puntata mentre a questo link potete invece guardare tutte le puntate già andate in onda.
Di seguito trovate invece l’incipit della puntata e l’elenco di quelle già pubblicate su questo sito. Continua a leggere →

Yddish e musica Klezmer, due cose da scoprire nella giornata della memoria: perchè? e perchè no?

27 lunedì Gen 2020

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità, Storia Locale

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klezmer, klezmerata fiorentina, Mantova Ebraic, Moni Ovadia, yddish

A volte si fanno progetti a lungo termine o per la pensione e io ne ho parecchi in cantiere (invece di fare l’umarel guardando i cantieri, appunto).
Uno di questi è imparare l’Yddish, una lingua fatta di altre lingue. Non so perché ma provo un’irresistibile passione per questo idioma.
Cos’è l’Yddish? Vi riporto un brano di un’intervista a Moni Ovadia (il testo integrale lo trovate qui)
“Lo yiddish è la più compiuta, perfetta, commovente e struggente lingua d’esilio. Gli ebrei della Diaspora centro europea che si esprimevano in quella lingua erano popolo in tutto e per tutto. Ma senza terra, senza confini, senza fronti, senza polizie. Un capolavoro di popolo come hanno saputo essere solo loro e i rom. Ma lo yiddish non è solo una lingua: è lingua letteraria, lingua vernacola, ma è anche una condizione dello spirito.
In che senso?
“Lo yiddish ha bisogno di un’adesione interiore e al suo universo che non è solamente grammaticale e sintattica, ma spirituale. E di questa spiritualità fa parte un umorismo vertiginoso. Non a caso Isaac Bashevis Singer ha dichiarato: “Scrivo in yiddish, perché con questa lingua non si sono mai dati ordini ai militari”
Lo yiddish è un miscuglio di idiomi diversi e proprio per questo porta in auge il tema del confronto con l’alterità.
“È una lingua assolutamente originaria, sconvolgentemente bella e grandiosa nella sua fragilità e le lingue che ha accolto sono in continua sospensione. Ma la cosa straordinaria è che lo yiddish continua ad aprire le porte! Sente ciò che si esprime in modo non traducibile e lo fa proprio. È una lingua anarchica che si nutre degli idiomi altrui ed ha eletto a proprio modello l’uomo fragile, perché lo trova spiritualmente bello”.
E l’altro elemento della cultura ebraica che mi ha conquistato è la musica Klezmer. L’ho sentita dal vivo al Teatro Bibiena con la Klezmerata fiorentina (qui il loro sito ufficiale) ed è stata una serata entusiasmante, coinvolgente, commovente, divertente: insomma un po’ come la vita che può essere tutte queste cose insieme.
Provate ad ascoltare questa aria che si intitola “The train of life” e ditemi se non vedete il treno proprio davanti ai vostri occhi: la trovate qui.
E da ultimo a chi mi chiedesse ma perchè imparare l’yddish la risposta potrebbe essere “e perchè no?” e viene in mente un libro di Moni Ovadia dal titolo “Perchè no?l’ebreo corrosivo“. Ecco come spiega la motivazione di un titolo del genere.
“Il titolo “Perché no?” costituisce già una storiella: al gentile che domanda “Perché voi ebrei rispondete a una domanda sempre con una domanda?”, l’ebreo risponde “Perché no?”. Ovadia afferma che “l’ebraico è una lingua sempre sospesa, che sempre si sospende su una domanda”. Infatti, la domanda “apre, lancia il discorso nel futuro”.

Per approfondire sulla Mantova Ebraica:
– Giacomo Cecchin vi fa scoprire la Mantova ebraica nella puntata di Mantova Segreta
– 5 spunti per una passeggiata nell’ex Ghetto ebraico di Mantova, nella giornata della Memoria
– 5 libri da leggere prima di venire a Mantova tra mondo piccolo, matrimoni e segreti di stato

Mozart a Mantova: 5 luoghi sulle tracce del genio

26 domenica Gen 2020

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità, Itinerari, le 5 cose..., Storia Locale

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Amadeus Mozart, La croce verde, Mantova, Margherita Sartoretti, Marianna Sartoretti, Mozart, palazzo d'arco, Teatro Bibiena, Wolfgang Amadeus Mozart, Wolfgang Mozart

Il 10 gennaio 1770 Leopold e Wolfgang Mozart arrivarono a Mantova durante il primo viaggio in Italia. Rimasero in città circa 9 giorni e il 16 gennaio il tredicenne Amadeus suonò al Teatro Bibiena, deliziando tutti i mantovani. Nelle sue lettere alla moglie Leopold scriverà del teatro dell’Accademia di non aver mai visto niente di più bello. I Mozart ripartono il 19 gennaio in direzione di Milano. E oggi possiamo ancora provare a ripercorrere i passi di padre e figlio lungo le vie di Mantova, una città che a differenza di quanto pensano in molti, non è così cambiata dal 1770. Eccovi 5 spunti sulle tracce del genio adolescente. Continua a leggere →

La Conversione di Paolo di Caravaggio: due versioni per la stessa storia

25 sabato Gen 2020

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità

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Alessandro Obino, Caravaggio, Collezione Odescalchi, Conversione di Paolo, Conversione di Saulo, due versioni, Giacomo Cecchin, Michelangelo, Michelangelo Merisi, Parmigianino, Raffaello, Roma, Santa Maria del Popolo

Oggi 25 gennaio si festeggia la Conversione di Paolo, uno degli episodi degli Atti degli Apostoli tra i più rappresentati dagli artisti. Molte sono le versioni di questa famosissima caduta da cavallo, come ad esempio quella di Raffaello (qui trovate l’arazzo realizzato su cartoni dell’Urbinate per la Cappella Sistina), quella di Michelangelo (la potete vedere nella cappella Paolina in Vaticano) o quella di Parmigianino (la trovate a Vienna).
Vorrei però raccontarvi una storia legata alle due versioni realizzate da Caravaggio per la cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo a Roma. Il pittore è lo stesso e la storia anche ma quanto diversi sono i risultati finali.
Eccovi la vicenda per intero.

Caravaggio: la storia è la stessa il risultato diverso Continua a leggere →

Sive bonum, sive malum fama est ovvero quando il Numero Unico UGM parla di te…

07 martedì Gen 2020

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Numero unico 2019, UGM

Cosa succede quando il Numero Unico dell’UGM parla di te? Sei arrivato al top o sei alla frutta? E se ti presenta come massimo esperto dei cessi pubblici di Piazza Teofilo Folengo? Direi che la risposta è SIVE BONUM, SIVE MALUM FAMA EST (che tradotto in soldoni è “che se ne parli bene o male basta che se ne parli).
Le uniche due cose che mi trovano in disaccordo sono:
1. L’occhiello che recita “Incompetenti allo sbaraglio” – ognuno ha l’incompetenza che si merita e anche io ho la mia ma avrei preferito “dilettanti allo sbaraglio” (non so se gli altri citati nell’articolo sarebbero d’accordo). Il dilettante mantiene una certa freschezza e un modo anarchico di guardare alle cose che spesso diventa stimolante. L’incompetente è altra cosa: si occupa di tutto non sapendo fare niente.
2. L’assenza di ironia – tra l’ironizzare e il dileggiare c’è di mezzo il mare e per quello che si legge nell’articolo qui stiamo addirittura parlando di oceano. Per questo regalo all’anonimo estensore del pezzo una piccola quartina di ispirazione per il prossimo numero:
Al Giorgio Vasari che ha descritto
La mostra di Giulio in gran dispitto
Chiederei per l’avvenir la cortesia:
“Metta almeno una goccia di ironia”.

Per chi non abbia avuto modo di leggere il testo del Numero Unico UGM del 2019 trova qui il passaggio che mi cita.

Incompetenti allo sbaraglio
Cronaca di una mostra annunciata

Omissis

Segue a breve distanza l’incomparabile Giacomo Cecchin, abilissimo nell’infiltrarsi in ogni dove. Ormai è il Cicerone accreditato del Teatro Sociale, dove spara perle del tipo: <<Questa meravigliosa opera del Palladio>> oppure <<La scritta latina sul timpano “Aere Sociali Anno MDCCCXII” significa “nel sessantanovesimo anno dell’era socialista”>>.
Recentemente milord si è proposto anche come guida dei cessi pubblici siti nella vicina Piazza Teofilo Folengo, affermando di essere il massimo esperto in materia…

Omissis

Il viaggio dei Magi di T.S. Eliot: iniziare l’anno con una poesia

06 lunedì Gen 2020

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità

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Alec Guinnes, il viaggio dei Re Magi, John Gielgud, Journey of the Magi, Poesia, Silvana Ranzoli, T.S. Eliot

La poesia dell’Epifania

La poesia è inutile, la poesia è utile, la poesia non si capisce, la poesia quando arriva spacca. Sono alcune delle frasi che si sentono dire più spesso sulla poesia (ne trovate altre qui).

Io non ho ancora individuato perfettamente la mia posizione ma ho scritto (e scrivo) poesie e mi fa piacere quest’anno iniziare con un testo poetico di Thomas Stearns Eliot (qui trovate una sua biografia) che mi fece scoprire al liceo la professoressa Silvana Ranzoli*.

Il viaggio dei Re Magi

E’ il monologo di uno dei Re Magi (su questo blog ne abbiamo scritto qui) ed è un testo con un alto valore simbolico e, per me, molto bello.
Ve lo riporto qui sotto in versione integrale con alcuni link per approfondire e un ricordo del liceo:
– The journey of the Magi da Wikipedia
– La poesia letta da Alec Guinnes
– La poesia letta da John Gielgud

Journey of the Magi di T.S.Eliot

“A cold coming we had of it,
Just the worst time of the year
For a journey, and such a long journey:
The ways deep and the weather sharp,
The very dead of winter.”
And the camels galled, sore-footed, refractory,
Lying down in the melting snow.
There were times we regretted
The summer palaces on slopes, the terraces,
And the silken girls bringing sherbet.
Then the camel men cursing and grumbling
And running away, and wanting their liquor and women,
And the night-fires going out, and the lack of shelters,
And the cities hostile and the towns unfriendly
And the villages dirty and charging high prices:
A hard time we had of it.
At the end we preferred to travel all night,
Sleeping in snatches,
With the voices singing in our ears, saying
That this was all folly.
Then at dawn we came down to a temperate valley,
Wet, below the snow line, smelling of vegetation;
With a running stream and a water-mill beating the darkness,
And three trees on the low sky,
And an old white horse galloped away in the meadow.
Then we came to a tavern with vine-leaves over the lintel,
Six hands at an open door dicing for pieces of silver,
And feet kicking the empty wine-skins.
But there was no information, and so we continued
And arrived at evening, not a moment too soon
Finding the place; it was (you may say) satisfactory.
All this was a long time ago, I remember,
And I would do it again, but set down
This set down
This: were we led all that way for
Birth or Death? There was a Birth, certainly,
We had evidence and no doubt. I had seen birth and death,
But had thought they were different; this Birth was
Hard and bitter agony for us, like Death, our death.
We returned to our places, these Kingdoms,
But no longer at ease here, in the old dispensation,
With an alien people clutching their gods.
I should be glad of another death.

* la prima domanda che ci fece Silvana Ranzoli sulla poesia era “Qual è la sua caratteristica fondamentale?”. Dopo varie risposte tra cui la rima era la più accreditata lei ci diede la sua risposta che era Rythm. E oggi ne sono ancora più convinto perché basta ascoltare le due letture degli attori per capire che aveva perfettamente ragione.

E della misericordia di Dio non disperare mai…tra regole e visione

05 domenica Gen 2020

Posted by mantovastoria in Articoli, Conferenze, Curiosità, Itinerari

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benedettini, Domenicani, Francescani, Gesuiti, il marketing del monaco, ordini religiosi, regola

Quest’anno mi piacerebbe ripartire anche da un tema che mi ha sempre appassionato: quello degli ordini religiosi, della loro storia e di come questa possa essere non solo interessante ma anche stimolante.
Ho già tenuto in passato alcune conversazioni e percorsi che ho chiamato Il Marketing del Monaco, un titolo volutamente provocatorio, per un incontro o itinerario che raccontava come la cultura degli ordini religiosi sia ancora attuale e abbia plasmato le nostre città (qui potete vedere una puntata di Mantova Segreta sulla Mantova domenicana).
Tuttavia accostare la parola marketing alla parola monaco non deve essere inteso in senso deteriore ma anzi: vuol sottolineare quanto i monaci e le monache, i frati e le suore avessero ben chiari i propri obiettivi di conversione dei fedeli e di glorificazione di Dio. A volte anche costruendo dei veri e propri “slogan” come nel caso dell’Ora et Labora benedettino o del Ad Maiorem Dei Gloriam gesuita.
Eccovi allora per iniziare bene l’anno un passo dalla Regola di San Benedetto.
“Non odiare nessuno.
Non nutrire gelosia.
Non assecondare l’invidia.
Non amare i litigi.
Fuggire l’alterigia e l’arroganza.
Venerare gli anziani. Amare i giovani.
Nell’amore di Cristo pregare per i nemici.
Tornare in pace con chi si è in contrasto prima che tramonti il sole.
E della misericordia di Dio non disperare mai”
.
  Cap.4,65-74

Per approfondire sugli ordini religiosi su questo blog:
– 8 secoli di domenicani e francescani tra pregiudizi, inquisizione e il Nome della Rosa
– 5 tappe per un pellegrinaggio alle Grazie tra domenicani, francescani e miracoli lacustri
– Incoronata a Mantova e la Cappella Sistina a Roma: due cappelle mariane che celebrano l’Immacolata

“I figli del Capitano Verne”: domenica 26 gennaio ore 16.15 al Cinema del Carbone a Mantova

04 sabato Gen 2020

Posted by mantovastoria in Conferenze, Curiosità, Libri

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Tag

5 settimane in pallone, Cinema del Carbone, Elena Benazzi, Giacomo Cecchin, Giulio Verne, I figli del Capitano Verne, Il giro del mondo in 80 giorni, Jules Verne, Leggi e sogna, Mantova, Michele Strogoff, Ventimila leghe sotto i mari, Viaggio al centro della terra

Cosa ne dite di uno spettacolo dove si parla di Giulio Verne e dei suoi personaggi che si mettono in gara per conquistare il primo posto tra i romanzi scritti dal narratore?
E’ quello che abbiamo scritto io e Elena Benazzi (da cui è partita l’idea) e che debutta in prima assoluta a fine ottobre. Ecco alcune informazioni in più.
I FIGLI DEL CAPITANO VERNE
Dove si racconta delle imprese dei figli e di un padre che viaggia in poltrona.
Domenica 26 gennaio ore 16.15
Cinema del Carbone in via Oberdan a Mantova.

Il costo per lo spettacolo è di 8 euro. Consigliata la prenotazione allo: 0376369860 oppure scrivendo a giacomocecchin@hotmail.com. 

Autori, regia e interpreti: Elena Benazzi e Giacomo Cecchin

Per approfondire potete vedere la presentazione dello spettacolo durante una puntata di SEI A CASA su Telemantova: potete guardare qui la versione integrale. Continua a leggere →

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